Con la luce calda e
regale del sole della sera che mi illuminava il viso, ritornavo a casa da un
posto che non ricordo ma che poco importa.
Su quel treno che - con
una risolutezza senza fretta sembrava ritagliare quelle risaie ora verdi e ora
brune - aspettavo di arrivare alla mia piccola stazione di quasi campagna dove
mi avrebbe aspettato una stradina che con pazienza mi avrebbe presa per mano e
condotta fino a casa.
Quel treno era sempre lo
stesso e mi cullava con la sua immutata e ritmica sequenza di movimenti e
suoni. La strada da attraversare era quella; non c`erano imprevisti. Ci si
fermava a questa stazione, poi a quell`altra, e infine a quell`altra ancora.
Era in questa ripetizione
che trovavo conforto.
Quando scorgevo le mie
risaie che il vento faceva delicatamente ondeggiare come mari di smeraldi ecco
che sentivo l`aria di casa.
La mia mente era sempre
persa in qualche pensiero, in qualche riflessione, in qualche ricordo ma la
parte piu` conscia (o inconscia?) era sempre vigile e sapeva bene che la vista
delle risaie significava casa.
Quella stradina e poi
quel ponticello che ospitava un ruscello energico e talvolta minaccioso. Dalle
sue sponde, si affacciava impudente una casa abbandonata, chiusa al mondo da
chissa` quanto tempo e con la cassetta della posta arrugginita e traboccante di
volantini ormai ingialliti ed arricciati dal tempo e dalle intemperie.
Erbacce sfrontate
sembravano trastullarsi in una spericolata altalena che le vedeva dondolarsi dai
piedi della vecchia casa fin sopra la superficie di quell`acqua vibrante e
trepidante.
La strada di casa era
pregna di profumi che potrebbe descrivervi accuratamente solo il mio ricordo
collegato ad un filo al mio cuore. Ma le parole che io scrivo ahime` non
potranno mai dare a questi effluvi quella tridimensionalità che vorrei.
La strada era costellata
di casette e piccoli giardini, a volte cosi` piccoli da essere sufficientemente
grandi da ospitare una lanterna di pietra o qualche vaso di peonie.
E camminando a passo mai
accelerato io sentivo il profumo delle case giapponesi che sanno di verdure e
salsa di soia; di tatami; di patate dolci; di sapone; di foglie di te`.
La fragranza libera del
te` - ne sono certa – era acuita dalla brezza che spesso sbuffava dispettosa in
prossimità di quel ruscello. E allora si mescevano i suoni e le note profumate
del te` con quelle della brezza e dell`acqua.
Io quella preziosità
olfattiva l`ho ritrovata in questo incenso.
Non e` un incenso
semplicemente al te` verde. E` un impasto di legni, resine e vere foglie di
puro te` Ito En.
Quaranta bastoncini di
intensa rievocazione. E se non dovesse essere una rievocazione per voi, allora
sara` certamente un viaggio della mente in un posto che una volta entrato in
voi non vi lascia nemmeno chiedendoglielo.
Questo incenso al suo
interno contiene anche un piccolo porta-incenso di porcellana verde smaltata.
16 euro + spedizione.
2 commenti:
Non so nemmeno se avrei la forza di riportare alla mente in modo così vivido certi ricordi..
Sembra molto buono però, dove l'hai trovato?
Adoro gli incensi. Questo sembra molto buono. Mi è piaciuto molto anche il racconto che hai fatto...sembrava di essere su quel treno con te.. :-)
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