martedì, febbraio 27, 2007
Riflessioni & Co.
A proposito, ieri ho saputo i risultati del mio midterm di storia e ho preso 98/100! Evvai! Il prof. mi ha dato 10/10 su ognuno dei 6 temi che ho consegnato il giorno dell'esame, e 38/40 nella prova scritta, quindi un totale di 98/100 appunto.
Questo per me e' un grande traguardo, specialmente se penso a quando ho iniziato questo corso e a quanto mi sia fatta prendere dallo sconforto nel vedere l'immensa mole di roba da leggere che c'era, piu' il modo di fare molto esigente del professore. Davvero, non credevo di poter ottenere un risultato tale! Sono contenta e ora mi sento spronata a continuare bene.
Ho appena finito di leggere le notizie in prima pagina sulla Stampa, e non posso non rimanere allibita davanti a certe cose, e mi riferisco all'attentato che c'e' stato alla base americana in Afghanistan dove, peraltro, c'era in visita il vice-presidente Dick Cheney. Pare che siano venti persone ad averci rimesso la vita.
Protestare e' un diritto sacrosantissimo di ogni essere umano, per carita' e su questo non discuto, ma quando alla protesta si unisce la violenza, si passa automaticamente dalla parte del torto. Punto. E su questo non transigo.
Per come sono fatta io, pur non avendo sempre opinioni concordanti con chi protesta, spesso mi interessa sapere esattamente i motivi che spingono certi a manifestare, scendere in piazza per partecipare a lunghi e sonori cortei, perche' sono dell'idea che tra due gruppi con idee divergenti si possa instaurare un dialogo atto a creare una sorta di ponte, per permettere di venirsi incontro. Questo non significa imporre le proprie idee sugli altri perche' e' sbagliato e controproducente, ma vuol dire semplicemente venirsi incontro appunto.
Ma nel momento in cui si ricorre alla violenza per evidenziare il proprio punto di vista e attirare l'attenzione, dentro di me cessa un qualunque interesse nei confronti di opinioni diverse. Ci si viene incontro, si ragiona, si comunica apertamente solo con le persone civili. Con i teppisti non vedo che dialogo ci possa essere.
Di solito mi astengo dall'esprimere le mie opinioni politiche perche' non serve. La politica e' un argomento non semplice da affrontare, ma non tanto perche' e' inevitabile trovare persone che la pensano diversamente da noi, quanto per il fatto che ritengo quasi impossibile farsi un'opinione obiettiva in materia. Quello che sappiamo e' frutto di notizie filtrate e modificate che ci vengono propinate tramite i giornali, la radio e la televisione.
I mass-media stessi non sono in grado di dare informazioni in modo uniforme e preciso, se poi a questo aggiungiamo le loro varie affiliazioni e preferenze politiche, addio.
Leggi un giornale di sinistra, e t'imbottisci d'idee di sinistra. Leggi un giornale di destra e ti riempi la testa di idee di destra. Mi pare ovvio. Lo stesso capita con i vari tg e i vari programmi di attualita' e talk-show dove si discorre di questo e di quello.
Per questo non riesco mai a parlare di politica. Non che non abbia le mie convinzioni e idee politiche, pero' credo che siano comunque incomplete.
Le idee complete ce l'ha solo chi la verita' la conosce da vicino, e questo di sicuro non sono io.
Inoltre non mi piace intavolare discorsi politici perche':
1- si finisce sempre col litigare
2- sono inconcludenti ed inutili, anche perche' mica siamo noi al Governo
3- si fa in fretta a parlare, ma bisognerebbe trovarsi nei panni di chi il potere ce l'ha veramente
4- crea tensioni ed inimicizie
Se ho un'amica con idee diverse dalle mie, non voglio litigare solo per quello. Le idee sono le sue, e io ho le mie. Basta. E' come con la religione: c'e' gente che ti volta le spalle perche' non frequenti la loro stessa congregazione, perche' non vai a messa la domenica ecc. - certo, non si dovrebbe giudicare, ma bel modo di essere cristiani. Ecco, a me quell'ipocrisia di chi si comporta da tiranno durante la settimana, per poi andare a purificarsi la domenica in chiesa, non va.
Lo stesso vale per la politica. Io ho le mie idee e gli altri hanno le loro. Religione e politica sono fatti privati. Punto e basta.
Non mi piace usare questo mio blog per fare riflessioni politiche, perche' non e' questo il suo scopo, ma oggi mi andava di sfogarmi e cosi' l'ho fatto.
venerdì, febbraio 23, 2007
Yasumi
Credo sia andato bene: mi sentivo relativamente tranquilla.
E ieri, come al solito, ho avuto lezione di giapponese. Martedi' ci sara' una prova di verifica di questa materia...speriamo in bene!
Oggi pero' mi sono proprio rilassata. Tanto per cominciare, ieri sera sul tardi ho telefonato ai miei in Italia e ci siamo fatti una bella chiacchierata. Me ne sono andata a dormire che era gia' molto tardi, ma non ero per niente preoccupata visto che oggi non avrei avuto lezione, per cui ero libera di alzarmi all'ora che volevo.
Mi sono alzata ad un'ora scandalosa, mi sono fatta il mio bel caffe' e poi, di buona lena, mi sono messa a lavare i pavimenti. Che razza di relax, penserete voi. Ma per me adesso fare le pulizie e' un'attivita' che mi distende i nervi e mi aiuta a ritrovare la calma.
E' sempre una bella sensazione quella che si prova dopo aver fatto le pulizie per casa, perche' si vedono i frutti del proprio lavoro: una casa in ordine, coi pavimenti lucidi, e tutto che splende.
Domani non so ancora che faremo, anche se so che in serata ci troveremo con la nostra amica Natsuki, e penso andremo a cena da qualche parte, non so.
Oggi mi sarebbe piaciuto andare a fare una passeggiata, ma poi il tempo, purtroppo, non me l'ha permesso: ha piovuto molto e l'aria era fredda, per cui ho preferito sbrigarmi le pulizie che sono costretta a rimandare durante la settimana.
Ah, dimenticavo: yasumi significa giorno di riposo, di vacanza in giapponese.
mercoledì, febbraio 21, 2007
Capodanno cinese a Chinatown

Ci sono stati i festeggiamenti per il Capodanno cinese, grande ricorrenza non solo per i cinesi della Cina continentale, Hong Kong, Taiwan ecc, ma anche per le comunita' cinesi qui in Giappone e in altre parti del mondo.C'era un viavai di gente incredibile. Era cosi' affollata Chinatown che e' stato persino difficile camminare e farsi spazio tra le viuzze strette del quartiere.
Questa foto che vedete l'ho scattata io: questa e' l'entrata del tempio buddista cinese. L'ingresso era aperto a tutti. Subito dopo l'entrata, sulla destra, c'era un gabbiotto dove una signora vendeva dei bastoncini d'incenso da poter bruciare nella piazza del tempio, oppure sopra, davanti all'entrata dell'edificio stesso.
Purtroppo, vista la folla, siamo solo riusciti a salire la scalinata che conduce su all'ingresso principale, ma la calca ci ha impedito di entrare e vedere la statua del Buddha.
Dopo poco abbiamo incontrato alcuni amici e colleghi di lavoro di mio marito, e assieme abbiamo passeggiato. Siamo poi arrivati in un autentico ristorante cantonese, gestito dalla moglie di uno degli amici della comitiva. Li' ci siamo fermati per cena e abbiamo assaggiato piatti davvero squisiti.
C'e' da fare una piccola premessa: prima di venire qui in Giappone, pensavo che indubbiamente non sarebbe stato per niente difficile trovare della buona cucina cinese qui. Ero giunta a quella conclusione vista la vicinanza geografica tra questi due Paesi, ma mi sbagliavo.Purtroppo anche qui i ristoranti cinesi autentici e non giapponesizzati (o italianizzati in Italia e americanizzati negli Stati Uniti) non si trovano tanto facilmente. La zona migliore dove andare e' decisamente Chinatown, anche se qualche ristorante cinese come si deve si trova anche in altre zone, tipo a Yamato per esempio.
In quel ristorante abbiamo assaggiato del riso cosiddetto alla cantonese, dei grossi gamberi fritti e passati in un misto di spezie piccanti tritate, pezzettini di maiale fritti, spaghettini di riso con verdure, zuppa di verdure miste, pollo con verdure.
Tra i tanti ottimi piatti ce ne sono stati alcuni che invece mi hanno fatta un po' storcere il naso, tipo le zampe di gallina bollite che non ho avuto il coraggio di assaggiare, e le lingue d'oca arrostite. Quest'ultime, poi, quando le ho viste arrivare, non sapendo cosa fossero ho creduto si trattasse di calamaretti fritti, anche se la forma non era proprio quella che ricordavo, e infatti mi sbagliavo.
Questa che vedete, invece, e' l'immagine del tempio al quale si accede dall'arco della foto su in alto.
Ancora lanterne rosse del Capodanno cinese.
Se mai doveste capitare di venire a visitare questo magnifico e pittoresco quartiere, credo rimarrete anche voi rapiti dalla surreale atmosfera che si respira li'. Ne verrete via completamente affascinati e stregati. E' come se, uscendo dalle porte d'ingresso cinesi, usciste da una dimensione per accedere ad un'altra, quella giapponese. E li' sta poi a voi la scelta, anche se io personalmente non scelgo, ma le adoro entrambe.
Ciliegi in fiore

Questo che vedete e' il tempio shintoista che si trova a pochi metri da casa nostra.
Ma non e' meraviglioso??
Ci passo davanti tutti i giorni, quando vado all'universita', e immancabilmente mi giro a guardare questo splendido edificio con gli occhi sognanti. A volte mi fermo anche a guardare incantata questo angolo di poesia.
E che dire dei meravigliosi ciliegi in fiore?? Non credevo di poterli vedere fino al mese prossimo, ma invece sono gia' qui, in tutto il loro splendore!
Ecco un'altra immagine del tempio. Credo non ci stuferemo mai d'immortalarlo! E' li' che siamo andati a suonare la campana sacra la notte di S. Silvestro, secondo la tradizione giapponese. E davanti al tempio ci hanno offerto, quella notte, del sake purissimo e fresco: e' stato incantevole poter sorseggiare quel liquido cristallino in quella
notte di magia e festeggiamenti.
Trovo che il contrasto tra quei delicati fiorellini rosa e l'azzurro di quel cielo limpido sia di una bellezza unica.
sabato, febbraio 10, 2007
Uncle Sum & Gyuu Kaku
Da quando ho iniziato il corso di storia americana all'universita', non ho piu' un attimo libero per fare niente, nemmeno le pulizie.
Storia e' diventata la mia materia incubo. Ogni settimana mi devo sciroppare una montagna di pagine da leggere e studiare, anche perche' il prof. fa fare quiz a sorpresa, quindi bisogna essere costantemente preparati.
Con giapponese va mooolto meglio. Non per niente e' la mia materia preferita. Pian pianino mi sto abituando sempre piu' ai metodi un po' incasinati della prof. La settimana scorsa c'e' stata la prima verifica che e' andata benissimo, infatti ho preso 51! Il voto massimo e' 50, ma lei mi ha dato un punto in piu' perche' non c'erano errori!! Evvai!
