Quando si va in viaggio da qualche parte, sia per piacere che per lavoro, e' buona educazione portare un omiyage a parenti ed amici.
Gli omiyage consistono principalmente in prodotti tipici del posto visitato, come ad esempio oggetti dell'artigianato locale. Sono pero' molto gradite anche specialita' culinarie tipiche della localita' in questione.
L'omiyage e' un modo molto cortese per dimostrare che, anche durante il viaggio, non ci si e' dimenticati dei propri amici e parenti, e quindi il souvenir che si porta al ritorno e' una prova di tale affetto.
Ma l'omiyage e' anche una maniera per dare la possibilita' a chi non ha potuto (o non potra') visitare un determinato posto, di godere in parte delle bellezze e delle squisitezze gastronomiche della meta visitata.
Per comodita', infatti, in molte delle stazioni ferroviarie giapponesi vi sono negozietti e chioschetti dove sono in vendita omiyage di vario genere, in particolar modo quelli alimentari, tutti rigorosamente confezionati nel modo piu' elegante e raffinato possibile, in modo che siano graditi ancor prima di esser scartati.
E la mia amica Akiko ieri mi ha portato quel delizioso pacchettino che vedete nella foto in alto.
Si tratta un tipico omiyage proveniente dalla zona da lei visitata durante le vacanze estive: la Prefettura di Yamanashi, una provincia confinante con il Kanagawa, e vicinissima al celebre Monte Fuji.
Pensate che il papa' della mia amica ha una casa con una vista superba che da' proprio sul famoso monte sacro ai giapponesi!
L'omiyage che mi ha portato Akiko consiste in un set di otto dolcini tipici di quella zona, chiamati Shingen Mochi, ovvero delicatissime "tortine" fatte di riso ridotto in poltiglia dopo essere stato pestato in un mortaio.
Il nome di questi dolcini deriva da quello di un potentissimo samurai che visse in quella Prefettura e che pare fosse un golosone di quest'antica leccornia. Il suo nome era Takeda Shingen.
Pensate che e' stata creata persino una serie di pupazzetti di Hello Kitty, ognuna raffigurante una qualche caratteristica tipica della prefettura di Yamanashi, e tra i tanti pupazzetti della serie vi e' pure quella in cui c'e' una carinissima Kitty-chan seduta allegramente sopra uno di quei pacchetti di Shingen-mochi! La potete vedere QUI!
Ognuno di questi dolcini e' impacchettato come se fosse un mini-bento, con tanto di mini furoshiki, e con incastrato nel nodo una piccola paletta di legno per gustare meglio il mochi, senza impiastricciarsi eccessivamente.
Ma continuiamo a scartare:
Ecco la vaschetta di Shingen Mochi. Come vedete, sopra il contenitore c'e' una bottiglina piena di un liquido che si chiama Kuro-mitsu, da me ribattezzato oro nero per la sua paradisiaca squisitezza.
Il kuro-mitsu e' uno sciroppo a base di kuro-zato o zucchero nero (di canna). Si tratta di uno sciroppo molto dolce che ha un sapore intensissimo e di cui sono smodatamente golosa. Il sapore del kuro-mitsu mi ricorda molto quello della liquirizia, anche se hanno due gusti non proprio identici.
All'interno di ogni vaschetta vi sono tre mochi a forma di cubetto, e i tre mochi sono interamente e generosamente cosparsi di kinako, ovvero quella farina marroncina che vedete.
Con delicatezza e quasi un po' di riverenza, comincio a versare il kuro-mitsu nella vaschetta, direttamente sul kinako:
Il binomio kinako & kuro-mitsu e' una delle combinazioni dolci piu' squisite che abbia mai assaggiato in tutta la mia vita. La prelibatezza di questi due tradizionalissimi ingredienti giapponesi e' equiparabile, non come sapore s'intende, a quella di un ottimo tiramisu' piuttosto che una crostata fatta in casa, magari ancora leggermente tiepida!
L'opulenza del sapore intenso del kuro-mitsu si sposa in perfetta armonia con il gusto delicato e lievemente tostato del finissimo ed impalpabile kinako, ed insieme creano un composto che una volta che raggiunge le papille gustative, regala un'esplosione di sapori che magicamente si uniscono, e che intrecciandosi indissolubilmente, diventano una cosa sola.
Se leggete regolarmente Biancorosso, ricorderete di quando ho parlato della mia predilezione per i warabimochi, dolcini molto simili ai Shingen Mochi, perche' anch'essi sono spolverati di kinako e vengono mangiati con una spruzzatina di kuro-mitsu.
Dopo aver assaggiato entrambi i dolcini, credo ora di propendere decisamente verso i Shingen Mochi. La golosita' che provo per quest'ultimi, pero', e' spiegata dal fatto che per i Shingen Mochi sono richieste quantita' maggiori sia di kinako che di kuro-mitsu, rispetto a quelle utilizzate per i warabimochi.
E' evidente che in questo caso il troppo non stroppia, ma eleva alla perfezione un qualcosa di immensamente squisito.
Itadakimasu!
Non posso concludere senza ringraziare nuovamente la mia amica per questo graditissimo (e golosissimo) omiyage:
Akiko-san, doomo arigatoo gozaimashita!
Non vale, mi ha fatto venire una voglia enorme di assaggiarli!!!!!
RispondiElimina:-)
P.S. ...non veod l'ora che mi arrivi il tuo pacchetto!!!! ...lo sò sono ripetitiva!!!!
Ciao Piccola Tempura,
RispondiEliminaGrazie di essere passata a trovarmi! :)
Potessi, ti manderei molto volentieri un paio di Shingen Mochi da assaggiare, ma temo non ti arriverebbero in buone condizioni. :(
Anch'io non vedo l'ora che ti arrivi il pacchetto!!! Sono emozionata quanto te! :)
Mi raccomando, appena arriva fammi sapere eh! Grazie ancora! :)
Che buoni!
RispondiEliminaAnche se non li ho mai assaggiati mi è sembrato di sentirne il sapore a leggere la tua descrizione!
Brava!
Slurp!
Ciao Marianna, i tuoi post sono sempre molto interessanti e ben dettagliati!
RispondiEliminaAnche io non vedo l'ora che arrivi il mio pacchettino!I miei primi bento!!!
E' anche il primo pacco che ricevo dal Giappone !!!
Grazie ancora di tutto :)
A presto!