lunedì, ottobre 30, 2006

Una caramella del passato: Kokuto Ame


Sono una persona curiosa, anzi curiosissima. Lo sono da sempre.

Ieri pomeriggio ero in un grosso Coin Shop (100 yen shop), e mentre curiosavo nella corsia delle caramelle, ho trovato quelle che vedete raffigurate nella foto a sinistra.

Ad onor del vero, non sono una grande mangiatrice di caramelle, pero' ne cercavo un tipo in particolare di cui avevo letto su un blog interamente dedicato alle caramelle appunto, o come le chiamiamo noi a Torino, i bombi.
Cercavo delle caramelle tradizionali giapponesi, chiamate kuro-zato, ovvero zucchero nero.

M'incuriosivano perche' pare si tratti di un tipo di caramelle dalla storia antica, che affonda le proprie radici a partire dalla meta' del 1800.
Non mi ci e' voluto molto prima di trovarne un assortimento gigantesco! Questo perche' i giapponesi amano il sapore del kuro-zato da sempre, ed e' quindi comprensibile il fatto che siano tante le ditte produttrici di questa particolare leccornia nipponica.

Ma la predilezione che i giapponesi hanno per il kuro-zato non si limita semplicemente ad una mera golosita': sono note, infatti, le sue proprieta' calmanti della tosse.
Nella medicina tradizionale giapponese, viene fatto uso da sempre, dello zucchero di canna e melasse (che sono poi gli ingredienti principale delle caramelle in questione).

Molte ditte dolciarie giapponesi, producono al giorno d'oggi caramelle kuro-zato con l'aggiunta di mentolo o di miele, ideali quindi per quando si ha mal di gola e una tosse insistente e fastidiosa.

Ma le caramelle kuro-zato tradizionali, sono quelle che hanno il semplice ma irresistibile sapore dello zucchero di canna e delle melasse, senza altri sapori aggiunti.

Quando ho visto l'enorme assortimento di kuro-zato sugli scaffali del Coin Shop, non sapevo assolutamente quale scegliere. E cosi' sono andata a caso, facendomi guidare dalla mia curiosita' e dall'aspetto esteriore delle confezioni.
Quella che ho scelto e' cosi' carina, che ho deciso di prenderla.

E poi le caramelle, all'interno, sono confezionate una per una, con una carta nera molto graziosa, che riporta le stesse immagini stampate sulla busta.

E cosi' ho scoperto che queste deliziose caramelle, oltre ad essere delle kuro-zato, sono le Okinawa Kokuto Ame!

Okinawa e' un arcipelago giapponese, composto da centinaia di piccole isole, tra cui quella omonima piu' importante.
Oltre a cio', Okinawa e' la parte piu' a meridione di tutto il Giappone.

Questa e' una parte del Giappone molto particolare, soprattutto caratterizzata da una fortissima identita' culturale che gli abitanti di Okinawa rivendicano da tanto tempo.
Qui, infatti, si parlano lingue (e non dialetti!) che vengono di gran lunga preferiti al giapponese standard, ovvero la lingua ufficiale del Paese, anche se il Governo giapponese da anni scoraggia l'uso di queste lingue minori, per dare risalto e precedenza al Nihongo.

Gli okinawan vantano un grande e ricco patrimonio artistico e culturale, di cui ancora non so molto ma del quale, indubbiamente, imparero' tanto.
Da come potete vedere nella foto della busta di caramelle (aperta!), ho gia' assaggiato queste piccole delizie. E che vi posso dire? Sono squisite! Adesso capisco appieno la passione tutta nipponica per quest'antica caramella.

Ne sto mangiando un'altra in questo momento, per poter meglio descrivervela (si', davvero, non e' una scusa!):

La caramella e' dura, marroncina e rotonda. Appena la si tira fuori dal suo piccolo involucro nero, si sente un odore di zucchero di canna abbastanza forte.
Appena la si mette in bocca, si percepisce subito quel caratteristico sapore di zucchero di canna e di melasse, che e' poi lo stesso sapore iniziale che si sente quando si mangia una liquirizia gommosa.

Ma con le Kokuto Ame, a differenza delle liquirizie gommose, quel sapore continua per tutta la durata della caramella.

E' una caramella dal gusto piacevole e confortante. Al pensiero che si tratta di un dolciume antico e che vanta una storia e tradizioni ammirevoli, non mi commuovo ma quasi.

Non so se si riescano a trovare facilmente le kuro-zato al di fuori del Giappone, ma se doveste riuscire a scovarle, vi consiglio caldamente di assaggiarle. Se non altro usate la scusa della tosse e del mal di gola, scusante peraltro molto credibile, visto e considerato che non a tutti piace mangiare pastigliette alla menta, eucaliptolo e simili.