E giovedi' c'e' stata la seconda verifica di giapponese. Ancora non so il voto perche' ce lo dira' martedi', ma penso sia andata bene.
Ma a parte la scuola, voglio parlare un po' di questo mio adorato Giappone in cui vivo.
Continua a fare un freddo pazzesco. Sto sorseggiando una tazza di te' Earl Gray della Mabroc, una ditta indiana. Trovo questi splendidi e profumatissimi te' al Joyful, un supermercato di una grossa stazione qui vicino. Ci siamo andati giovedi' sera, dopo l'universita'.
Usciti dal supermercato, siccome era tardissimo, abbiamo pensato di fermarci a mangiare qualcosa li' intorno.
Non c'era granche' di aperto, ma alla fine abbiamo optato per questo localino che si chiama Uncle Sum - Sasebo Burgers.
Premetto che e' da davvero tanto tempo che non mangio piu' hamburger nei fast food perche' e' robaccia, e penso che su questo convengano tutti. Molto meglio un semplice pane e formaggio che non una di quelle bombe di unto.
Ma questo non significa che non mi piacciano gli hamburger. Fatti in casa, sulla griglia, sono spettacolari, ma mi secco a farli perche' poi mi tocca pulire il barbeque, per cui opto per posticini di qualita' dove l'hamburger non e' un cibo veloce (un fast food, quindi), ma un piatto come un altro, preparato sul momento e con ingredienti di un certo tipo.
E Uncle Sum e' un posto proprio cosi'. Hanno poco sul menu', ma quel poco che hanno lo preparano bene.
Il locale e' minuscolo, ma molto accogliente. E' tutto decorato con oggetti che ricordano l'America: vecchie pubblicita' degli anni '50, un grosso ritratto di Marylin Monroe che sponsorizza prodotti di una vecchia casa cosmetica hollywoodiana, banconote da $1 appese al muro, ecc.
Gli hamburger erano semplicemente divini! E chi ha detto che gli hamburger buoni si trovano solo negli States? I giapponesi sono persone in gamba anche in cucina, infatti posso tranquillamente dire che quello che ho mangiato da Uncle Sum e' uno degli hamburger piu' buoni che abbia mai assaggiato fino adesso.
Il pane era morbido, la carne leggera e non unta. C'era persino una fettina di bacon cotta al punto giusto e non grassa, un po' di lattuga, una fetta di pomodoro e maionese.
Le patatine fritte poi, erano da urlo! Leggermente salate e con un pizzico di pepe nero!
Inutile dire che intendo ritornare presto a sbafarmi un bel Sasebo burger!
Ieri, invece, siamo andati a farci un giro in macchina, ma dopo un po' ci siamo trovati in una zona che non conoscevamo.
Perdersi in Giappone puo' essere un'esperienza piu' frustrante che spaventosa, anche perche' non ci vuole niente a capitare in zone labirintiche, di casette e viuzze talmente strette che ci passa una macchina a malapena, ...peccato che siano a doppio senso, per cui bisogna sperare che nessuno decida di passare da li' in quel momento dalla parte opposta, altrimenti non si esce piu'.
Non sapevamo bene dove fossimo, anche se ci siamo accorti che c'era una grossa stazione (punti di riferimento fondamentali qui in Giappone), la Chuo-Rinkan.
Fortunamente avevamo una bella cartina di Tokyo e dintorni, in macchina, e cosi' abbiamo visto che non eravamo poi distanti dalle zone che conosciamo.
Mentre eravamo intenti ad uscire dal labirinto, abbiamo visto l'edificio di Nojima, un grosso negozio, per cui siamo andati li'. Nojima e' tipo Media World o Trony, un grosso negozio di elettrodomestici, computer, impianti stereo, televisori ecc.
Abbiamo fatto un bel giretto li' dentro e mio marito ha comprato alcuni cavi che gli servivano.
Usciti da li' ci siamo ritrovati nel labirinto, ma ci e' voluto poco per ritrovare il corso principale. Una volta arrivati sulla strada principale, che e' una tangenziale che attraversa una cittadina di nome Machida.
A Machida ci andiamo spesso, perche' e' li' che c'e' la Costco e c'e' anche il Carrefour!
Siamo andati proprio vicino al Carrefour, anche se a quell'ora era gia' chiuso, e ci siamo fermati da Gyuu-Kaku. Ora vi parlo di questo magnifico posto che spero vogliate provare, doveste mai capitare qui nel Sol Levante.
Qui in Giappone vanno molto i ristoranti yakiniku, parola che significa semplicemente "carne alla griglia".
La moda degli yakiniku arriva da qui vicino, cioe' dalla Corea.
Ho gia' parlato di questo genere di ristoranti, un po' di tempo fa, dopo che eravamo stati in uno di questi, ma Gyuu-Kaku e' infinitamente piu' buono!
Gyuu-Kaku (http://www.gyukaku.ne.jp/) e' una catena di ristoranti yakiniku, giapponese. In realta' hanno reinventato il barbeque coreano, ma alla maniera giapponese.
Io, personalmente, lo preferisco a quello coreano, ma di gran lunga. Ecco un altro motivo per cui sono una fan sfegatata di Gyuu-Kaku.
Tra l'altro ho scoperto che hanno aperto alcuni loro ristoranti persino negli States!
Gyuu-Kaku non e' un ristorante vegetariano, ma nella maniera piu' assoluta. Quindi, se non mangiate carne o pesce, purtroppo questo non e' un locale che fa per voi.
Anche se, vorrei precisare una cosetta..perdonatemi il breve excursus, ma la cucina giapponese, contrariamente a quanto si pensi, e' una delle cucine meno vegetariane che esistano sulla faccia della Terra.
Molti fanno l'errore di pensare ai piatti giapponesi (salvo il sushi e qualcos'altro) come alla quintessenza del vegetarianismo. Niente di piu' sbagliato.
E' ovvio che si possono apportare modifiche ad una ricetta per far si' che sia in linea coi principi vegetariani, ma bisogna appunto fare dei cambiamenti.
Nella cucina giapponese, anche il piatto piu' semplice di verdure, e' quasi sempre a base di qualche condimento non-vegetariano. Le verdure stesse, per esempio, possono essere state cotte in un brodo di pesce.
Quindi, cari lettori vegetariani, fate attenzione nei ristoranti giapponesi e non andate a colpo sicuro solo perche' vedete un innocente tempura di verdure che vi tenta.
Se necessario, chiedete allo staff del ristorante e fatevi dare le opportune informazioni relative agli ingredienti utilizzati.
Diversamente, preparatevi certi piatti a casa vostra cosi' sarete sicuri di non mangiare niente di origine animale. Altrimenti optate per la cucina indiana, che e' senza dubbio piu' vegetariana di quella giapponese.
Terminata questa digressione culinaria, ritorno a parlarvi di Gyuu-Kaku.
Innanzitutto il menu' e' vastissimo. Sono a disposizione ogni tipo di carne, da quella classica di manzo a quella piu' esotica di cavallo (bleah!).
C'e' il pesce (gnam!), verdure miste, onigiri ecc.
Vi vengono portati i cibi crudi che voi penserete a cuocere sull'apposita griglia che c'e' sul tavolo.
Se fate un giro sul sito che ho messo poco piu' su, vedrete come sono fatti i tavoli.
Ieri sera mio marito, che e' un gran carnivoro, ha preso delle fettine di manzo marinate in una salsa di aglio e altre spezie.
Io, che adoro il pesce e le verdure invece, ho preso degli squisitissimi gamberi che vengon serviti con uno scodellino di salsa Benedicta. Per chi non lo sapesse, la salsa Benedicta e' quella rosa a base di maionese e ketchup.
Ho anche preso dei pezzetti di pollo e un vassoietto di verdure miste: funghi, fettine di zucca (quanto l'adoro!), cipollotti verdi, piccoli peperoni verdi, cipolle a fette, foglie di cavolo.
Chi l'avrebbe mai immaginato che le foglie di cavolo alla griglia fossero cosi' buone!!
Ho preso pure un piatto di salsicce affumicate, servite su un elegante piatto nero con un goccio di senape piccante.
Per finire, abbiamo preso degli onigiri (palline di riso) triangolari, cosparse di semi di sesamo.
Assieme agli onigiri ci hanno portato un contenitore con una salsa marroncina ed un pennello. Abbiamo messo a grigliare gli onigiri e ogni tanto davamo una spennellata di salsina.
I semi di sesamo hanno cominciato ad abbrustolirsi...e che profumo!!!
Inutile dire che gli onigiri erano una cosa dell'altro mondo! Pero' peccato che eravamo pieni da scoppiare, infatti li abbiamo finiti a stento!
Solo a pensare alle meraviglie di Gyuu-Kaku mi viene una fame mai vista. E' meglio che finisca l'articoletto.
Fra non molto iniziera' una nuova settimana di studio. Ahhh...e giovedi' ho pure il Midterm di giapponese! Mi faccio un bell'in-bocca-al-lupo da sola! Crepi!
mercoledì, gennaio 31, 2007
Una materia pachidermica
Lunedi' sera sono andata in Facolta' per l'inizio, appunto, del corso di Storia.
Sono arrivata con largo anticipo, come e' mio solito fare quando ho impegni accademici. Sono arrivata e, con mia grande sorpresa (e un bel po' di spavento!) ho visto che nell'aula dove sarei dovuta andare io, c'era gia' un'altra lezione in corso.
Non sapevo bene come fare, anche perche' speravo non si trattasse del mio corso, iniziato prima dell'ora stabilita. Ma, dopo aver dato una rapidissima occhiata al numero degli studenti, ho capito che non poteva essere il mio corso: erano in troppi li' dentro, in piu' sentivo la voce del professore che rimbombava nel corridoio, e da come parlava, sono sicura stesse insegnando una qualunque materia ma non storia.
Per ammazzare un po' il tempo sono andata prima in bagno, e poi mi sono fatta una passeggiatina avanti e indre' per il corridoio. Sono andata a leggermi tutti i volantini con i programmi ed iniziative universitarie.
Dopo poco, pero', mi sono accorta che quelli dell'aula avevano finito la lezione e stavano per uscire, il che significava che non avevo sbagliato orario. Pffuiii..che sospiro di sollievo!
E' arrivata poi una ragazza, anche lei mia compagna di corso, con la quale ho fatto subito un po' di amicizia. Si chiama Valerie e abbiamo piu' o meno la stessa eta'.
Valerie e' da tre settimane soltanto che si trova qui in Giappone, ma gia' ha voluto darsi da fare con gli studi.
Si preoccupava per questo corso, soprattutto perche' dice di non aver piu' preso un libro in mano dai tempi delle superiori, e quindi si sente decisamente fuori allenamento.
Ho cercato di incoraggiarla, anche se, come lei, temevo leggermente questo corso di storia.
Il nostro insegnante, il professor Jack Conway, ha iniziato a parlare con una velocita' impressionante, dandoci tutta una serie di dettagli ed informazioni che, secondo lui, dovremmo ritenere utili.
