venerdì, dicembre 18, 2009

Gru di origami e varie

(Il mio primo origami. Tutte le foto di questo articoletto sono opera mia).

Due scosse di terremoto, una ieri notte ed un'altra stamattina verso le cinque e mezza, hanno riportato un po' di quell'ansia ed apprensione che puntualmente si provano ogniqualvolta la terra decide di tremare.

Sebbene la terra giapponese sia proverbialmente ballerina, a queste scosse forse si riesce a fare un po' l'abitudine col tempo, ma difficilmente si riesce ad ignorarle del tutto.
Almeno, per me e' senz'altro cosi'.

Dopo ogni scossa segue un momento di smarrimento, d'incertezza e di paura; e' un momento in cui tutto ritorna come prima, ma in cui il senso d'inquietudine s'infittisce e nella mente vagano libere le preoccupazioni piu' nere.

Trascorso quel momento di confusione, ecco che lentamente si ritorna alla propria quotidianita', ritrovando quell'innato ottimismo che ci fa credere che le tragedie accadano sempre in posti lontani.

Forse nelle terre sismiche la gente impara col tempo a convivere con la minaccia di probabili scosse distruttive, ed e' forse per questo che a me sembra sempre di notare da queste parti una sorta di aplomb e d'imperturbabilita', soprattutto quando si verificano scosse.

Molti mesi fa, eravamo a cena da Tonino e tutto ad un tratto ci fu una scossa abbastanza forte, tanto da riuscire a muovere e a smuovere l'intera vetrata che ricopre parte del locale. Tavoli e sedie iniziarono a tremare, e le stoviglie intonarono un minaccioso tintinnio.

M'irrigidii all'istante. Nella mia mente si rincorsero, alla velocita' del fulmine, scene catastrofiche che non fecero altro che accentuare l'ansia che gia' provavo.

Passata la scossa, giunse il momento di smarrimento e confusione in cui regno' un silenzio incredulo e un senso generale di sbigottimento, dopodiche' tutto ritorno alla normalita': il personale riprese a lavorare; chi aveva smesso di mangiare riprese il proprio pasto; chi aveva smesso di parlare, ricomincio' a sorridere e a riprendere il filo del discorso.

L'ho gia' scritto in passato, lo so, ma le scosse di terremoto sono per me una specie di promemoria che mi riporta davanti alla fragilita' della vita umana; un'annotazione che mi aiuta a riapprezzare meglio il presente.

Da bambina mi piaceva immensamente andare in biblioteca. Era una biblioteca modesta, ospitata all'interno di un anonimo edificio giallino di periferia, ma che pero' mi ha regalato tanti teneri ricordi legati alla gioia della lettura.
Andavo avidamente a curiosare nella sala per ragazzi dove abbondavano storie d'avventura, fumetti, ed innumerevoli manuali che insegnavano ai bambini la creativita'.
Ricordo in particolar modo un libretto dedicato all'arte dell'origami 折り紙, un'arte che ai miei occhi di bimba sembrava tanto affascinante quanto irraggiungibile.
Presi in prestito quel libro, lo portai a casa e lo sfogliai con riverenza. Provai a seguire le istruzioni dettagliate per creare un semplice origami, ma incappai in non poche difficolta' che presto mi fecero demordere.

Non ricordo, quindi, d'aver mai portato a termine un semplice origami...fino ad oggi.

Facendo pulizia ho scovato in una scatola una confezione di bellissima carta tradizionale da origami e che non ricordavo nemmeno piu' di avere. La trovai, tempo fa, in un set di carta da lettere, assieme anche ad alcuni adesivi.
La confezione, ancora intonsa, custodiva al suo interno tanti delicati fogli di carta colorata e decorata con disegni deliziosamente giapponesi. Li ho presi in mano, uno per uno, per ammirarli e non riuscivo a non stupirmi davanti alla bellezza di quei colori.


Improvvisamente mi e' venuta voglia di provare, seppur timidamente, a riavvicinarmi nuovamente a quest'antica arte.
Volevo provare a creare qualcosa usando questi stupendi fogli, e cosi' con l'aiuto di questo video, sono riuscita a fare il mio primo origami, ovvero un 折鶴 orizuru, cioe' una gru di origami.
Ed ecco qui la mia gru:

Ho scelto quella carta perche' i suoi colori mi ricordano molto il Natale; sono tonalita' festive e che trasmettono allegria e speranza.

La mia prima tsuru (gru) dimostra le mie traballanti abilita' da principiante, pero' dopo averla completata non ho potuto resistere e ho sorriso di felicita'!

Ieri ho ricevuto i miei primi regali di questo Natale, da parte di Kyoko la quale ha insistito affinche' li aprissi subito. Naturalmente da parte mia non mancava la curiosita' di sapere che cosa si nascondesse in quella borsa di carta con su stampata una renna con una sciarpa verde ed il cappello di Babbo Natale!

Entrambe ci siamo sedute vicino all'albero di Natale illuminato e abbiamo aperto i regali che ci eravamo appena scambiate.

