Akiko e' venuta stamattina a prendermi e mi ha portata, senza che lo sapessi, in questo piccolo parco nascosto e circondato da tanto verde.
In mezzo al parco, regnava un laghetto in cui crescevano fieri e rigogliosi i fiori di loto sacri e che in giapponese vengono chiamati 蓮 hasu.
Io ho spalancato gli occhi, il cuore ha cominciato a battermi forte e in quel momento avrei voluto poter catturare con uno solo sguardo quel dipinto vivente.
Questi principeschi fiori acquatici sono circondati da un'aura di misticismo perche' sono elementi perennemente presenti nei dipinti e nelle sculture buddiste ed induiste.
I fiori di loto sacri nascono nel fango piu' nero, pero' quando crescono rivelano un incanto puro ed immacolato, dai colori cosi' limpidi e brillanti da stregare inevitabilmente lo sguardo umano.
Questa loro trasformazione crisalidea, nella concezione buddista ed induista, viene paragonata al viaggio spirituale che l'uomo compie passando dal lordume del fango materialista fino a raggiungere l'abbagliante candore nirvanico a cui dovremmo aspirare.
Osservando con occhio attento una delle tante immagini sacre della dea induista Lakshmi, noterete sicuramente la presenza di questi maestosi fiori:


Noi, pur non essendo arrivati presto, siamo state fortunate perche' alcuni fiori erano ancora aperti; era come se ci stessero aspettando.
Gli steli lunghissimi e spessi accentuano quest'aria d'imponenza e grandiosita' che questi fiori trasmettono fin dal primo momento. E' come se volessero mettere subito in chiaro che loro non hanno nulla a che spartire con fragili margheritine o delicate primulette.
Mentre osservavo i fiori di loto sacri mi sentivo un po' in soggezione al loro cospetto. Io li guardavo e li ammiravo, ma loro era come se, sospirando, mi scrutassero svogliatamente.
Gli steli dei fiori di loto si muovevano pesantemente, ondeggiando con pigrizia ed emanando, al contempo, intensi effluvi della loro fragranza preziosa e magnetica.
Intanto, il cielo si stava facendo sempre piu' minaccioso. Era arrivata l'ora di andare via e di lasciare il cuore magico di quel giardino, quel cuore dove risiedono con eleganza questi mistici messaggeri botanici.
Mi sono voltata promettendo a me stessa di ritornare, e con il desiderio di fare, prima di congedarmi, un inchino a questi regali gioielli millenari della natura.