Abbiamo due testi: il primo e' quello principale, il Tindall-Shi intitolato "America - A narrative history", mentre l'altro e' una sorta di antologia che funge da approfondimento ed arricchimento per le unita' svolte nel primo, l'Oates, intitolato "Portraits of America".
Del Tindall-Shi abbiamo dovuto leggere tre capitoli, per un totale di circa 140 pagine, mentre dell'Oates una settantina di pagine, piu' un centinaio di altre pagine dell'appendice del Tindall.
Sono arrivata a casa lunedi' sera che mi sentivo morire. Ho pensato che non ce l'avrei mai fatta a leggermi tutto quel malloppone di roba, anche perche' si tratta di una lettura non tanto leggera, anzi per niente.
Mi sono portata il Tindall-Shi in camera e ho iniziato a leggere il primo capitolo, prima di andare a dormire ma non riuscivo a capirci niente. Esausta, ho spento la luce e mi sono addormentata, rimandando tutto il quintale di materiale da leggere all'indomani.
E martedi', cioe' ieri, ho iniziato a leggere verso le 10:30 -11 del mattino e sono andata avanti fino alla sera tardi. Avevo gli occhi che mi uscivano dalle orbita!
E ieri sera, prima di dormire, sono riuscita a leggermi l'ultimo capitolo del Tindall, mentre oggi ho terminato i capitoli dell'Oates piu' le appendici.
E se penso che tanto, stasera, ci carichera' di un altro migliaio di capitoli da leggere, mi piglia male.
In piu' domani ho una verifica di giapponese, per cui spero di riuscire a star dietro ad entrambe le materie.
Prima, pero', ho fatto una pausa per mangiare e nel mentre mi sono guardata un pezzo della celebre operetta (in versione cinematografica) de La vedova allegra con Lana Turner.
Adesso vado a farmi una tazza di te' e poi ripassero' giapponese. E stasera sara' di nuovo ora di andare a storia! Ho appena iniziato sto corso, e gia' non vedo l'ora di finirlo!!!
lunedì, gennaio 29, 2007
Caffe' o camomilla?
Stamattina sono andata in Facolta' a ritirare i libri di testo. Oltre ai miei ho preso anche quelli del corso di storia di mio marito. Dopodiche' sono andata a comprarmi una cartellina ed un blocco per gli appunti.
In un negozio ho trovato una candela al profumo dell'ammorbidente! E' buonissima, e infatti l'ho presa subito. E io sono una che le candele le snobba abbastanza, forse perche' non le uso mai, e finiscono col rimanere dimenticate da qualche parte, a riempirsi di polvere.
Pero' questa mi e' piaciuta subito. E' dentro un bicchiere di vetro opaco, per cui non mi devo preoccupare di cercare un contenitore apposta.
Dopo che sono tornata a casa l'ho accesa e, nel giro di pochi minuti c'era un piacevolissimo profumo di biancheria pulita!
Beh, adesso dovrei proprio cominciare a prepararmi e andare. Sono agitatissima, soprattutto perche' non conosco nessuno, non so nemmeno che faccia abbia il professore. Ma mi devo fare coraggio e andare...chi lo sa, magari poi una volta li' mi tranquillizzo.
Non sono nemmeno le 6 di sera, e fuori e' gia' buio pesto. Mi devo fare la strada da qui all'uni, ma non ho paura. Ecco, se c'e' una cosa che mi piace del Giappone, e' proprio quella sensazione di tranquillita' anche a camminare quando e' buio, per giunta da sole.
Questo e' il Paese piu' sicuro che io conosca.
In Italia, e nemmeno negli Stati Uniti, mi azzarderei ad uscire da sola di sera, ma neanche per idea!
Beh, ora vado davvero! Speriamo vada tutto bene! Quando torno riaggiorno il blogghino e racconto com'e' andata.
Salutando gennaio
Qui continua a fare un freddo inenarrabile. Dobbiamo tenere il riscaldamento acceso per diverse ore consecutive.
Abitando qui in Giappone, specialmente durante la stagione invernale, ci si accorge di una pecca: la scarsa coibentazione dei muri delle case. Finche' il riscaldamento e' acceso, tutto bene. Appena lo si spegne, e' come ritrovarsi in un frigorifero nel giro di un minuto e mezzo.
Diciamo che ci si abitua a girare per casa mezzi intabarrati, tra golf, calzettoni e biancheria termica. Ricordo che una sera, mentre stavo studiando, faceva un freddo tale che mi sono dovuta mettere dei guanti di lana!
Per non parlare delle stanze qui al piano di sopra, in particolar modo lo studio e la stanza per gli ospiti: se capita di entrarvi di sera, si vede il calore che esce dalla propria bocca, come quando si e' fuori!
Due venerdi' fa e' venuta giu' un po' di neve, ma e' durata solo pochi minuti, grazie al cielo! La neve in citta' e' utile quanto un gommone in un deserto.
Il 23 ho iniziato Giapponese 2. Il corso e' tenuto in una sede diversa (e piu' lontana) da Giapponese 1.
In classe siamo tanti, troppi: una ventina. E inevitabilmente, piu' si e' e piu' crescono le probabilita' che ci siano i soliti elementi ciaciaroni e caciaroni.
E oltre ai saltimbanchi, ci devono essere, ovviamente, pure i saccenti. Nella mia classe di saccentoni ce ne sono gia' troppi.
Sono quelli che sanno tutto, pure meglio della professoressa. Si puo' dire che l'umilta' sia una virtu' che li contraddistingue.
Per quanto mi riguarda, potrebbero pure entrare in classe a testa in giu', che nemmeno me ne accorgerei, talmente presto loro attenzione. Purtroppo, per forza di cose (anche perche' mi serve l'udito), sono costretta a sentirli ostentare la loro immensa (e presunta) quantita' di cultura.
E ogni volta mi domando: ma cosa caspiterina blu ci fanno questi luminari dell'idioma nipponico, a Giapponese 2? Dovrebbero, come minimo, trovarsi a..che so..Giapponese 84!
Mah si, chi se ne frega dei saccentoni. Tanto di quelli ne e' pieno il mondo, purtroppo. Non capiscono e mai capiranno, che il vero sapere si ottiene attraverso TANTA umilta' che si dimostra nei confronti della materia in questione.
La mia professoressa di giapponese si chiama Mogami-san. E' un'elegante signora dal visino molto distinto, ma anche molto simpatico.
Mi ricorda molto un'insegnante d'inglese che ho avuto alle superiori, la professoressa Maria Regina Foglia, una delle insegnanti piu' tediose che io abbia mai avuto.
Professoressa Foglia, se dovesse leggere questo articoletto, sappia che mi stava simpatica. Era il suo metodo d'insegnamento che avrebbe fatto addormentare pure un pezzo di pietra.
Ma con questo non sto dicendo che Mogami-san sia noiosa eh! Tutt'altro! La paragonavo alla professoressa Foglia perche' entrambe sono disordinate e distratte, di quelle insegnanti che corrono per i corridoi delle universita' trasportando pile di libri, fotocopie, riviste. E se hanno un braccio libero, allora con quello si portano dietro il cappotto, la borsa, altri libri e un due-tre cento risme di fogli.
E non appena entrano in classe e posano tutto sto arsenale di roba, inevitalmente cade loro qualcosa oppure non trovano piu' gli occhiali, la penna, il registro ecc.
Ma, fin dal primo giorno, Mogami-san mi ha ispirato fiducia! E' un'insegnante che trasmette allegria ai propri studenti. Ha un modo di fare molto alla buona e che mette gli altri a proprio agio.
Sono contenta.
Giovedi' ci sara' la prima prova di verifica. Speriamo in bene!
E domani sera, invece, inizio il corso di storia americana, sempre alla sede della mia universita' dove ho frequentato Giapponese 1. Sono un po' agitata, anche perche' non e' che abbia tutta sta gran voglia di studiare storia, ma essendo una delle materie richieste dall'Universita' del Maryland, per qualunque corso di laurea, amen.
Domani mattina, invece, mi tocchera' andare all'ufficio della Facolta' a ritirare i miei libri di testo. Sarei dovuta gia' andarli a prendere questa settimana, se non fosse che ho avuto la mega fortuna di beccarmi un'influenza di quelle toste, per cui non mi sono mossa di casa, se non per andare a lezione.
Beh, anche per stavolta e' tutto. Grazie per esservi sintonizzati su Biancorosso!
lunedì, gennaio 22, 2007
Essiricomincia!

Il nuovo term e' oramai alle porte: venerdi' sono andata a fare l'iscrizione a Giapponese II e a Storia.
Iniziero' Giapponese II questo martedi'. Il corso sara' tenuto in una sede diversa da quello precedente. Avro' compagni di corso nuovi e anche la professoressa sara' nuova!
Non nascondo una certa ansia, ma spero di superarla non appena comincero' ad ambientarmi in questa nuova classe.
Il 29 iniziero' Storia americana. Come materia non mi emoziona granche', ma e' uno di quei corsi obbligatori che non posso assolutamente evitare.
Poi, chi lo sa, magari mi piacera' e non sara' cosi' noiosa come temo.
In questi giorni sta facendo veramente freddo! Ieri, addirittura, e' venuta persino giu' un po' di neve!!! Ma non e' durata molto, infatti e' stata poi rimpiazzata dalla pioggia.
Sono tante le cose di cui devo parlare sul mio blogghino, ma non riesco piu' a trovare il tempo di mettermi qui a creare i miei articoletti.
Devo ancora parlare del nostro primo giro a Ginza, del 2 gennaio trascorso a Tokyo al Palazzo Imperiale, a vedere l'Imperatore e l'Imperatrice, il Principe Akishino e la sua consorte, devo parlare dei nuovi KitKat!!
L'altra sera ho assaggiato il Sakura KitKat, ovvero al gusto di fiori di ciliegio. Ha un packaging carinissimo. La barretta in se' e' di un color rosa, non tanto invitante. L'odore e' dolciastro e abbastanza nauseabondo, e purtroppo il sapore si e' rivelato poco gradevole.
In compenso, pero', ho assaggiato il KitKat all'arancia sanguinella, e questo, a differenza del Sakura, e' incredibilmente delizioso! Ha quell'irresistibile sapore di cioccolato fondente che si mischia con l'aroma dell'arancia! SLURPIS!
Non appena riusciro' a capire come diavolo si fa ad usare il cavetto della macchina fotografica, aggiungero' alcune foto dei KitKat, e le foto delle nostre gite!
mercoledì, gennaio 03, 2007
Benvenuto 2007!

Questa foto che vedete qui accanto e' stata scattata da mio marito la sera di S. Silvestro.
Sono lanterne giapponesi che adornano le mura di un antico tempio shintoista che si trova a pochi metri da casa nostra.
Quel pomeriggio alcuni monaci hanno appeso tutte queste lanterne, piu' tante altre decorazioni all'interno del giardino e del tempio stesso, in vista delle cerimonie che si sarebbero tenute quella sera.
Questa foto ci e' piaciuta talmente tanto che abbiamo deciso di metterla come sfondo sul nostro desktop!
Sono oramai diverse settimane che non aggiorno piu' Biancorosso, e di questo me ne dispiaccio grandemente, soprattutto perche' sono tante le novita' che avrei voluto raccontare! Ma e' meglio tardi che mai, quindi riprendo oggi a scrivere.
