giovedì, settembre 11, 2008

Soba e lanterne rosse

Il tiremmolla meteorologico non e' ancora terminato, e infatti oggi era una giornata talmente calda che se fossi stata colta da un attacco di amnesia (in giapponese 健忘症 kenbooshoo...una parola che magari mai mi servira', ma che ho imparato grazie alle telenovele nipponiche dove c'e' sempre qualcuno che improvvisamente dimentica tutto e tutti), avrei pensato di essere a cavallo tra luglio e agosto, magari sulle spiagge di Enoshima.

Con quell'afa e' difficile pensare ad un piatto fumante, figuriamoci se poi quel piatto bisogna mangiarselo.

Insomma, il caldo e lo zelante entusiasmo soboso di Udesky sono stati i complici principi della mia scelta culinaria di oggi.

La mancanza di tempo ed uno stomaco lagnoso, inoltre, hanno fatto si' che la mia pazienza si riducesse al minimo, conducendomi in direzione di cibi freschi, leggeri e veloci - ma che dico...fulminei - da preparare.

La soba, dunque, ha soccorso il mio appetito famelico di oggi e ha calmato un po' quella mia eccessiva pignoleria gastronomica di cui e' responsabile il caldaccio di questi ultimi due giorni.

Nella foto che vedete in alto a sinistra c'e' la soba che mi sono preparata per pranzo, accompagnata da una deliziosa soba-tsuyu e da una punta di wasabi.

Vediamo come si prepara la soba. Noterete che non e' affatto difficile e che e' come preparare la pasta; ci sono solo un paio di accorgimenti da tenere a mente, ma niente di troppo complicato.

Si riempie una pentola con abbondante acqua, e la si mette sul fuoco a fiamma medio-alta, dopodiche' si aspetta l'ebollizione.
L'acqua di cottura per la soba non si deve salare poiche' la soba stessa gia' contiene del sale.

Quando l'acqua bolle, vi si versa la soba delicatamente senza spezzarla, e con i saibashi la si gira piano piano per accertarsi che sia completamente ricoperta d'acqua.
E' importante, a questo punto, continuare la cottura facendo sobbollire l'acqua, quindi evitando un'ebollizione vivace.

Si lascia cuocere la soba per il tempo di cottura indicato sulla confezione (la mia ha impiegato circa 7 minuti), dopodiche' la si scola.
Quindi, si scola la soba e la si rimette nella pentola. A questo punto, si riempie la pentola di acqua fredda.
Aiutandosi con le mani, bisogna muovere delicatamente la soba per cercare di eliminare sia l'odore che la consistenza farinosa che e' tipica di questi spaghetti giapponesi.
A questo punto si scola nuovamente la soba. Io l'ho lasciata in uno scolapasta e sempre aiutandomi con un getto d'acqua fredda, l'ho risciacquata ancora un paio di volte.
E ora la soba e' pronta per essere portata in tavola! Se avete voglia di essere creativi e se tenete al lato estetico della faccenda, allora magari potreste sistemare per benino la soba, senza limitarvi semplicemente a versarla in un recipiente da portare in tavola.
Qui in Giappone, in genere, la soba fredda viene raggruppata in ordinate porzioncine, ed ogni porzione solitamente rappresenta un boccone da intingere nella salsina apposita. Di solito, si servono una decina di queste porzioncine per persona.
La tradizione vuole il vassoio di bambu' per la soba, ma se non l'avete non disperate! Un piatto qualunque (magari cercatelo di un bel colore che contrasti con la tonalita' marroncina della soba) andra' comunque bene.

Io ho cominciato a dividere la soba in mazzetti che ho disposto sul mio vassoio di bambu'.
Ed ecco tutta la soba sistemata per benino:
Per il condimento, invece, ho preso la scorciatoia e ho utilizzato del buon concentrato di soba-tsuyu che mi ha regalato Kyoko. Ho diluito il concentrato con dell'acqua leggermente tiepida, e ho versato la salsina ottenuta nella mia adorata soba-choko (scodellina per il condimento della soba) comprata al museo Edo di Tokyo, ed abbellita da un decoro molto giapponese e molto tipico dell'epoca:
In frigo avevo pochi condimenti, ma mi andava bene cosi'. La soba e' ottima anche se consumata senza tanti fronzoli. Lo scalogno, ad esempio, e' di solito presente nella salsina ma io l'ho tralasciato ed era tutto ottimo comunque.
Non ho pero' rinunciato ad una piccola punta di wasabi.
Et voila'! Itadakimasu!
Vi starete chiedendo cosa c'entrino le lanterne rosse dato che, fino adesso, non le ho neppure menzionate?

Alcune sere fa, nonostante un invadente temporale che ha reso l'aria insopportabile e terribilmente pesante avesse appena terminato di tormentare il tranquillo Kanagawa, mio marito ed io ci siamo incamminati in direzione dello Zama Jinja dove si stava svolgendo una piccola sagra organizzata da una specie di pro-loco per gli anziani della zona.
Noi siamo semplicemente andati a curiosare dato che c'erano alcune bancarelle di profumatissimi yakitori, ma come gia' immaginavamo, non solo eravamo gli unici stranieri ma eravamo pure gli unici che non avessero ancora superato la soglia degli -anta.

In corso c'era persino una piccola rappresentazione teatrale di Noh, proprio vicino al vecchio tempio! Direi che uno sfondo piu' suggestivo proprio non si possa avere!

