Dei ramen ho parlato tanto, tantissimo su questo blog. Nonostante cio', e' un argomento che non smette mai d'interessarmi.
Quasi ogni volta che mi trovo in qualche locale intenta a gustare una scodella di ramen, difficilmente mi faccio scappare l'occasione di immortalare in fotografia la meraviglia che sto assaporando.
Potrebbe venir da pensare che in fondo i ramen siano tutti uguali, e che dopo averne assaggiato un tipo in fondo li si ha assaggiati tutti. Ma non c'e' nulla di piu' falso. L'ho gia' detto in precedenza: il successo, o meno, di una ramen-ya dipende interamente dalla qualita' del brodo utilizzato.
Ognuno di questi localini, sparsi per tutto il Giappone, vanta una propria ricetta, quasi sempre segreta e gelosamente custodita.
I posti migliori, a mio avviso, sono quelli piccoli e a conduzione famigliare, ma che soprattutto non fanno parte di nessuna catena e sono gestiti in modo del tutto indipendente.
In posti del genere non e' difficile assaggiare dei ramen cosi' deliziosi da commuoversi.
Ma a parte queste piccole gemme di localini, ve ne sono molti altri che pero' servono ramen di qualita' medio-bassa o addirittura infima. Tra questi, mi sento di includere quei locali appartenenti a molte di quelle catene che pubblicizzano ramen a bassissimo prezzo (180-200 yen = 1,10/1,20 euro) dove, e il prezzo ne e' dimostrazione inconfutabile, si preferisce di gran lunga la quantita' alla quantita', e dove una scodella di ramen lascia indifferenti tanto quanto una foglia secca che cade da un albero.
Solitamente, evito posti del genere a meno che non ci sia null'altro nel raggio di qualche metro, preferendo uno di quei locali dove assieme ad un brodo sapientemente preparato, si assaggia anche il gusto di vecchi orgogli famigliari per cio' che si e' riusciti a creare.
Uno di questi posti e' むつみ屋 Mutsumiya, un locale di Ebina, specializzato in ramen in brodo di miso.
Pensate che il fondatore, tale Take Rokusuke, ha impiegato anni per realizzare la sua ricetta per i ramen al miso. Non ricordo con esattezza quanto tempo, ma circa dieci anni se non erro.
Dieci anni passati a provare e riprovare; a modificare le dosi degli ingredienti; ad aggiungere nuovi ingredienti; a far assaggiare il risultato man mano ottenuto a parenti, amici e clienti.
Una vera passione quella di Take-san; una passione che l'ha portato ad aprire diversi locali un po' su tutto il territorio nazionale, con l'intenzione di far assaggiare, a quante piu' persone possibili, i ramen preparati alla maniera di Hokkaido, ma con il brodo fatto secondo la sua ricetta.
Da Mutsumiya il menu' e' piccolissimo, e composto da quattro o cinque tipi di ramen e non di piu', piu' due varieta' di 餃子gyooza.
Ecco i ramen al miso di Mutsumiya che abbiamo assaporato alcune settimane fa:
E questi i ramen al miso e salsa di soia, sempre di Mutsumiya:
E per finire, un misto di gyooza all'aglio e maiale, e alle verdure. Ovviamente, appena fatti e brasati:
A Yokohama, invece, una sera Annalisa ed io stavamo passeggiando, con gli stomaci che brontolavano e reclamavano una cena calda e gustosa. Guarda di qua e guarda di la', abbiamo scovato in un angolino un'insegna che pubblicizzava, in modo molto modesto, un locale al terzo piano dell'edificio in questione. La specialita' del locale erano i ramen. Annalisa ha detto che il locale le ispirava fiducia, e cosi' abbiamo preso la nostra decisione.
Senza troppe esitazioni, ci siamo incamminate su per la scaletta a chiocciola che ci ha condotte in un minuscolo, ma accogliente ristorantino; un posto molto tranquillo, dall'atmosfera piacevole e rilassante; un posto ideale dove gustare in santa pace un buon pasto, e dove poter staccarsi per una mezz'oretta dallo stancante caos di Yokohama.
Per poco piu' di 600 yen, ecco quello che ha scelto Annalisa:
Shio-ramen, takikomi-gohan (riso al vapore con verdure miste), insalatina,e come dessert shiratama-zenzai (palline di riso accompagnate da marmellata di azuki).
Per poco meno, ecco che cosa ho scelto io: Shio-ramen, takikomi-gohan e deliziosi gyooza con impasto al te' verde (peccato che non si vedano molto dalla foto).
per 300 yen in piu', ci hanno servito del te' matcha appena preparato, assieme a dei divinissimi mochi cosparsi di kinako: Da sinistra verso destra, in senso orario: te' matcha, mochi con kinako, sciroppo kuro-mitsu (preparato con zucchero di canna di Okinawa), e degli inaspettati tsukemono tinti di viola (verdurine sottaceto!)
Tornando al discorso dei locali a conduzione famigliare, credo di aver gia' parlato di たてがみ屋 Tategami-ya, un ristorantino vicino casa nostra, gestito da marito e moglie con la figlia.
Anche il loro menu' e' composto da poche cose, e questo dimostra che quel poco che fanno, lo preparano come si deve. Non c'e' bisogno di strafare. Chi strafa', spesso male fa'.
E' incredibile come ognuno di questi posti (e io ne sto menzionando proprio solo una minimissima parte), prepari dei ramen infinitamente squisiti, e con ognuno un sapore suo ed inimitabile! I ramen di Tategami-ya saranno sempre diversissimi da quelli di Mutsumiya, o da quelli di Seigetsu o di Yokohama-ya, ma sta proprio in quest'ampia varieta' di sapori il fascino dei ramen.
Ecco i ramen al miso, secondo Tategami-ya:Nella loro squisita interpretazione di questa classica ricetta dei ramen, compare persino un mazzettino di spinaci al vapore!
Adesso che piano piano ci stiamo avvicinando alla primavera (anche se secondo il calendario giapponese, la primavera e' GIA' iniziata), e quindi a giornate piu' lunghe e piu' tiepide, probabilmente il desiderio di gustare ramen si assopira' un po', lasciando sicuramente posto alla voglia di sushi e zaru-soba.
A proposito di soba: mentre i miei genitori erano qui in visita da noi, siamo andati a fare un giro nella mia adorata Kappabashi. In una delle viuzze secondarie che si diramano da 合羽橋通りKappabashi-doori, ossia il corso principale, abbiamo trovato un piccolissimo e antico ristorantino dal poetico nome di Yamato. Li' i miei genitori hanno assaggiato, per la prima volta, gli udon!
E sempre li', ho mangiato la mia prima zaru-soba dell'anno, accompagnata da un tempura di verdure che era cosi' delizioso da non credere! E come potevo non scattare una foto? いただきます!!!