Abbiamo passato delle buone Feste, fantastiche direi!
Il 24, giorno della Vigilia, siamo stati a cena dalla nostra amica Ikuko. Lei ed il marito abitano in una cittadina a circa quaranta minuti di treno da casa nostra.
Avevamo appuntamento con lei alla loro stazione del treno piu' vicina, in modo che potessero venirci a prendere in macchina e portarci a casa loro.
Questo perche', sapersi orientare in Giappone e' un vero affare!
Innanzitutto quasi tutte le strade (tranne quelle centrali) non hanno un nome. Quindi non sara' possibile dire cose del tipo: abito in Via Suzuki piuttosto che in Corso Takashima.
E che si fa, allora? Beh, esistono dei punti di riferimento particolari che vengono usati per orientarsi e per dare indicazioni, piu' o meno precise, a coloro che vogliono venire a trovarci.
Questi punti di riferimento possono essere delle stazioni ferroviarie, un grosso centro commerciale, un concessionario di auto, ecc.
Rimane il fatto che trovare casa di amici, un ufficio o un altro luogo in cui non si e' mai stati e' una vera impresa.
Noi, ad esempio, quando dobbiamo dare indicazioni sul nostro domicilio, anziche' dire semplicemente il nome della via e il numero civico, dobbiamo menzionare alcuni di questi famosi punti di riferimento. Nel nostro caso c'e' il grande tempio shintoista a pochi metri dalla nostra abitazione.
Poco distante da li' c'e' la UNY, un grosso centro commerciale e, sempre in zona, una base militare.
Una volta forniti i nomi di questi posti, ecco che ci vuole poco prima che la gente si raccappezzi e sappia, all'incirca, dov'e' situata la nostra bella dimora.
Ma se siete stranieri come noi, a meno che non conosciate i quartieri come le vostre tasche, i nomi di questi posti vi potranno dire ben poco, e quindi e' meglio evitare problemi. La cosa migliore da fare, quindi, e' darsi appuntamento alla stazione piu' vicina al punto di destinazione e farsi venire a prendere.
Ecco perche' abbiamo preferito fare cosi' con Ikuko. Infatti sono certa che non avremmo mai trovato casa sua da soli, soprattutto perche' si trova in un quartiere molto residenziale, costellato da un numero infinito di casette e viuzze labirintiche.
Ikuko e Kuni, suo marito, sono venuti a prenderci all'entrata della stazione di Fujisawa. Dopo pochi minuti di auto, siamo arrivati a casa loro. E che meraviglia di posto!!!
Abitano in una casetta stupenda, di loro proprieta'.
Davanti hanno un adorabile laghetto che ospita tante varieta' di pesciolini colorati.
La facciata della loro casa e' di un arancione allegro, ma non accecante. Uno degli elementi che piu' mi ha colpita, pero', e' stata la porta principale: un'imponente porta blu, ma un blu vivo!
Che meraviglia quel contrasto tra l'arancione della facciata e il blu della porta!
Siamo entrati e ci siamo subito trovati nel genkan, cosa che capita in ogni casa giapponese che si rispetti, come la nostra ad esempio.
Il genkan e' una sorta d'ingresso, che pero' si trova ad un livello inferiore rispetto al resto della casa. Infatti per accedere al resto dell'abitazione, bisogna solitamente salire di uno o piu' gradini.
Questo perche' nel genkan si lasciano le scarpe ed ombrelli prima di entrare, poiche' solitamente vi e' almeno una scarpiera o armadio, piu' un portaombrelli.
Secondo la concezione giapponese, la casa deve essere pulita, sempre. E le scarpe rappresentano sporcizia, per cui non possono entrare.
Il genkan, quindi, svolge una funzione importantissima in questo senso, perche' e' il luogo in cui vengono lasciate le proprie scarpe, stivali, ombrelli gocciolanti, impermeabili ecc.
Il pavimento del genkan, addirittura, e' diverso da quello del resto della casa. Nel nostro caso, per esempio, abbiamo uno stupendo parquet giapponese quasi dovunque (tranne nei bagni, dove c'e' il PVC) e, ovviamente, tranne nel genkan, dove ci sono delle piastrelle grigio scuro, di un materiale tipo pietra, quindi piu' in armonia con l'esterno.
Nelle case giapponesi NON si entra MAI con le scarpe che sono state usate per camminare fuori.
Fuori si trova ogni sorta di sporcizia che entra inevitabilmente nelle nostre case, a meno che non si decida di lasciare le scarpe in un luogo separato.
Da quando siamo venuti ad abitare qui in Giappone, abbiamo immediatamente accolto a braccia aperte questa filosofia. Sara' perche', dopo aver sopportato per anni un'orribile moquette a casa nostra negli Stati Uniti, non ne potevo piu' di dover pulire il sudiciume che le scarpe si portano appresso dall'esterno.
Ha molto piu' senso entrare in casa senza scarpe o con pantofole pulite: la casa stessa si mantiene piu' pulita a lungo, e i pavimenti, i tappeti e l'eventuale moquette rimarranno piu' belli e curati.
Tanto per farvi capire quanto sia importante questo divieto delle scarpe in casa, vi bastera' sapere che nel nostro contratto d'affitto c'e' una regola ben specifica che PROIBISCE a tutti gli inquilini, l'uso di scarpe all'interno dell'abitazione.
Possiamo, ovviamente, girare scalzi, con calze oppure con delle pantofole pulite che usiamo SOLO ed esclusivamente in casa. Questo significa che anche per andare sul balcone, usiamo un altro paio di ciabatte. Il balcone si trova all'esterno, quindi si sporca come le strade.
Puo' sembrare esagerato, ma secondo me tutto questo ha perfettamente senso.
Tornando al mio racconto.
Ikuko ci ha dato delle comodissime ciabatte da metterci per entrare.
Una casa accogliente, calda ed invitante. Una casa squisitamente giapponese, ma con un nonsoche' di southwestern e d'italiano assieme!
Infatti, Kuni, il marito, e' un illustre fisico, professore all'Univesita' di Tokyo, che ha vissuto per alcuni anni in Arizona, a Santa Fe, mentre Ikuko e' una pianista e per il suo lavoro va spessissimo in Italia. E' innamorata della nostra cultura e lingua, e la sua casa rispecchia questa sua passione.
Il loro amore per Santa Fe, quella citta' immersa in un intreccio di culture ispaniche e degli indiani d'America, ha fatto si' che un po' di quell'atmosfera arrivasse fino qui nel Sol Levante, tramite i colori sapientemente scelti delle pareti, decorazioni e oggetti autentici.
Intanto sia mio marito che io avevamo una fame pazzesca! Non vedevamo l'ora di metterci a tavola!
Io, poi, ero curiosissima, perche' sapevo che Ikuko avrebbe preparato solo piatti giapponesi. Eravamo davvero emozionati al pensiero di poter, finalmente, assaggiare la cucina indigena di tutti i giorni, e non solo i piatti eleganti che vengono serviti nei ristoranti: la cucina giapponese dei ristoranti non rispecchia di certo cio' che i giapponesi mangiano normalmente, a casa loro e con le loro famiglie.
Lo stesso discorso vale per i cinesi. Credete proprio che in cinesi si cibino, tutti i santi giorni, di riso alla cantonese, involtini primavera, ravioli al vapore, anatra laccata alla pechinese ecc.? Certo che no.
Quella e' la cucina delle occasioni speciali. Quelli sono i piatti che venivano e vengono serviti ai banchetti, ai pranzi di matrimonio, feste varie, pranzi imperiali ecc.
Per i giapponesi e' lo stesso.
Purtroppo non ricordo con esattezza i nomi delle pietanze, pero' provero' a descriverli uno per uno.
- Una sorta d'insalata di alghe scure. A vederle cosi' mi facevano una certa impressione, poi dopo averle assaggiate sono rimasta stupita dal sapore gustoso e delizioso che avevano! Il sig. Kuni mi ha detto il nome di queste alghe, ma non me lo ricordo piu'. Sgrunt.
- Delle fette di daikon (un tipo di rapa asiatica), cotte al vapore e servite con anelli di totano, anch'essi al vapore. Deliziosi entrambi! Il daikon aveva una consistenza leggermente acquosa e un sapore che mi ricorda il cavolo lesso. Detto cosi' sembrera' strano, ma era squisito!
- Degli scodellini con dentro una stranissima salsina bianca dalla consistenza leggermente viscida. Dentro questa salsina c'erano dei pezzetti di maguro, ovvero tonno crudo.
Adoro il tonno crudo, per cui mi ci e' voluto davvero poco a divorarmelo. La salsina bianca, pero', e' stata un po' piu' difficile da gustare ed apprezzare forse. Non era il gusto che mi infastidiva, anche perche' non ne aveva molto, ma era quella consistenza viscida che mi impressionava abbastanza.
Era a base di un altro tubero molto usato dai giapponesi, dalla consistenza simile a quella della patata, ma dal sapore piu' delicato. Questo tubero viene tritato e ridotto in poltiglia, in crema e servito col tonno.
In alcuni ristoranti viene servita questa crema di tubero, mescolata ad un uovo crudo (mi pare sia crudo), come contorno.
- Una pietanza cinese, a base di taccole saltate in padella con funghi e gamberi. Slurp!
- Del delizioso pollo marinato in una salsa di aglio e zenzero, e poi cotto al forno.
- Spinaci al vapore e conditi con semini di sesamo.
- Un vassoio di inari-zushi, piccoli fagottini ricoperti di sottili fette di tofu fritto, ripieni di riso per sushi. Questi vennero chiamati cosi' in onore del dio shintoista Inari, il cui messaggero, una volpe, pare fosse estremamente golosa di tofu fritto.
- Un leggero brodino a base di pesce.
Purtroppo avremmo dovuto fare delle foto alla bella tavolata che e' stata imbandita quella sera, ma accecati com'eravamo dalla fame, non ci abbiamo neppure pensato.
Prima di andare via, Ikuko mi ha dato un vassoietto di alcuni avanzi della cena da portare a casa. Ho una fotografia di quel vassoio, le cui delizie non sono durate a lungo!
Ecco, quella e' un'altra delle foto che mi devo ricordare di aggiungere qui sul blog. Purtroppo i problemi col computer e la macchina fotografica non sono ancora finiti, per cui ogni volta serve il cavetto. Sgrunt!
Dopo cena ci siamo scambiati i regali. Noi abbiamo portato ad Ikuko e al marito una grossa busta di prodotti italiani e americani, dolci e non.
Ikuko a noi ha regalato un servizio da te' in porcellata Aritayaki, un tipo di porcellana estremamente pregiata, proveniente dalla cittadina di Arita, che si trova nella Prefettura di Saga.
Mi ha poi regalato uno splendido libro tutto scritto in hiragana, cosi' posso leggerlo!! Il libro s'intitola: ねずみの でんしゃ。
Piu' un paio di altre cosine cariniiiissime! Davvero かわいい!!
Ikuko ci ha poi portati a fare un giro della loro bellissima casa. Vorrei descriverla tutta, ma ci metterei un eterno. Diro' pero' che lei ha dei gusti davvero raffinati.