Un'esile signora molto anziana e' arrivata fino al tempio dopo aver percorso, con lentezza e con fatica, la lunga scalinata di pietra grigia.
La pioggia la costringeva a ripararsi con un delicatissimo ombrello rosa che pero' teneva con un garbo d'altri tempi.
Dopo essere giunta nel piazzale vicino al tempio, e prima di avvicinarsi alle tante sedie su cui erano accomodati tantissimi arzilli nonnetti rapiti dal Noh ed intenti a sgranocchiare fragranti snack croccanti di riso, si e' data un'aggiustata all'aggraziata chioma, passandosi delicatamente la mano vicino alle orecchie per rimettere a posto quei ribelli ciuffetti che le davano un'aria disordinata.
Molto timidamente si e' avvicinata al gruppetto dei nonnetti sgranocchianti, ed e' rimasta per qualche minuto in piedi a guardare lo spettacolo anche se non lo seguiva con grande attenzione; il suo sguardo, infatti, continuava a prendere di mira una sedia vuota che era rimasta strategicamente (forse) piazzata vicino ad un nonno gracilino e dall'aria taciturna.
Con finto distacco, la signora ha inizialmente chiuso l'ombrello facendo attenzione a non schizzare l'acqua da nessuna parte e a non fare alcun rumore; ha poi appoggiato l'ombrello in un angolo, si e' data ancora una sistemata ai capelli e si e' poi seduta vicino al nonnetto gracile e taciturno il quale, pero', non si e' nemmeno accorto della presenza di lei.
La signora, pero', aveva un'aria emozionata e sembrava voler accennare un sorriso che pero' ha prontamente nascosto.

Dopo poco, pero', la pioggia ha ripreso prepotentemente ad infastidirci, costringendoci a riavviarci verso casa.
Ma prima, pero', ho scattato qualche foto alle tante lanterne rosse che costellavano la scalinata che dal tempio riconduce in strada.
Il contrasto del rosso acceso delle lanterne con il buio della sera creava un'atmosfera molto poetica e che mi fa venire voglia di scrivere e scrivere.

Ma ora e' tardi e i miei occhi sono stanchi, quindi lascio a voi l'invito ad immaginare queste lanterne rosse avvolte in quella coltre di umidita' settembrina, con nell'aria l'odore dell'incenso misto a quello del pollo alla piastra, arricchito dall'eco dei vecchi canti provenienti dal tempio.

6 commenti:

P. ha detto...

Ma che meraviglia...e quanta nostalgia mi fai venire...
Non smetterò mai di ringraziarti per questi splendidi resoconti *O*

Anonimo ha detto...

Marianna era quello che cercavo. Mi serviva proprio una descrizione chiara per cucinare la Soba. La voglio prendere il prima possibile e provare a farla, mi incuriosisce molto.
Quindi grazie :)
Un abbraccio
Samantha

Sick Girl ha detto...

mi ingolosisce molto la soba... se non si mette a piovere quando esco dall'ufficio vado ad esplorare un negozio di cibi orientali per vedere se la trovo.
Sei una grande osservatrice e i tuoi racconti sono sempre molto interessanti, deve essere stata una atmosfera magica quella del tempio con le lanterne accese.

p.s. ho ricevuto la tua mail sulla spedizione del pacco, ora non mi resta che aspettare, appena arriva ti faccio sapere :-)

Anonimo ha detto...

mmmmmmmmmmmh che buoniiiiiiiiiiiii
nn ho mai provato la soba che sapore ha? quante cose m stò perdendo xò è bello conoscere anche la storia dei piatti trop affascinante

Unknown ha detto...

Gravetown's author,
Grazie della visita e del commento!
Sono contenta ti piacciano i miei articoletti!

Ciao Samantha,
grazie della visita e del commento. Sono contenta di esserti stata utile con la ricetta per preparare la soba! :)
Se la farai, fammi sapere come ti e' venuta, mi raccomando! ;)

Ciao Ginevra,
grazie della visita e del commento!
Hai detto che avevi poi comprato e preparato la soba al te' verde, ma che hai usato come salsina la salsa di soia, vero?
Rimediero' a cio' mettendo sul blog la ricetta per fare la soba-tsuyu in casa. Non e' difficile da fare, ma io ho fatto la pigra usando il concentrato gia' pronto!
Comunque, mettero' la ricetta al piu' presto per la tsuyu cosi' la provi! ;)

Ciao Tizy,
Grazie della visita! :)
Mm, il sapore della soba e' un po' difficile da descrivere. Hai mai assaggiato i pizzoccheri della Valtellina? Siccome anche i pizzoccheri sono fatti di grano saraceno, come sapore e consistenza si avvicinano molto alla soba.
Un altro paragone che potrei fare (anche se e' meno preciso) e' con la pasta integrale. Pero', a differenza di quest'ultima, la soba ha un sapore molto delicato e che si sente appena.
Se ti capitasse di andare in un ristorante giapponese, ti consiglio di provare la soba, sia calda che fredda, anche se trovare della buona soba calda in brodo non e' molto semplice; persino qui sono pochi i posti che sanno preparare un buon brodo per la soba, mentre e' molto piu' facile trovare dell'ottima soba fredda.
Ciao Tizy, un abbraccione! :)

TheFrahorus ha detto...

Adoro il tuo stile di scrittura, mi trasmette tanta pace nel cuore e mi contagi alle magiche atmosfere che si vivono in Giappone.