mercoledì, aprile 21, 2010

Emozioni a Kyoto

(Un incantevole albero di ciliegio in fiore, fotografato da mio marito in una stradina di Pontochoo, a Kyoto. Tutte le foto di questo articoletto sono opera sia di mio marito che mia).

Proprio cosi'. Emozioni. Tante emozioni.

Sabato mattina, dopo una notte di forte pioggia mista a nevischio, e con temperature che hanno sfiorato i 6 gradi centigradi, una Sagamihara immersa in un glaciale silenzio ci aspettava.

Il tranquillo trenino della linea Sagami ci ha condotti, senza fretta, fino ad Hashimoto dove al posto di quell'incerto nevischio che aveva inaugurato la nostra mattinata, ad attenderci invece c'era la neve.
Un'imprevista neve di fine aprile.

Sembrava davvero di essere ritornati nel cuore dell'inverno. La stazione era, come al solito, affollatissima da persone che, colte da questo inaspettato revival invernale, erano tutte infreddolite ed avvolte in pesanti cappotti.

A poche fermate da Hashimoto, c'e' la grande stazione di Shin-Yokohama, nonche' uno dei punti di sosta dello Shinkansen 新幹線. Ed e' proprio da Shin-Yokohama che abbiamo preso lo Hikari delle 7:22 e che ci avrebbe condotti rapidamente fino a Kyoto.

E' quasi un'irrinunciabile consuetudine consumare un 駅弁 ekiben sullo Shinkansen, e anche questa volta infatti, prima di salire, abbiamo acquistato due di questi appetitosi bento da viaggio:

Uno per me a base di 竹の子ご飯 takenoko-gohan (riso con germogli di bambu'), e uno a base di manzo, per mio marito.
Ecco il mio ekiben aperto:
Sul takenoko-gohan, alcuni gamberetti, spinaci ed un fiorellino di sakura in salamoia fanno da gustose guarnizioni. Tra gli okazu: una crocchetta di patate, una sardina caramellata, un fungo fritto nella pastella per tempura, verdure assortite ed una fetta di kamaboko a forma di sakura.

E nell'ekiben di mio marito, gustose fettine di manzo, in umido accompagnate da riso e da okazu vari, tra cui zenzero in salamoia, takuan, peperoni verdi, e tamagoyaki.
Dopo circa due ore e mezza di viaggio (sullo Shinkansen il tempo sembra passare ad una velocita' diversa), mi sono sentita come se in realta' fosse passato solo un quarto d'ora dal momento della partenza.

A Kyoto ci aspettava un sole brillante ed un'aria tiepida che rispecchiava alla perfezione le piu' gradevoli temperature primaverili.

A poca distanza dalla stazione centrale di Kyoto, ecco l'hotel Okura dove abbiamo alloggiato:
Quel sole allegro invogliava certamente ad uscire, e quindi, dopo aver velocemente lasciato i nostri bagagli all'Okura, ci siamo subito e volentieri persi in mezzo al viavai di persone che coloravano le strade del centro.

Con in mano una cartina dalle tonalita' pastello, siamo arrivati ai giardini imperiali dove un tripudio infinito di piante e fiori ci ha accolti con quella sognante grazia di cui solo la flora sa essere capace.

Nella foto qua a sinistra, un'insegna di legno che segnala ai visitatori l'ingresso al 京都御苑 Kyooto Gyooen, ossia i giardini imperiali di Kyoto.

E se nel Kanagawa ormai la fioritura dei ciliegi era gia' tristemente ed inesorabilmente giunta al capolinea, al giardino imperiale abbiamo potuto ancora una volta ammirare la purezza di quei fiori cosi' poeticamente malinconici.