Pensate che, tutte le porte di casa sono di legno massiccio e, su ognuna di esse ha fatto mettere dei piccoli motivi di vetro dipinto fatti da lei! Ogni porta ne ha uno diverso, e tutti quanti raffigurano o fiori oppure uccellini.
Da uno dei bagni si accede all'esterno, dove c'e' una vasca di pietra! Ne hanno pero' una anche all'interno.
Questa vasca esterna viene utilizzata d'estate, ma con mio grande stupore, anche d'inverno!
I giapponesi coltivano da sempre la passione per le terme e per i bagni all'aria aperta, anche nei periodi piu' freddi dell'anno. L'importante e' che l'acqua arrivi ad una temperatura tale da essere ideale per il nostro corpo, in modo da permetterci un relax totale, senza il rischio di prendersi una polmonite.
E comunque sia, la loro vasca esterna e' talmente vicina alla porta del bagno, che una volta usciti da li' ci sono solo pochi centimetri di strada da percorrere per entrare in casa.
La vasca di pietra e' circondata da un bellissimo recinto di bambu' che offre molta privacy.
Non abbiamo resistito, e abbiamo quindi fotografato questa vasca. Ecco qui:

Come potete vedere e' vicinissima alla porta che conduce al bagno.
Dimenticavo un'altra cosa importante! Prima di cena, ci e' stata offerta una bevanda particolare, nonche' preziosa: un distillato di prugne, o vino di prugne.
I nostri amici hanno un albero di susine nel giardino. Un albero, pare, estremamente generoso che ogni anno regala kili di frutta.
E ogni anno loro preparano in casa questo distillato.
Ma quello che abbiamo bevuto noi e' di ben dieci anni fa! Quando ce l'hanno detto siamo rimasti a bocca aperta e li abbiamo ringraziati per aver voluto condividere con noi una bevanda cosi' preziosa.
Ci hanno detto che, dieci anni fa appunto, raccolsero tanti dei quei frutti che hanno ancora adesso del vino di quel periodo!
E prima di andare via, Ikuko ha riempito alcuni barattoli con questo incantevole distillato, da portare a casa.
Vi diro', a me piace il vino di prugne. Abbiamo assaggiato uno dei tanti che ci sono in commercio al giorno d'oggi, piu' precisamente l'Akadama. Pero' nessuno di questi puo' essere, neppur lontanamente, paragonato a quel magnifico distillato naturale e puro che abbiamo avuto la fortuna di assaggiare a casa di Ikuko!
La serata si e' poi conclusa con una squisita torta al cioccolato che aveva preparato la mia amica, piu' alcuni baci di dama che avevo preparato io.
Ce ne siamo poi ritornati a casa, felici e contenti!
E siccome a noi piace scartare i regali la sera del 24, appena arrivati a casa abbiamo immediatamente curiosato tra le cosine che ci aveva portato Babbo Natale.
Mio marito mi ha regalato il Nintendo DS Lite, una piccole consolle giapponese che serve per videogiochi ma non solo. Si puo' usare anche a mo' di agenda. Insomma ha tanti usi.
Era da un po' che ne volevo una, soprattutto perche' qui giapponesi di tutte le eta' sembrano averne uno! Assiema al DS, mi ha anche regalato il Nintendogs Chihuahua & Friends, un simpaticissimo giochino in cui ci si prende cura di un cucciolo virtuale, proprio come nella realta'.
A mio marito, invece, ho regalato una giacca mooorbida morbida, un maglione grigio altrettanto morbidoso ed una sciarpa troppo elegante e che gli dona incredibilmente!
Da parte della mia amica Natsuki, invece, ho ricevuto la crema mani e il profumo alla rosa dell'Occitane en Provence. A lei ho regalato un set di crema e spray corpo al Key Lime di Victoria Secret.
Per ora mi fermo qui. Ho gia' scritto un poema. Domani riprendero' a raccontare cos'abbiamo fatto a Capodanno e i primissimi dell'anno.
giovedì, dicembre 21, 2006
E' finito Giapponese 1
Questo fine settimana pero', nonostante la preoccupazione, non ho voluto starmene rinchiusa in casa sui libri. Infatti siamo stati, assieme alla nostra amica Natsuki, a Ginza, il quartiere piu' alla moda di Tokyo!
Di quella splendida giornata li' ho come ricordo tante foto, che aggiungero' non appena si sara' il risolto il mistero macchinafotograficachefaicapriccisenzasosta.
Ieri ho iniziato il ripasso, perche' di ripasso si e' trattato e non di studio, verso mezzogiorno. Ho chiuso i libri, messo via gli appunti e sbaraccato il tavolo che era mezzanotte passata!
E stamattina, dopo un sonno stranamente profondo ma senza sogni, mi sono alzata e dopo essermi fatta il mio solito caffettino, sono ritornata alla carica coi ripassi.
Ho ripassato fino a quaranta minuti prima di uscire di casa per andare all'universita'. Ah..ho fatto ancora un ultimissimo ripassino in classe e poi..via!
L'esame e' stato LUNGO e pesante.
Pero', dopo circa venti-venticinque minuti, ho cominciato a sentire i primi che gia' consegnavano e se ne andavano, in preda ad una foga irrefrenabile di uscire da li' e chiudere definitivamente con la gloriosa lingua nipponica.
Ma nella mia testa sentivo le sagge parole dei miei professori alle superiori, a Torino, che ci dicevano sempre di non avere MAI fretta a consegnare. Se si hanno tre ore a disposizione, perche' non usarle tutte? In fondo quello e' tempo dedicato a noi. E' tempo per noi. Perche' non utilizzarlo, allora?
Fossero anche dieci ore, quello e' tutto tempo che va utilizzato nella sua interezza.
Infatti sono stata la penultima a consegnare...a dire il vero non mi ci e' voluto molto a completare la prova scritta, ma mi ci e' voluto un po' per rivedermi il tutto con calma e soprattutto con occhio attento e preciso.
Quando mi sono finalmente alzata per consegnare, eravamo rimasti in quattro in classe, piu' il professore.
A quel punto, dopo le richieste di alcuni, il professore ha iniziato a correggere le prove degli ultimi che erano rimasti in aula. In teoria avremmo dovuto aspettare fino a stanotte per sapere i risultati dell'esame: le votazioni finali vengono postate sul sito ufficiale della mia universita', ovvero l'Universita' del Maryland, in una sezione speciale, accessibile solo dagli studenti della stessa.
Mentre aspettavo (e agonizzavo), mi sono seduta accanto a Jennifer-san, una mia compagna di corso. Lei gia' prima della prova era abbastanza pessimista su quello che sarebbe stato il suo risultato. Si sentiva poco preparata.
Pochi metri davanti a noi il professore correggeva e lo sentivamo tracciare orridi segnacci rossi di qua' e di la'. Speravo non li stesse facendo sul mio di compito.
Ma era il compito di Jennifer-san. Mi e' dispiaciuto. Purtroppo e' stata bocciata e dovra' rifare giapponese 1, anche se dubito lo fara', visto che fra pochissimo ritornera' negli Stati Uniti e non penso riprendera' lo studio di questa lingua, anche perche' mi diceva che ha intenzione di rimettere la firma e ri-arruolarsi.
E' stato poi il mio turno. Kanai-san ha iniziato a correggere la mia prova. Non volevo guardare per paura di vedere la penna rossa che, inesorabilmente, lasciava segnacci ora di qua e ora di la'.
Ma dopo un po' il professore mi ha chiamata alla cattedra e mi ha fatto vedere il voto della mia prova: 100!!!
Non potevo crederci! Non voglio peccare di presunzione, ma non voglio nemmeno fare la modesta a tutti i costi: ho lavorato sodo in giapponese. Volevo imparare bene tutto il materiale di questo corso, perche' fin dall'inizio mi sono resa conto dell'importanza di una base solida e sicura delle conoscenze. Una base, tra l'altro, indispensabile per passare a giapponese 2.
Il professore mi ha fatto i complimenti e mi ha detto che sono la sua prima allieva ad essere riuscita a prendere tutti 100 in tutte le prove di verifica, nell'esame di Midterm e in quello finale.
E' stata una grande, anzi gigantesca soddisfazione!
Si e' raccomandato con me affinche' porti avanti lo studio del giapponese. Infatti giapponese 2 iniziera' a gennaio, quindi ora mi faccio qualche giorno di riposo e poi riprendero' a ripassarmi tutto il materiale svolto fino adesso, in modo da non iniziare il nuovo corso col timore di aver dimenticato tutte le nozioni appena apprese.
Uscita dall'universita', e' venuto il mio adorato marito a prendermi e siamo andati a festeggiare: siamo andati a cena in un ristorante giapponese dal nome un po' strambo, Gusto SKYLARK. Appartiene ad una grossa catena di ristoranti nipponici, presenti, penso, un po' su tutto il territorio nazionale.
Ci passiamo spesso davanti e quindi c'incuriosiva. E poi si stava facendo abbastanza tardi e non avevamo molta voglia di andare troppo lontano in cerca di un locale.
Ho ordinato uno squisito piatto giapponese, a base di salmone grigliato, riso al vapore, una divina zuppa di miso e piccoli pezzetti di pollo fritto.
Una volta a casa ho mandato un'email al mio professore di giapponese, per ringraziarlo dell'ottimo lavoro svolto. Ho voluto ringraziarlo perche' insegnare non e' mai facile, e chi riesce a farlo in modo da far appassionare i propri studenti alla materia in questione, beh..merita davvero dei riconoscimenti, o almeno la riconoscenza dei propri allievi.
Mi ha risposto dopo pochi minuti, ringraziandomi di essere stata sua allieva e riproponendomi l'invito a continuare lo studio del giapponese.
Mi ha inoltre detto che sente gia' la mancanza della nostra classe e che vorrebbe poter essere lui ad insegnare giapponese 2, ma purtroppo quel corso e' stato assegnato ad un'altra insegnante, in un'altra sede dell'universita'.
Peccato. Infatti e' la cosa che mi secca di piu'. Da gennaio dovro' per forza viaggiare per andare a scuola, mentre invece adesso ci arrivavo in pochi minuti, e per giunta a piedi! E vabbe'. Andra' cosi' per il term 3. Speriamo che per il term 4 ci sia il corso successivo qua vicino.
Mi viene da sorridere se penso che solo agli inizi di novembre ho aggiornato il mio blogghino, dicendo che avevo una paura terribile di iniziare e adesso mi dispiace che il corso sia finito. Sono state otto settimane bellissime, lunghe, intense dove ho imparato una quantita' indescrivibile di cose nuove. Sono state settimane in cui ho lavorato sodo, ma l'ho fatto con grande piacere perche' volevo dare il meglio.
Mando un saluto a tutti i miei compagni di classe, anche se non ho fatto amicizia con nessuno, tranne con Tina-san e un po' con Jennifer-san. Allora saluto loro due in particolare. Saluto pero' anche gli altri compagni e il nostro sensei, ovvero il nostro professore: Kanai-san.
mercoledì, dicembre 13, 2006
E' quasi Natale!

E' interessante notare quanto fossero lunghi i miei primi articoletti qui sul blog. Man mano che si va avanti, invece, si accorciano sempre di piu'.
