Forse e' davvero solo una mia impressione.
Forse saranno le angeliche note di questa 手を取り合って Te o toriatte dei Queen a farmi osservare il cielo con quel briciolo di malinconia che sembra accompagnare la fine di una stagione, ma ho l'impressione che il volto luminoso dell'estate stia iniziando - seppur molto lentamente - a coprirsi delicatamente di un velo grigiastro ed imbevuto di quell'effluvio settembrino che riesce a far apparire l'afa estiva come un ricordo di cui non riusciamo a mettere ben a fuoco i contorni.
Le cicale continuano il loro canto intenso e sincero, ma sembra che i momenti di silenzio - quelli in cui la quiete e' spezzata solo dalle note della vita quotidiana o magari dal canto di un passerotto appollaiato sul bordo di pietra grigia di un'aiuola - inizino piano piano ad aumentare.
L'uscita di scena dei minminzemi avverra' inesorabilmente, e con loro anche le fatate libellule blu giapponesi - quelle che con una grazia ed un'eleganza quasi oniriche volteggiano in aria roteando su nastri immaginari di seta azzurrina - ritorneranno dietro le quinte del palcoscenico della natura, per dare spazio ad una stagione che non e' piu' la loro.
Durante la settimana, pranzo quasi sempre da sola e questo mi permette di riutilizzare - possibilmente in maniera un po' creativa - gli avanzi della sera prima oppure di prepararmi cio' che preferisco.
E oggi mi sono tornati in mente gli onigiri, e in particolar modo il libro ad essi dedicati e che acquistai un po' di tempo fa. Era da tempo che non preparavo gli onigiri in casa, e allora ho pensato di porre rimedio a cio' proprio oggi.
A differenza delle altre volte in cui li ho preparati (come ad esempio qui, qui, e qui,) questa volta ho voluto seguire il metodo tradizionale, e cioe' quello che non prevede l'uso delle formine, ma solo l'uso delle proprie manine.
Ho l'impressione che gli onigiri preparati con le mani siano piu' belli perche' assumono un'aria piu' artigianale, piu' genuina, piu' ... giapponese!
Per prima cosa, ho preparato il riso. Kyoko mi diceva - e come ho potuto constatare piu' volte, ha ragione - che se si prepara solo una porzione di riso al vapore, questa non risultera' particolarmente buona. Il perche' di cio' rimane un mistero. Kyoko, dunque, consigliava di prepararne almeno due porzioni, anche a costo di surgelare quella in piu'.
Naturalmente, prima della cottura ho lavato il riso e ho conservato un po' della sua acqua di lavaggio.
Sara' un caso, ma da quando ho iniziato a seguire questo consiglio, le piante di casa sembrano aver ritrovato un benessere del tutto inaspettato!
Piccola aggiunta: proprio questa stasera stavo guardando un programma alla televisione in cui parlavano dei segreti di bellezza di una ragazza che, per mantenere una pelle morbida e luminosa, oltre a bere un succo di verdura e frutta tutte le mattine (se non ricordo male, la sua ricetta prevede: un pomodoro, una costa di sedano, un cetriolo, una mela), dopo aver lavato il riso ne conserva l'acqua di lavaggio e la usa per farsi degli impacchi sul viso. Diceva che, mentre sbriga alcune faccende domestiche al mattino, sul viso tiene dei batuffoli di cotone imbevuti dell'acqua di lavaggio del riso; dopo aver finito le sue faccende domestiche, toglie semplicemente i batuffoli e si risciacqua il viso con dell'acqua.
Beh, si puo' provare! E' sicuramente un metodo economico!
Mentre il riso era in cottura, mi sono messa all'opera e ho preparato i condimenti per i miei onigiri.
Innanzitutto, ho preparato un 薄焼き卵 usuyaki-tamago, ossia un'omelette sottilissima, usando solo un uovo e basta (niente sale, pepe, ecc).
Ho sbattuto l'uovo, l'ho suddiviso in due parti e l'ho messo a cuocere in un padellino da tamagoyaki leggermente unto, preparando cosi' una frittatina sottilissima.
Ho usato circa 1g di katsuobushi (e siccome e' leggerissimo, sembra che in realta' ve ne sia molto di piu'!):
Kyoko mi ripete spesso quanto sia importante girare il riso cotto innanzitutto utilizzando solo ed esclusivamente una paletta da riso che sara' stata velocemente passata sotto un getto d'acqua fredda. Inoltre, il riso va girato lentamente e delicatamente dal basso verso l'alto, cercando d'incorporare in esso un po' d'aria. Solo dopo questa semplice - ma indispensabile - operazione si potra' servire il riso in tavola od utilizzarlo per altre preparazioni.
Ecco il riso "arieggiato":
Ho usato, quindi, una mia semplice scodella:
Comunque sia, ho seguito le istruzioni del libro e questi sono i passaggi consigliati:
- Mi sono inumidita le mani con dell'acqua messa in una ciotolina che ho tenuto vicino a me.
- Con le mani umide, ho preso in mano la porzione di riso e l'ho modellata in modo molto approssimativo.
- Ho subito farcito gli onigiri con i ripieni messi da parte. Per la farcitura, ho semplicemente fatto un buchino nel riso usando un dito e ho poi riempito il buco con il ripieno scelto.
- Solo dopo la farcitura, si puo' modellare in modo definitivo l'onigiri dando ad esso la forma che piu' si preferisce.
- Come tocco finale, ho versato un briciolino di sale sul palmo di una mano e su di esso ho fatto rotolare delicatamente l'onigiri in modo da salarne uniformemente la superficie.
Essendo in vena un po' bambinesca, ho pensato di dare ad ogni mio onigiri una forma diversa: ne ho fatto uno triangolare, uno cilindrico e uno a sfera un po' appiattita.
L'onigiri cilindrico, invece, non aveva alcun ripieno ma l'ho fatto prima rotolare in un pochettino di sale e poi l'ho avvolto in un pezzo di frittatina.
E per finire, l'onigiri sferico ed appiattito l'ho semplicemente farcito con il trio di peperoni e l'ho poi salato leggermente e guarnito con qualche altra strisciolina di peperoni.
Il take no kawa si trova in molti negozi di alimentari e in alcuni supermercati. Questa e' la confezione che ho acquistato io da Tokyu Hands:
Quando si vorra' utilizzare quel riso congelato, bastera' tirarlo fuori dal freezer e lasciarlo scongelare a temperatura ambiente. Kyoko dice che lei, solitamente, con quel riso prepara degli onigiri che fa poi grigliare velocemente, facendo cosi' degli yaki-onigiri e che spennella con un po' di salsa di soia.
In alternativa, diceva che le piace molto mischiare quel riso scongelato con del riso fresco e preparare un chahan (una sorta di riso alla cantonese) molto veloce e a cui poter aggiungere avanzi vari di verdure, carne o pesce.
Tutto questo perche' buttare via del riso ancora commestibile e' un qualcosa che sa di sacrilego. Non so, ma credo sia un po' come buttare via il pane.
E cosi', eccomi anch'io qui con i miei sacchetti di riso congelato!