Passeggiando per quell'immenso e curatissimo parco dall'aria cosi' sobria ed elegante, non ho potuto non notare il contrasto cromatico fra questi due splendidi alberi:

Questa volta, pero', data la minore quantita' di tempo a disposizione, abbiamo deciso di evitare il solito giro turistico dei templi, cercando cosi' di soffermarci piu' a lungo in posti a noi nuovi. Sebbene templi e santuari non abbiano fatto granche' parte del nostro breve soggiorno a Kyoto, abbiamo volentieri pero' fatto un'eccezione per l'incantevole santuario Heian 平安神宮.

Il santuario segnala la sua maestosa presenza grazie ad un imponente torii rosso che, con fierezza, si staglia contro un cielo azzurro, abbellito qua e la' da qualche soffice nuvola bianca.
Il grande santuario shintoista in tutto il suo abbagliante splendore:

E come in ogni santuario shintoista che si rispetti, naturalmente anche qui c'era l'albero di おみくじ omikuji (foglietti di carta con su scritta una predizione divina) appesi. Gli omikuji, pero', sono di solito bianchi, mentre qui al santuario Heian, per celebrare i ciliegi della primavera, erano rosa.
A prima vista, quegli omikuji rosa legati a quei rami creavano l'illusione di un vero albero in fiore.
Il santuario Heian e' affettuosamente abbracciato da un giardino che ad ogni stagione sfoggia paesaggi dai colori sempre diversi. Camminando a passi lenti per i sentieri di quel giardino, mi sono sentita leggera e serena. Vedersi circondati dalla bellezza della natura e' una di quelle esperienze che hanno la capacita' di ricordarci il valore dell'essenziale.

Non c'era nemmeno un angolo di quel giardino che non possedesse almeno un elemento di pura bellezza. A volte erano foglie dalle tonalita' talmente variegate da sembrare opera di un artista tanto matto quanto creativo; alle volte era un laghetto dalla superficie perfettamente liscia e su cui si specchiavano vanitosamente il cielo e i ciliegi; altre volte erano i raggi del sole del pomeriggio che, con fermezza, scivolavano tra i rami del boschetto rimbalzando poi sul selciato.

Prima di lasciarci alle spalle quel giardino che sembrava veramente essere uscito dalle pagine di un libro di 昔話 mukashi-banashi, mi sono fermata ad osservare per qualche minuto un vecchio edificio che fa parte del santuario. Quella veduta era cosi' indescrivibilmente bella che in quel momento avrei tanto voluto saper disegnare, e avere con me un foglio ed una matita con cui catturare quel qualcosa di magico che sa di immutato e profondo.
Erano gia' ormai quasi le tre e mezza del pomeriggio, ed era veramente arrivata l'ora di salutare il santuario Heian e il suo magnifico giardino...

...perche', anche se non lo sapevamo, a Gion ci aspettava un'indimenticabile esperienza. (continua).

5 commenti:

colombina ha detto...

le tue descrizioni sono meravigliose, fanno venir voglia di correre li, buonissima giornata!!!

K and S ha detto...

It looks like you had a nice time, I am glad :)

luby ha detto...

primo:non vedo l'ora di conoscere la sorpresa :)

secondo:ti invidio i bento!quanto ne vorrei uno così!!!

terzo:foto bellissime, come sempre!!!

ama ha detto...

Ciao, mi chiamo Amalia, ho scoperto solo ieri il tuo bellissimo blog, una finestra aperta sui miei sogni!
Non ho ancora letto tutto quanto, ovviamente, per cui rischio di farti una domanda a cui posso forse trovare risposta già tra queste pagine: come mai vivi in Giappone? Qual è la storia che ti ha portato lì? Dalla tua esperienza spero tanto di trovare suggerimenti per poter realizzare questo mio sogno... Intanto ti ringrazio per la poesia, la delicatezza e la bellezza delle tue immagini e delle tue parole. Anche la musica di sottofondo mi tocca nel cuore, mi hai fatto conoscere un artista che mi piace molto. Grazie, biancorosso!

aerie ha detto...

Che bello!
Il tuo articolo è un piccolo anticipo di quello che vedrò fa un mesetto.
Peccato che la fioritura sarà già finita.