Questo e' perche' sembro avere sempre meno tempo. L'universita' e' cio' che mi tiene maggiormente occupata. Oltre quello ho gli incontri con Ikuko per le lezioni private d'italiano, piu' tutte le faccende solite di casa, e cioe' devo comunque cucinare, tener pulita la casa, fare il bucato, star dietro alle bollette e alla spesa.
Ma voglio cercare di tenere aggiornato questo blog, il piu' possibile, affinche' possa continuare a servire da finestra sul Giappone, per chi il Giappone non l'ha mai visitato e vorrebbe farlo, per chi il Giappone l'ha visitato e ne sente la mancanza, ma anche per chi non appartiene a nessuna di queste due categorie, ma semplicemente e' munito di curiosita' e voglia di conoscere altre realta'.
La settimana prossima, non solo finira' il term 2 di giapponese, ma sara' pure Natale!!!
Alcuni giorni fa ho fatto l'albero e l'ho messo nell'ingresso, davanti ad una delle finestre che si affacciano sul corso principale. La sera mi piace accendere le lucine, perche' si vedano da fuori.
Abbiamo comprato l'albero (rigorosamente sintetico! Io dico NO! agli alberi di Natale veri!) al Carrefour. I prezzi degli alberelli non erano male. Questo che abbiamo preso noi e' quello verde tradizionale e sara' alto un metro e mezzo. E' costato poco meno di 2000 yen, che corrispondono suppergiu' a $20.
Le luci erano incomprabili al Carrefour: avevano prezzi da capogiro, e sinceramente mi sono sembrati veramente esagerati. Ce n'erano certi che partivano dai 5000 yen in su! Costava piu' la salsa del pesce! Non ha molto senso.
Abbiamo comprato le luci altrove. Anche le palline e le altre decorazioni le abbiamo acquistate in un altro posto, soprattutto al Coin Shop, ovvero al negozio tutto 100 yen! Ce n'e' uno in particolare che abbiamo trovato due settimane fa, che e' davvero stupendo! Si trova in una cittadina che si chiama Yamato, all'interno dell'edificio della Sotetsu Rosen.
Infatti, per comodita', lo chiamiamo semplicemente il negozio della Sotetsu Rosen.
Li' abbiamo trovato un assortimento di decorazioni natalizie da far invidia a chiunque! Tutto, ovviamente, a non piu' di 100 yen al pezzo.
Ho anche preso alcune decorazioni per addobbare due dei pinetti che ci sono davanti a casa nostra.
Il giorno dopo aver addobbato l'albero di casa, ho messo qualche pallina agli alberelli fuori, ma giusto un paio: non volevo sovraccaricarli e renderli pacchiani.
Ad uno dei pinetti, mio marito ha aggiunto un sottile filo di lucine bianche che accendiamo di sera.
Alla porta principale dell'ingresso, ho attaccato una decorazione deliziosamente giapponese, che da' il benvenuto al nuovo anno che sta per iniziare a breve. Lo dovro' assolutamente fotografare!
Questo sabato che viene andro' a Ginza - che e' nientepopodimenoche' il quartiere piu' lussuoso, piu' chic e piu' costoso di tutta Tokyo - assieme alla mia amica Natsuki. Forse verra' anche Tina, la mia compagna di universita'. L'ho invitata perche' so che sta sempre a casa, in piu' non ha amiche giapponesi e non va mai da nessunissima parte!!!!! Come faccia, non lo so!
Natsuki, che sa della mia passione per Shiseido, ha deciso che la prima tappa obbligatoria che faremo a Ginza, sara' proprio all'edificio principale della grande casa cosmetica nipponica! Non vedo l'ora!
Dovro' rimpolpare il portafoglio per bene, pero', anche perche' di andare a Ginza senza comprare niente non ci penso neppure! Almeno una cosina al Shiseido store la devo prendere!
Ancora non ho nemmeno comprato il regalo a mio marito. Voglio trovare il regalo giusto, e non accontentarmi di quello che trovo.
Mi piacerebbe comprargli una bella giacca, tra l'elegante ed il casual, ma qualcosa che non propenda troppo ne' da una parte ne' dall'altra, una via di mezzo insomma. Indubbiamente a Ginza ci sara' l'imbarazzo della scelta in quanto ad abbigliamento.
La settimana prossima, come dicevo poco fa, finira' il term 2 di giapponese 1 ed inizieranno le vacanze natalizie, che dureranno all'incirca due settimane. Dopodiche' iniziero' giapponese 2, anche se pero' gia' so che dovro' recarmi in una sede diversa dell'universita', e avro' un insegnante diverso. UFFA e STRAUFFA! Ma non posso aspettare il prossimo term, rischierei di dimenticare tutto cio' che ho imparato fino adesso.
Per la Vigilia siamo stati invitati a casa della mia amica Ikuko. Ancora dobbiamo accordarci sull'orario, ma sono molto felice che voglia trascorrere le Feste assieme a noi.
Questo sara' il nostro primo Natale in Giappone, e lo trascorreremo a casa di giapponesi!
メリー クリスマス!!!!
(Buon Natale! Merii Kurisumasu!)
lunedì, dicembre 04, 2006
I rintocchi antichi del tempio
Purtroppo tra la scuola e le lezioni d'italiano, non riesco mai a trovare ritagli di tempo tali da permettermi di scrivere quanto vorrei.
Domani ho un'altra prova di verifica di giapponese. Ho gia' studiato e ripassato fino alla nausea, quindi adesso preferisco dedicare una mezzorata (per dirla alla Camilleri) e aggiornare il mio blogghino.
Avrei anche molte foto da aggiungere qui su Biancorosso, ma purtroppo stiamo avendo diversi problemi col computer che, per non si sa bene quale arcana motivazione, non ci lascia caricare le nuove immagini.
Sono giorni che ho tante idee che mi si accavallano in testa. Sono idee che vorrei sviluppare qui su Biancorosso, riguardanti posti e cose che ho visto qui. Ma sia mio marito che io siamo talmente immersi nella cultura nipponica, che le cose che potrei raccontare qui sono talmente tante, che e' difficilissimo scegliere da che parte iniziare.
Ma intanto inizio dicendovi che, come credo di aver gia' menzionato in un qualche mio articoletto precedente, a pochi metri da casa nostra c'e' un grosso e magnifico tempio shintoista. Ne vediamo lo splendido ed enorme tetto spiovente di un bel verde antico, adornato in punta da un grosso pomello d'oro che brilla sotto i raggi del sole.
I templi buddisti e shintoisti, all'iniziar dell'alba, suonano cinque rintocchi (intervallati da una pausa di venti secondi esatti) con una campana dal suono particolare: non limpido e squillante come quello che proviene dai campanili cristiani, ma un suono piu' breve, un po' cupo, grave ed enigmatico.
Sono rintocchi decisi, ma che incoraggiano alla meditazione.
Al mattino quando e' ancora buio fuori, poco prima dell'iniziar dell'alba appunto, sento sempre questi rintocchi antichi provenire dal tempio.
All'inizio mi sembravano inquietanti, ma poi ci ho fatto l'abitudine e adesso fanno parte della mia giornata.
In questo periodo, verso sera, la temperatura arriva tranquillamente sui 7 gradi centigradi! Un freddo pazzesco.
Urge, infatti, l'acquisto di un'altra coperta. Quella che abbiamo ora e' spessa e calda, ma evidentemente non e' sufficiente.
Di notte il freddo glaciale serpeggia tra le viuzze e le case, e trova rifugio nelle abitazioni.
venerdì, dicembre 01, 2006
Risultato dell'esame di Midterm
A dire la verita' non credevo fosse andata cosi' bene. Mi erano venuti alcuni dubbi su un paio di frasi, soprattutto su una che credevo di aver sbagliato...e invece no!
E' stata una grossa soddisfazione. Non potete immaginare. Quindi ora mi sento ancora piu' incoraggiata a continuare e bene.
Ieri ho avuto di nuovo lezione e martedi' prossimo ci sara' un'altra prova di verifica. Grazie al cielo ho oggi, domani, domenica e lunedi' per prepararmi adeguatamente.
La mia compagna di corso, Tina, dovrebbe venire di nuovo a studiare qui da me domenica, ma sinceramente spero cambi idea. Non perche' sia antipatica, tutt'altro! E' una persona gradevolissima e con cui si discorre piacevolmente, ma quando si tratta di studiare ha una confusione in testa che e' inenarrabile!
Ognuno di noi ha un proprio metodo di studio, e su questo non discuto. Io, ad esempio, non riesco a studiare in compagnia di altri. Non ci sono mai riuscita e mai ci riusciro'.
Per me lo studio solitario e' il piu' efficace.
In compagnia di altri e' facile distrarsi. Una chiacchieratina qui, una risatina la'. Magari ogni scusa e' buona per fare una pausa, uno spuntino, un'altra chiacchieratina e le ore volano senza aver combinato nulla di concreto.
Infatti e' quello che e' successo la domenica prima dell'esame di Midterm. Lei era venuta qui a studiare e siamo rimaste sui libri dalle 16 alle 22!!!!! Ma magari fosse stato studio ininterrotto (con un paio di pause comprensibili, per andare in bagno e mangiar qualcosa), macche'!
In tutto avremmo fatto, si' e no, due ore di studio nette!
E comunque, vista la sua confusione notevole, alla fine ho aiutato a studiare lei, anziche' fare un lavoro di studio e ripasso di squadra. Cosi' ho dovuto aiutarla a capire certe regole di grammatica, farle esempi su esempi, e basta.
Ma io come ripasso alla fine ho fatto proprio niente! Grazie al cielo avevo gia' studiato per i fatti miei e non aspettavo di certo lei ad aprire i libri!
E anche stavolta faro' cosi'. Purtroppo a lei l'esame di Midterm e' andato non bene come sperava, e io che sono una gran polla, mi sono dispiaciuta per lei e le ho chiesto se voleva venire di nuovo a casa mia per ripassare e rivedere certi argomenti difficili. Ovviamente lei ha accettato.
Sembrero' presuntuosa, lo so, ma non e' mia intenzione apparire tale, pero' riesco tranquillamente a studiare da sola. Io mi organizzo in un modo che mi e' congeniale. Non ho bisogno di studiare con lei o con altre persone.
Pero' vedo che ha bisogno di una mano, e quindi non mi tiro indietro. Pero' studio prima per i fatti miei e non con lei, cosi' almeno posso passare qualche ora ad aiutarla, senza dovermi sentire come se avessi sprecato del tempo prezioso che avrei potuto impiegare in un ripasso efficace degli argomenti, anziche' rimanere impantanati su argomenti vecchi e stravecchi.
A lezione ieri abbiamo studiato i nomi di diversi tipi di negozi, tipo la macelleria, panetteria, pescheria ecc.
Piu' un bel malloppone di roba su una particella indemoniata che e' ga, ovvero l'incubo grammaticale che perseguita gli studenti stranieri di giapponese, e che ora perseguita pure me!
