Indubbiamente l`inizio della sua scalata e` pregno di emozioni quasi esaltanti, trepidazione, grande ed elettrizzante ansia, ma man mano che procede questi sentimenti periodicamente scemano lasciando il posto alla stanchezza, al dolore, forse alla rabbia, alla paura, alla voglia di arrestarsi.
Pero` si continua perche` si deve, perche` non c`e` altra strada da seguire se non quella che - con occhi traboccanti di sfida - ci aspetta davanti al nostro viso.
Ma l`alpinista e` un campione per il solo fatto di voler andare avanti.
E campioni siamo tutti noi che siamo ancora qua a raccontare la nostra storia e che - nonostante i turbini piu` violenti e spietati del nostro percorso - abbiamo preferito la nostra marcia, pianeggiante o in salita che sia, all`illusorio sollievo di un volo spiccato dai bordi spigolosi di una roccia.
Nel corso delle scalate, talvolta stremanti e altre volte pianeggianti e ristoratrici, s`incontrano persone assortite.
Alcune ci sfiorano solo le spalle; alcune altre entrano nella nostra esistenza soltanto con la punta di un piede riuscendo, nonostante la brevita` della loro presenza, a portare dietro se` bruttura e distruzione; altre ancora prendono una sedia confortevole e vi si siedono a cavalcioni, accomodandosi nella nostra vita con quella disinvoltura di chi si trova splendidamente a casa.
Ci sono persone, poi, che invece appaiono nella tua vita apparentemente dal nulla oppure come frutto di deliziosi e casuali (forse) incroci di coincidenze, portando dietro se` una scia di bellezza come tante collane di petali di gigli.
Questo e` proprio cio` che e` successo con lei. Dea.
Chiudo gli occhi e rivedo e rivivo tutto perfettamente.
Era primavera. La mia vita, sebbene ancora in cocci, stava lentamente lottando per ritrovare una parvenza di serenita`.
Era il 2011. Era una mattina che profumava di sole, di risvegli, di battiti al petto, di un caffe` bevuto di corsa, di foulard leggeri che si lasciano accarezza volentieri dal vento.
Ero sola su un treno che da Torino Porta Nuova mi avrebbe portata, stazione per stazione, a Piacenza dove lentamente sarebbe rinato il mio cuore. Solo che ancora non lo sapevo.
In quella mattina di sole, seduta in uno scomparto qualunque di un regionale veloce pronto a lasciarsi alle spalle Piazza Carlo Felice e Corso Vittorio Emanuele, ho ricevuto il regalo di un`amicizia con un cuore artistico.
Il suo viso brillante, forse inconsapevolmente, m`incoraggio` a scambiare due parole con lei.
Quel suo viso raggiante incorniciato da una cascata di bellissimi capelli biondi era cosi` bello da farmi pensare, forse scioccamente, che questa ragazza probabilmente fosse una modella in viaggio.
Non ricordo quasi nulla di quella conversazione. Ricordo solo che scesi io per prima, ma non prima di esserci scambiate un contatto.
Sapevo che Dea abitava a Torino e li` lavorava come psicologa.
Ma sapevo anche che lei era un`artista, una poetessa del colore.
Nella mia vita, spesso senza volerlo, mi sono accorta di galleggiare frequentemente nelle orbite degli artisti.
Forse, come sostiene il mio amico Salvatore, e` perche` c`e` affinita` di spirito e perche` ci accomuna una sensibilita` al sentito che inevitabilmente si ritrova spesso nel bello, nell`aggraziato.
Le conversazioni che capita di avere in treno, in aereo, in qualche sala d`attesa sono curiose perche` possono essere comprensibilmente superficiali oppure inaspettatamente profonde tanto da lasciare un`impronta, qualunque essa sia.
La superficialita` e`, come gia` menzionato, comprensibile: d`altra parte ci si trova in un luogo non-luogo dove non si puo` far altro che aspettare. E allora, giacche` si aspetta, perche` non aspettare leggendo - piu` o meno pigramente - un libro oppure scambiando due parole con chi si trova a dover aspettare come noi?
La profondita` in una conversazione con estranei, sebbene inaspettata, e` altresi` comprensibile perche` senza accorgercene pensiamo al fatto che tanto non rivedremo piu` quella persona e quindi cadono a terra le maschere e le commedie vanno fuori scena.
Non ricordo su cosa fosse quella conversazione con Dea, su quel treno per Piacenza in quella mattina di sole primaverile. Solo qualche sprazzo qua e la`: vita a Torino, Giappone, argomento lavoro, dipingere, viaggiare.
A poca distanza, credo, dal nostro incontro su quel treno, andai a trovare Dea nella sua casa qui a Torino. Mi aveva invitata a cena e io, con molta emozione e una certa dose di timidezza, accettai.
Ma quella fu la prima e l`ultima volta.
Fino a gennaio del 2014 quando, con la magia delle cose che sembrano avvenire per caso ma che in realta` seguono una traiettoria specifica, Dea mi chiamo`.
Venni a sapere che aveva uno studio a poca distanza, in linea d`aria, da casa mia.
Scegliemmo un giorno e l`andai a trovare.
Bella Dea. Bella, con quel suo viso sempre radioso e con quegli occhi che incoraggiano.
In compagnia di un buon caffe`, di una fetta di pandoro meravigliosamente soffice e dolce, il profumo della sua arte, dei suoi colori, dei suoi pennelli e della sua creativita` e` rifiorita la nostra amicizia.
In un mattino soleggiato, in uno studio d`artista, a Torino.
In lei ho trovato le definizioni di umilta`, di delicatezza, di talento, di grazia, di generosita` e bell`anima.
E` bastato molto poco, da quella mattina di sole impreziosita dal suo sorriso, da un buon caffe` e pandoro nel suo studio, per capire che Dea sarebbe diventata un`amica preziosa e una persona importante nella mia vita.
Importante perche`, come abbiamo avuto modo di constatare insieme, in qualche modo riusciamo ad arricchirci vicendevolmente. In sua compagnia, il tempo scivola via come la sabbia quando si cerca d`imprigionarla in un pugno.
Fra lei e me, oltre a questa bella e solare amicizia, e` nata la voglia di collaborare in progetti vari e da cui - ne sono certa - trarremo tanta forza e voglia di fare!
Uno di questi progetti nasce dalla mia volonta` di dare spazio qui su Biancorosso Giappone e su Dadakko-ya ad alcune sue opere ispirate al Giappone.
Prima di lasciare la parola colorata e delicatamente dolce alle sue pennellate nipponiche, ecco qui il suo sito: www.deabelusco.it
Le opere sono naturalmente originali e ognuna e` un pezzo unico.
I disegni misurano 40cm x 50cm e costano 60 euro l`uno.
La sua collezione, chiamata Kokke, dedicata alle bambole こけし kokeshi:
Kokeshi verde |
Kokeshi con ombrello |
Kokeshi con momiji fuchsia |
Per maggiori informazioni sui disegni di Dea Belusco, contattatemi direttamente all`indirizzo biancorossogiappone @ yahoo. it
Per finire, una scultura che e` deliziosamente Dea:
Questo cavallo e` alto 40cm e il prezzo e` di 500 euro.
www.deabelusco.it ♥
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