Dalla borsa e' spuntata subito questa simpatica e adorabile scatolina di biscotti, decorata con i personaggi di サザエさん Sazae-san, un vecchissimo e celebre fumetto giapponese:
E Kyoko, sapendo della mia passione / fissazione con la cucina giapponese casalinga, mi ha anche regalato una confezione di pregiati shiitake essiccati ed una scatola della famosa yakinori che usa sempre lei:

E per finire, il cuore ha cominciato a battermi sempre piu' forte quando dalla borsa di carta e' spuntato questo libro:
Un curatissimo volumetto dedicato interamente alle basi essenziali dell'o-sechi-ryoori. Kyoko ha voluto regalarmelo perche' sapeva del mio desiderio di prepare qualcuno di questi tradizionalissimi piatti di Capodanno, e io non potevo che essere al settimo cielo!
Ieri sera ho sfogliato con curiosita' il libro e ho trovato davvero molte invitanti e semplici ricette che sicuramente sperimentero' nei prossimi giorni.

E per ultimo, un altro regalo molto speciale da parte di Kyoko:
Un regalo legato al caro ricordo della buonanima di suo papa', amante e profondo conoscitore del teatro kabuki.
Queste cartoline appartenevano dunque al papa' di Kyoko, e lei ieri ha voluto regalarle a me.
Sono splendide cartoline che ritraggono celebri scene di alcune opere di quest'antica e rispettatissima forma teatrale.

Kyoko mi diceva che da bambina suo papa' la portava spesso a vedere spettacoli di kabuki, e ogni volta avevano la fortuna di riuscire ad occupare ottimi posti nelle prime file. Kyoko, pero', mi diceva anche che a differenza di suo papa' lei si e' sempre annoiata a vedere queste rappresentazioni teatrali che puntualmente la facevano cadere in un sonno profondo. Pero' si svegliava sempre in tempo per cogliere suo papa' che ogni volta si commuoveva davanti a queste antiche storie, e cosi' lei accennava sempre un sorriso d'amorevole tenerezza.

E io ringrazio Kyoko, con tutto il mio cuore, per questi regali pensati e scelti con cura ed affetto, e la ringrazio per quelle cartoline che conservano il ricordo di un papa' che avrei tanto voluto conoscere.

6 commenti:

Unknown ha detto...

Cara Marianna, il tuo origami mi fa tornare in mente quando anch'io da bambina iniziai a scoprire il mondo giapponese, come te anch'io cercai di farne uno, ma ho smesso prima ancora di terminarlo, poi a distanza di anni sono riuscita a fare la mia prima gru. da noi non è semplice trovare una carta così artisticamente perfetta, quindi il risultato seppur fantastico non ha mai l'aria di un vero origami Giapponese.
Sai ho riprovato a fare i mochi, sono testarda alla fine ci sono riuscita, il sapore è cambiato ed è diventato uno dei miei dolci preferiti. quando la ricetta è riuscita (quella che avevo trovato precedentemente dava al riso un sapore bruttissimo, poi ho trovato una ricetta inglese che sostituiva il riso con la farina di riso) la delusione che era apparsa è scomparsa. A casa non ha avuto molto successo tra la mia famiglia, ma è difficile apprezzare una cucina alquanto strana per alcuni palati occidentali.
il teatro kabuki mi ha sempre affascinata, spero un giorno di riuscire a colmare questo mio desiderio di vederne uno dal vivo.
un caro saluto,
Aria

Mari ha detto...

di nuovo un bellissimo post e bellissime foto.
per quanto riguarda il terremoto...a me succede di sentirmi totalmente impotente in aereo, specie ora che ho dei bambini.
Dopo allarmi di tornados, allagamenti, tempeste di sabbia, dovrei essere vaccinata ma no: le forze della natura e l'imprevedibilitá degli avvenimenti mi mettono una certa preoccupazione, peró - come dici tu - mi fanno apprezzare tutto quello che ho ancora di piú.

Tzugumi ha detto...

Quando ero poco più che un'adolescente mi fu regalato un bellissimo libro sugli origami, con spiegazioni semplicissime e piccole note sui significati delle varie figure. Ho imparato a farne circa la metà di quelli illustrati, poi c'erano quelli più difficili che necessitavano assolutamente di carta idonea per le piegature, carta che ovviamente io nel mio paesino non potevo proprio trovare. Decisamente una gru con foglio a quadretti non ha lo stesso fascino di quella che hai realizzato tu...ed hai ragione, quei colori sono molto natalizi.
_Un abbraccio :)
PS: ho cominciato a leggere i tuoi primi post!

clelia ha detto...

Troppo bella la carta da origami... qui a Padova al massimo la si trova di colore pastello. Sinceramnete è tristissima!! La tua invece è a dir poco magnifica. uella a sfondo nero è la più bella ed elegante per me!!!
Guardando la tua gru mi è venuto in mente che, quando ero alle Medie, corrispondevo con una ragazzina giapponese di cui ricordo solo il cognome..Watanabe che credo sia un pò come Rossi o Bianchi da noi. La cosa simpatica è che io le scrivevo in inglese su Venezia (inglese maccheronico...)
,lei rispondeva in inglese perfetto raccontandomi come di piegavano i kimono o come si piegava la carta origami per fare una gru come la tua.... mai riuscita.. ma neppure mi ci metto. Mi manca pazienza e grazia nel fare. Sono tipo.. ELEFANTE in fatto di manualità.
Un saluto ed un sincero augurio di tanta serenità.
Clelia
Padova

ha detto...

è un pò che ti leggo, è un piacere passare da qui, il tuo blog è curatissimo e ricchissimo di cose interessantissime! buon natale e buone feste, e soprattutto buona preparazione dei nuovi piatti che hai in mente!

Tizy ha detto...

Queste cartoline sono decorate preziosamente e sentirle col tocco delle dita, dev'essere un'emozione stupenda e senza precedenti, ma principalmente perché son un dono fatto col cuore.