Chiudo questo post sull'universita' e riprendo ad aggiornare il mio blogghino con racconti un po' piu' interessanti, spero.
lunedì, novembre 27, 2006
Hokkaido noodles
Intanto vi parlo di Denmaru, un ristorante nuovissimo che hanno aperto in un quartiere non molto distante da qui, e la cui specialita' sono le zuppe con le tagliatelline di Hokkaido.
In realta' sono varianti dello stesso tema, cioe' quello dei ramen, ma siccome oramai questi sono diventati tra i piatti piu' famosi di tutto il Giappone, quasi ogni regione di questo incantevole Paese vanta la propria ricetta ed il proprio modo di prepararli.
Hokkaido e' una di queste regioni. Hokkaido, anticamente chiamata Ezo dalle popolazioni indigene, e' una delle quattro isole principali che compongono l'arcipelago giapponese, ed e' anche quella piu' a settentrione.
In questa parte di Giappone vengono preparate squisitezze culinarie per cui bisognerebbe scrivere un libro a parte. Ma tra le tante cose, Hokkaido e' famosa per le sua tagliatelle e per gli squisiti prodotto caseari che provengono da quella regione: burro, latte, panna e formaggi.
Ma le tagliatelline ramen di Hokkaido formano una categoria a se' stante: sono si', ramen, ma non qualunque.
I brodi utilizzati per la preparazione delle tagliatelle sono caratterizzati da sapori forti e decisi, tipo la cipolla arrostita e tritata, spicchi d'aglio fritto e affettati, cipollotti verdi ed altri aromi forti e pungenti.
Qui in Giappone i ramen sono tra i cibi che presentano piu' varianti in assoluto. Si puo' dire che ogni ristorante vanti la propria ricetta personale e segreta, perche' e' proprio sul successo di questa che si basa il successo dell'attivita' in questione.
In ogni ristorante si puo' esser certi di assaggiare qualcosa di diverso. Anche se in fondo certe preparazioni rimangono standard - ramen con brodo a base di miso, quelli con brodo a base di shoyu o salsa di soia e quelli con fettine di carne di maiale arrosto o chashumen - ma ogni locale vi offrira' piatti dal sapore personalizzato e diverso, forse il frutto di una ricetta antichissima e gelosamente custodita dai membri della famiglia.
Oggi faceva freddissimo e quando la temperatura scende cosi' tanto, viene subito voglia di qualcosa di caldo.
Se poi capita di abitare in Giappone, ecco che allora viene voglia di sbafarsi una bella scodellona fumante di noodles.
E Denmaru e' stata la nostra meta oggi.
La mia zuppa consisteva in: una generosa porzione di ramen freschi, brodo chiaro e saporitissimo, una manciata di cipolle arrostite e tritate, cipollotti verdi ed una fetta di carne di maiale arrosto, piu' un sottile foglio quadrato di nori o alga essiccata.
Accanto alla scodellona fumante c'era una ciotolina di riso tipo alla cantonese, ma Japanese style, con salsa di soia, zenzero e pezzetti di kamaboko, un composto solido a base di pesce cotto al vapore.
La zuppa di mio marito era molto simile, eccetto che il suo brodo era molto scuro, quindi penso fosse essenzialmente a base di salsa di soia. In piu' nella sua c'erano molti cipollotti verdi.
Al posto del riso, ha ordinato dei gyoza, ovvero dei grossi tortelli ripieni di carne e saltati in padella, molto simili ai jiaozi cinesi.
Ieri per pranzo, invece, siamo stati da Sushiro, il nostro Sushi Kaiten abituale.
Parlero' dei Sushi Kaiten la prossima volta.
Thanksgiving Day e uno sfizio da Tiffany
Giovedi' sera abbiamo avuto molti ospiti qui a cena da noi, in occasione del Thanksgiving Day o giorno del Ringraziamento.
E' stata una serata incredibile perche' eravamo tutti provenienti da Paesi diversi. E la cosa piu' comica e' che non c'era nessun ospite statunitense, e noi stavamo festeggiando una ricorrenza statunitense appunto!
Tra i nostri ospiti abbiamo avuto due amici giapponesi (Natsuki e Katsuya). C'erano poi amici e colleghi di lavoro di mio marito: alcuni filippini, un guatemalteco, un ecuadoriano ed un cinese. C'era anche una ragazza coreana che era la fidanzata di uno dei nostri ospiti filippini.
Tra l'altro ho scoperto, dopo che se ne sono andati, che la nostra ospite coreana era abbastanza illustre: e' la figlia dell'ambasciatore coreano in Sudafrica!
E' stato bellissimo vedere la nostra bella tavolata imbandita con ogni sorta di squisitezze preparate con le mia manine e quelle adorate di mio marito! Una tavola arricchita poi, dalla presenza di cosi' tante persone, ognuna delle quali con una cultura ed una lingua diverse.
Infatti per tutta la serata c'e' stato un miscuglio affascinante di lingue...si passava dall'inglese all'italiano, dallo spagnolo al giapponese e dal giapponese al tagalog.
Uno dei nostri amici filippini ci ha portato una teglia di Menudo alla maniera filippina, appunto.
Il Menudo e' un piatto molto famoso in Messico: e' essenzialmente una zuppa molto sostanziosa a base trippa e gusti vari.
Il Menudo filippino che abbiamo assaggiato, invece, non contiene trippa ma pezzetti di carne di manzo rosolati in un soffritto, credo, e poi fatti cuocere in un brodo abbastanza liquido con salsa di pomodoro ed arricchito da tocchetti di patate ed altre verdure saporite.
A me la carne di manzo piace pochissimo, quasi per niente, pero' quello e' stato un piatto gustoso e che ho assaggiato volentieri.
Il nostro amico giapponese, Katsuya, invece ci ha portato una graziosa scatola con dentro delle elegantissime fette di torta acquistate presso una delle stilosissime pasticcerie di Yokohama, la rinomata pasticceria Vanilla.
Anziche' esserci una torta intera, c'era un delizioso assortimento di fettine di torte di vario genere: ce n'era una di pasta sfoglia ricoperta di panna montata, crema al caffe' e scagliette di castagne candite; un'altra aveva un trionfo cremoso di cioccolato; un'altra ancora sfoggiava una divina nuvola bianca di panna montata e con sopra una succosissima fragola rossa.
Il nostro ospite cinese, invece, ci ha portato in dono un'elegante bottiglia di Moet et Chandon, un classico senza tempo.
La mia amica Natsuki mi ha portato una bellissima scatola con dentro un assortimento strepitoso di baci di dama!!! Si', proprio i baci di dama della nostra tradizione pasticcera! Sempre a Yokohama c'e' Bambini-Na, un'incantevole negozietto dal cui forno escono creazioni golosissime ed irresistibili, tra cui proprio questi baci di dama!
Insomma, ogni ospite ci ha portato un dono: come non essere felici?
Per la grande cena avevamo preparato:
il tradizionalissimo tacchino al forno (dalle dimensioni mini, vista la poca capienza del nostro fornetto nipponico), pure' di patate, fagiolini verdi al forno con crema di funghi, stuffing, macaroni and cheese (deeeeeliissshhhh!!!), verdure miste saltate in padella, stinco di prosciutto arrosto, insalatona fresca.
Uno dei nostri ospiti ha grigliato delle bistecche di manzo, che pero' non ho mangiato perche' non mi piacciono.
E per dessert ho preparato una crostata all'albicocca. In piu' avevamo i divinissimi dolci della pasticceria Vanilla ed una profumata e tradizionale pumpkin pie, una specie di crostata di zucca, aromatizzata da cannella e altre spezie.
Lo sfizio:
Lo sfizio, invece, me lo sono tolto ieri. Mi sono comprata un anello di Tiffany! Sognavo da sempre di possedere un qualcosa del rinomato gioielliere newyorchese, ma per tanto tempo e' rimasto solo un sogno, appunto.
Poi ieri, mentre curiosavamo in una gioielleria della zona, ho pensato di farmi questo bel regalo, e senza molte esitazioni ho chiamato la commessa e le ho chiesto di farmi vedere un anello in particolare che avevo subito addocchiato: l'anello in argento massiccio, il famoso anello del 1837.
Quello e' l'anno in cui fu fondata la Tiffany & Co. , e quell'anello celebra la nascita dell'azienda.
Nel 1997 venne riproposto al pubblico questo anello commemorativo, ed e' quello che ho acquistato io.
E' M E R A V I G L I O S O ! ! ! !
E' un anello di un'eleganza e di una raffinatezza senza pari. E' un gioiello senza tempo, un qualcosa che non andra' mai fuori moda perche' non ne segue una, ma segue solo il suo stile personale, perche' e' uno stile fedele a se' stesso, sempre.
Mi sento cosi' elegante quando me lo metto al dito!
Sono proprio felice di essermi fatta questo bel regalo!
Sono sicura che mio marito me l'avrebbe comprato in un batter d'occhio se gliel'avessi chiesto, ma ho voluto comprarmelo coi miei risparmi, perche' e' proprio solo un mio capriccetto che desideravo accontentare.
Ken Shimura

Assieme al mistero del ristorante (sul quale scrivero' alcuni aggiornamenti appena posso), c'era anche quello del comico giapponese senza nome, che sa farmi spaccare in due dalle risate ogni volta che lo vedo in tv.
Giovedi' sera, a casa nostra abbiamo festeggiato il Thanksgiving Day, o giorno del Ringraziamento, assieme a molti ospiti. Tra questi c'era anche la nostra amica giapponese Natsuki con un suo amico, Katsuya.
Anche sulla bella serata di giovedi' parlero' per benino in seguito, ma ora mi preme parlare del suddetto comico, che peraltro vedete immortalato nella foto in alto a sinistra.
Dopo cena, ho fatto vedere a Natsuki il palinsesto del canale dove mandano in onda gli spettacoli del comico e lei, dopo aver velocemente letto la pagina che le ho mostrato, ha esclamato: - Ma questo e' Ken Shimura!-
Mistero risolto, dunque.
Quindi, finalmente, il mitico comico nipponico ha finalmente un nome! Il che significa che posso andarmi a cercare tutti i suoi dvd nei negozi e farmi una mega scorta di risate assicurate!
Ken Shimura e', secondo quanto mi ha detto Natsuki, un comico famosissimo qui in Giappone. Lavora perlopiu' in televisione: non fa spettacoli nei teatri o locali per cabaret, ma quasi solo ed esclusivamente in tv.
La mia amica ricorda di aver iniziato a vederlo in televisione quando era bambina; sono passati piu' di ventisei anni e Ken e' ancora famoso e i suoi sketch comici vanno a gonfie vele.
Shimura e' talmente famoso che, se proprio bisogna paragonarlo a qualcuno, possiamo dire che e' come un Gigi Proietti, un Lino Banfi od un Enrico Montesano da noi in Italia.
O come Fantozzi..pero' ho volutamente evitato il paragone con quest'ultimo perche' penso che l'unica cosa che abbiano in comune sia proprio solo la notorieta' e la fama, ma tra i loro tipi di comicita' c'e' un abisso di differenze.
Ah, vorrei precisare che la foto in alto l'ho presa dal blog / sito ufficiale di Ken Shimura. L'indirizzo e': www.ken-shimura.com
mercoledì, novembre 22, 2006
Midterm
Oggi ho dato l'esame di Midterm di giapponese. Il Midterm e' un esame importante e quindi bello tosto.
