sabato, febbraio 08, 2014

Dadakko-ya: Rievocazioni e foglie di te`

Con la luce calda e regale del sole della sera che mi illuminava il viso, ritornavo a casa da un posto che non ricordo ma che poco importa.

Su quel treno che - con una risolutezza senza fretta sembrava ritagliare quelle risaie ora verdi e ora brune - aspettavo di arrivare alla mia piccola stazione di quasi campagna dove mi avrebbe aspettato una stradina che con pazienza mi avrebbe presa per mano e condotta fino a casa.

Quel treno era sempre lo stesso e mi cullava con la sua immutata e ritmica sequenza di movimenti e suoni. La strada da attraversare era quella; non c`erano imprevisti. Ci si fermava a questa stazione, poi a quell`altra, e infine a quell`altra ancora.

Era in questa ripetizione che trovavo conforto.

Quando scorgevo le mie risaie che il vento faceva delicatamente ondeggiare come mari di smeraldi ecco che sentivo l`aria di casa.

La mia mente era sempre persa in qualche pensiero, in qualche riflessione, in qualche ricordo ma la parte piu` conscia (o inconscia?) era sempre vigile e sapeva bene che la vista delle risaie significava casa.

Quella stradina e poi quel ponticello che ospitava un ruscello energico e talvolta minaccioso. Dalle sue sponde, si affacciava impudente una casa abbandonata, chiusa al mondo da chissa` quanto tempo e con la cassetta della posta arrugginita e traboccante di volantini ormai ingialliti ed arricciati dal tempo e dalle intemperie.

Erbacce sfrontate sembravano trastullarsi in una spericolata altalena che le vedeva dondolarsi dai piedi della vecchia casa fin sopra la superficie di quell`acqua vibrante e trepidante.

La strada di casa era pregna di profumi che potrebbe descrivervi accuratamente solo il mio ricordo collegato ad un filo al mio cuore. Ma le parole che io scrivo ahime` non potranno mai dare a questi effluvi quella tridimensionalità che vorrei.

La strada era costellata di casette e piccoli giardini, a volte cosi` piccoli da essere sufficientemente grandi da ospitare una lanterna di pietra o qualche vaso di peonie.

E camminando a passo mai accelerato io sentivo il profumo delle case giapponesi che sanno di verdure e salsa di soia; di tatami; di patate dolci; di sapone; di foglie di te`.

La fragranza libera del te` - ne sono certa – era acuita dalla brezza che spesso sbuffava dispettosa in prossimità di quel ruscello. E allora si mescevano i suoni e le note profumate del te` con quelle della brezza e dell`acqua.

Io quella preziosità olfattiva l`ho ritrovata in questo incenso.

Non e` un incenso semplicemente al te` verde. E` un impasto di legni, resine e vere foglie di puro te` Ito En.

Quaranta bastoncini di intensa rievocazione. E se non dovesse essere una rievocazione per voi, allora sara` certamente un viaggio della mente in un posto che una volta entrato in voi non vi lascia nemmeno chiedendoglielo.

Questo incenso al suo interno contiene anche un piccolo porta-incenso di porcellana verde smaltata.


16 euro + spedizione.

2 commenti:

Mami ha detto...

Non so nemmeno se avrei la forza di riportare alla mente in modo così vivido certi ricordi..
Sembra molto buono però, dove l'hai trovato?

Frappa ha detto...

Adoro gli incensi. Questo sembra molto buono. Mi è piaciuto molto anche il racconto che hai fatto...sembrava di essere su quel treno con te.. :-)