Il ristorante, creato all'interno di una vecchia villa di campagna, si chiama 霜月亭 Shimotsuki-tei. Il nome e' deliziosamente giapponese perche' riflette l'adorazione che i nipponici dimostrano nei confronti delle stagioni e dei cambiamenti che esse portano.
Shimotsuki vuol dire novembre. Si', certo, anche 十一月 juu-ichi-gatsu vuol dire novembre, ma i nomi giapponesi dei mesi non potevano limitarsi ad avere una sola versione. Vedete, la struggente eleganza della lingua giapponese si riflette anche in queste dualita' lessicali che mettono in risalto la sua natura poetica.
Le versioni piu' poetiche dei nomi dei mesi, dunque, pur non essendo usate comunemente, aggiungono un tocco di bellezza e delicatezza ad una lettera o ad un discorso, soprattutto nel caso delle corrispondenze epistolari in cui un accenno al tempo e al passare delle stagioni e' una consuetudine cosi' fedelmente osservata da essere quasi d'obbligo.
Da Shimotsuki-tei viene servita una cucina delicatamente a meta' fra quella francese e quella giapponese. Un connubio tanto inaspettato quanto affascinante.
Dopo esserci accomodate in un'elegante stanza decorata con tatami sul pavimento, pannelli di legno di ciliegio scuro alle pareti, quadri di calligrafia cinese e vasi di Limoges, ci e' stato immediatamente portato un refrigerante oshibori. E poco dopo, un fragrante preludio gastronomico:
L'anago e' l'anguilla di mare, ed e' piu' piccola rispetto alla sua cugina d'acqua dolce.
Il sapore dell'anago era infinitamente piu' delicato di quello dell'anguilla di fiume. Ora c'e' un altro pesce che posso aggiungere alla lista dei miei preferiti.
Subito dopo, e' arrivata una squisita vellutata fredda agli asparagi di cui, pero', non ho fatto molto in tempo a fare una foto e quindi devo, per forza, passare al piatto protagonista:
Non ci sono parole per descrivervi la bonta' di questo piatto. Ogni sapore danzava con entusiasmo davanti a me, ma senza venir mai oscurato dagli altri gusti; sapori e profumi intensi permeavano l'aria, ed ogni boccone mi regalava un briciolo di gioia.
Il pasto, nel frattempo, e' stato arricchito dalla presenza di crostini baciati da pate' di foie gras d'oca, fettine di pane baguette appena sfornato e burro fresco.
Essendo Shimotsuki-tei un ristorante franco-giapponese, abbiamo mangiato queste delizie francesi con le bacchette ed abbiamo concluso il nostro pasto con del riso al vapore aromatizzato con della たかな takana ovvero un tipo di verdura giapponese, tsukemono di cetrioli e zenzero, e zuppa di miso con tofu ed alga wakame.
Guardate che meraviglia il contenitore della zuppa di miso!
Alla fine, e' arrivato persino un ottimo caffe' che ha concluso davvero in modo eccellente questo divino pasto epicureo.
Nel frattempo, fuori pioveva a dirotto, e sebbene dall'uscita del ristorante alla macchina ci fosse da percorrere un metro scarso di strada, sia Akiko che io ci siamo completamente inzuppate d'acqua e siamo entrate in macchina completamente fradicie. Pero' eravamo cosi' contente e sorridenti che dell'acqua ce ne siamo subito dimenticate!
Il nostro splendido pomeriggio si e' concluso in un museo di vecchie stampe dove sono conservati opere minori, ma non per questo meno affascinanti, di Picasso, Chagalle, Schiele e diversi pittori giapponesi e cinesi.
Sono tornata a casa con il cuore stracolmo di gioia e con un sorriso stampato sul mio volto. Queste ultime settimane sono state movimentate, soprattutto dal punto di vista emotivo come gia' accennato nell'articoletto scorso, e quindi avevo proprio bisogno di un'incantevole giornata come questa!
Akiko cara, so che leggi il mio blog e quindi ti ringrazio ancora di cuore per questa meravigliosa giornata che abbiamo trascorso!

10 commenti:
complimenti per le foto Marianna! soprattutto la prima è spettacolare poi con la descrizione accurata che fai è tutto a dir poco fantastico!voglio vedeer anch io i fiori di loto!per il ristorantino mi hai fatto venire una fame >,<
la prossima volta che tornerò in Giappone voglio conoscere la famosa Akiko!!!verrò a settembre dell'anno prossimo se tutto va bene!
Bellissimi questi fiori di loto. Complimenti per le foto, per le descrizioni e per tutto il blog. Da quando l'ho scoperto la passione per il giappone si è rinnovata ed è diventata molto più impellente :)
bellissime foto, bellissimi fiori!
che meraviglia i fiori di loto :-)
Che meraviglia Marianna. Mi sa che nei prossimi giorni vado all'orto botanico.. mi hai fatto ricordare che certi posti sono magici, in certi momenti.
Ciao, è da un po' che ti leggo, e finalmente mi sono decisa a commentare: questo post è a dir poco stupendo, attraverso le tue parole sei riuscita a trasmettere una grandissima emozione anche a me!
Spero che dai tuoi a Torino ora sia tutto a posto,
un abbraccio
Kirù
Ciao Mary,
sai non sapevo di tutta questa bella storia, devo dire ke i fiori di loto mi han smepre appassionato ed ora scopro che in giappone sono molto importanti. Bellissimi quelli rosa pallido che sono sacri. Sulle verdure beh non sembrano un granchè ma d'altronde a me piacciono quindi anche se non sono fotogeniche ne vado matta. Di solito non tutto quello che appare all'occhio bello è anche buono e le verdure lo rispecchiano pienamente, pur non essendo belle da vedere a me piacciono tantissimo. Un bacione grandissimo domani Erika m porta il pacco finalmente eheheheh t farò sapereee kiss
Mi è dispiaciuto molto, nel mio poco tempo in Giappone, non poter vedere il loto in fiore (così come i ciliegi), però devo dire che la sterminata distesa delle foglie del loto al tempio Toji di Kyoto è stato comunque uno spettacolo suggestivo ed indimenticabile.
Che belli questi fiori!
Spero ti siano di buon auspicio per il tuo problema!
Che belli i fiori, davvero trasmettono una gran serenità. I piatti invece non mi attirano tantissimo... sarà il tocco "francese", visto che a me la cucina francese non mi è mai andata molto giù :-))) ma se dici che erano buoni, ci credo!
*Lucia*
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