Ho studiato e ripassato come una matta. Domenica e' venuta Tina (la mia compagna di universita') qui a casa mia a studiare.
Siamo state ore sugli appunti e sul lessico.
Per imparare e memorizzare efficacemente tutte le parole nuove, uso il metodo delle flash cards. E' lo stesso metodo che ho usato anche per il cinese. E' un modo semplice ma che non tarda a dare i suoi risultati.
Prendo dei semplicissimi fogli di carta; li piego a meta', li ripiego nuovamente e poi li piego ancora in quattro parti uguali.
Riapro il foglio e in ogni quadrato (o rettangolo) che si e' formato scrivo un vocabolo in lingua originale. Dall'altra parte lo riscrivo in italiano.
Dopodiche', con un bel paio di forbici alla mano, taglio le carte et voila'! Faccio questo lavoro per ogni unita' di giapponese svolta.
Visto che in ogni lezione c'e' sempre una lista consistente di parole nuove, e' di fondamentale importanza memorizzarle il piu' presto possibile, per non doversi ritrovare all'ultimo con una montagna di vocaboli da studiare.
Credo che il Midterm sia andato bene. Mi sentivo tranquilla.
Non so quando sapro' il risultato. Spero presto, anche se credo non lo sapro' fino a martedi' prossimo, giorno in cui riprenderemo le lezioni.
Giovedi' non si andra' perche' e' il giorno del Ringraziamento, quindi e' festa.
Anche mio marito ha dato il suo esame di Midterm oggi, ma il suo e' strutturato in due parti, e quindi dovra' terminarlo domani. Spero che anche lui ottenga un ottimo punteggio!
Domani, se riesco, vorrei aggiornare nuovamente il blogghino e raccontare della nostra visita al museo dei ramen, a Shin Yokohama. Vi siamo stati la settimana scorsa, assieme alla nostra cara amica giapponese Natsuki. E' stata una giornata splendida e ci siamo divertiti un mondo!
E' stato stupendo visitare un museo interamente dedicato a quei saporitissimi spaghettini giapponesi!
Abbiamo scattato anche alcune foto che non manchero' di aggiungere.
Ieri sono andata di nuovo a Chigasaki a dar lezione d'italiano ad Ikuko. All'andata il cielo era un po' nuvoloso. Cercavo Fuji-san, ovvero il Monte Fuji, ma era avvolto in una coltre bianca di nuvole soffici e fumose.
Domani iniziero' a dar lezioni d'italiano ad un'altra ragazza giapponese, di nome Satoko. Spero vada bene!
Dopo la lezione, mi faro' un giretto nel centro commerciale che si trova vicino alla stazione dove c'incontreremo.
Li' comprero' un po' di cose per giovedi', giorno del Ringraziamento appunto.
Giovedi' avremo degli ospiti qui a cena. Prepareremo i piatti classici per il Thanksgiving, ma faro' anche qualcosa d'italiano. Specialmente come dessert, mi piacerebbe fare una bella crostata alla frutta. Vedro'.
La temperatura qui si sta abbassando sempre di piu'. Di sera fa molto freddo e ci tocca accendere il riscaldamento piu' spesso, soprattutto in camera, almeno un'oretta prima di coricarci. Ovviamente lo spengo prima di dormire.
Oyasumi nasai!
martedì, novembre 14, 2006
Vita frenetica
Ebbene si', e' proprio cosi'. Sono in Giappone e la mia vita sta diventando sempre piu' frenetica. Sembra che le ventiquattro ore in un giorno non bastino e che i sette giorni della settimana non siano sufficienti. Devo fare, devo andare, devo studiare. Questo e' diventato il mio nuovo ritmo.
E mi piace molto. Sono, di natura, una persona molto tranquilla che detesta la confusione e il rumore, pero' una vita frenetica non deve per forza significare trambusto e chiasso.
Lo studio, per esempio, mi sta dando una carica che non provavo dai tempi delle superiori. Il dover star dietro ad un programma che viaggia alla velocita' della luce, dover prendere tonnellate di appunti, dover ripassarsi il materiale svolto, prepararsi per le verifiche.
I dubbi di grammatica. La paura di non aver capito o di non ricordare i vocaboli appresi. Il timore che puntualmente assale gli studenti il giorno prima ed il giorno stesso della temuta verifica. Scariche di adrenalina che alla fine ci lasciano stanchi ma sollevati.
Ieri sono stata di nuovo a Chigasaki a dar lezione d'italiano ad Ikuko. Abbiamo preso un caffe' in un bel bar in stile occidentale.
Finita la lezione, la mia amica e' andata via e io mi sono fatta un breve giretto all'interno della stazione, a curiosare fra i negozi.
Ho visto un negozio che si chiama 3 Coin, dove vendono tutto a 300 yen. Ho visto una grossa farmacia con ogni medicinale possibile immaginabile, cosmetici di ogni genere, detersivi e casalinghi.
Ho visto un mini-market pieno zeppo, stipato direi, di prodotti stranieri. Si trova di tutto la' dentro, dalle caramelle al latte e miele Ambrosoli (che ho preso perche' mi piacciono molto!) a spezie indiane, dolci tedeschi ed austriaci. C'era un trionfo di formaggi italiani e francesi, un assortimento incredibile di salumi iberici e di vini italiani.
Finito il mio giretto per i negozietti della stazione, mi sono avviata verso il treno che mi porta a casa. Tornando a casa non sono piu' riuscita a vedere il Monte Fuji in lontananza perche' si stava facendo sera, ma l'ho visto all'andata, anche se non si e' visto bene come l'altro giorno!
Oggi sono andata a lezione. Tirava un venticello abbastanza forte fuori, ma c'era un sole splendido.
A me personalmente piace molto il sole del tardo pomeriggio: e' il piu' bello, perche' e' tiepido e dai colori caldi e confortanti. Non e' aggressivo ed arrogante come quello di mezzogiorno o delle prime ore del dopopranzo.
Camminavo e intanto respiravo l'arietta fresca e guardavo le piante che costeggiano il viale che percorro per andare a scuola. Si vedono tanti alberi, cespugli e piantine. Su ambo i lati della strada ci sono case e negozietti. Verso il fondo c'e' un parco abbastanza grande, ma per accedervi bisogna salire su per una collinetta.
Subito dopo il parco c'e' una galleria dove passano le macchine, ma dove possono camminare anche i pedoni, visto che c'e' un marciapiede su tutti e due i lati.
Mentre camminavo e mi avviavo verso la galleria, e' passata una bambinetta giapponese che avra' avuto sette-otto anni e con un faccino sorridente mi ha detto Konnichiwa! , che vuol dire salve, ciao, buongiorno, ma va usato mentre e' ancora giorno. Quando diventa buio, bisogna usare un altro saluto: Konbanwa.
Le ho risposto anch'io Konnichiwa e ho continuato a camminare verso l'universita'.
Oggi ho avuto una prova di verifica abbastanza complessa e spero sia andata bene. Dopo la verifica abbiamo iniziato dei nuovi argomenti di grammatica e, ovviamente, ho preso una montagna di appunti. Mi fa male la testa.
Mio marito non e' potuto venire a prendermi perche' deve lavorare. Questa settimana fara' degli orari un po' diversi dal solito.
La mia compagnia di universita', Tina, mi ha dato un passaggio per un pezzo di strada, ma poi ho continuato a piedi perche' lei doveva girare per andare in un'altra direzione, quella verso casa sua.
Andando verso casa, mi sono fermata al Famima, o Family Mart, un convenience store o conbini (in giapponese), dove mi sono comprata la cena, dato che non avevo per niente voglia di cucinare.
Ho preso un piatto di riso al vapore con tonkatsu (gnamm!!!!!) con la salsina marroncina sopra ed un'altra salsina a base di maionese, a lato.
Ho preso un brick di succo d'arancia, un gelato per me e uno per mio marito ed un dolcino per domani.
Mi piace comprare i gelati al Famima, anche se ne hanno sempre di cosi' tanti tipi che e' davvero difficile scegliere. Stasera ne ho preso uno al gusto panna e uva. Il gusto dell'uva dovrebbe ricordare quello del vino, ma preferisco pensare al frutto che non alla bevanda alcoolica se si tratta di gelato.
Ho finito poco fa di cenare e ancora sto finendo il mio gelatino panna e uva, dopodiche' mi mettero' a rivedere gli appunti di giapponese di stasera.
lunedì, novembre 13, 2006
Una giornata triste
Volevo dire che la verifica di giapponese era andata poi benissimo. Ho preso 100 / 100! Ero davvero contenta! Anche se pero' martedi' gia' me ne aspetta un'altra, sicuramente piu' tosta, visto che riguardera' tutto l'argomento relativo all'ora, ai numeri (davvero impestati!), alle date, a delle particelle strutturali della frase, ecc.
Speriamo in bene!
Pero' a parte tutto cio' che puo' passare benissimo in secondo piano, oggi e' stata una giornata triste. E' venuta a mancare la nonna materna di mio marito. Ho ricevuto la triste notizia per telefono stamattina, da parte di mia suocera. E' stato tristissimo.
In piu', mio marito oggi ha dovuto lavorare, per cui ho dovuto decidere se telefonargli per dirglielo subito o se aspettare. Ho poi deciso di dirglielo subito, cosicche' avesse il tempo di telefonare alla sua famiglia immediatamente.
In situazioni come queste non si sa mai cosa dire. Ci si sente impacciati come non mai.
Ci si sente in dovere di portar conforto subito, ma spesso crediamo di doverlo fare con le parole, mentre credo che possa bastare la nostra presenza, un abbraccio, una carezza.
Sono rimasta tutto il giorno col mio adorato marito, ma ho cercato di lasciarlo tranquillo. Abbiamo passato tutto il pomeriggio e tutta la sera tra il salotto e la cucina. Lui cercava di distrarsi leggendo e guardando la tv, mentre io gli facevo compagnia e nel frattempo mi facevo i compiti per martedi'.
Ma ci siamo fatti molta compagnia ed e' stato bello, nonostante il clima teso e triste.
Spesso evitiamo di pensare alla morte perche' e' un argomento scomodo, che ci mette tremendamente a disagio perche' ci pone di fronte ad un'innegabile verita'. E penso sia bene non pensarci troppo spesso, o si rischia di farla diventare un'ossessione e di entrare in paranoia.
Ma ogni tanto ci fa bene riflettere in questo senso, perche' ci aiuta a fermarci un attimo e ad apprezzare cio' che abbiamo ora, nel presente. Trascorriamo buona parte della nostra vita in funzione di un futuro che probabilmente non sara' come ce lo aspettiamo, e nel frattempo il presente ci passa davanti senza che noi battiamo nemmeno ciglio.
Soprattutto, impariamo ad apprezzare maggiormente i nostri cari, le persone a cui vogliamo bene e il tempo che passiamo con loro. E questo vale per tutti, specialmente per chi, come noi, ha la famiglia lontana.
Purtroppo non ho potuto conoscere questa nonna, se non tramite delle fotografie. Pero' mi sento molto triste pure io.
Che la sua anima riposi in pace. Amen.