
Piu' passa il tempo e piu' trovo faticoso resistere alla tentazione di trovare continui agganci fra cio' che e' e cio' che era.
Vivo in un Paese moderno, eppure non riesco ad immergermi completamente nei panni di quel Giappone che sembra guardare - con aria sempre piu' sognante ed incantata - l'Occidente.
Ammiro il fondersi delle due culture, pero' solo quando queste realmente si abbracciano senza imporsi l'una sull'altra.
Nonostante non riesca a spiegarmi il perche', preferisco guardare altrove; preferisco voltarmi alla ricerca di tracce - magari sbiadite dal tempo o dalla noncuranza di chi e' fermamente proiettato solo verso il futuro - che mi raccontino storie, brevi aneddoti forse rimasti sulle pagine di qualche libro o diario, oppure conservati nella memoria di chi ancora riesce a ricordare.
Piu' passa il tempo e piu' m'interessa cio' che fu. Sono le orme di vite passate e di semplici quotidianita' di una volta ad affascinarmi.
E quando, alcuni giorni fa, abbiamo ricevuto in regalo da Ishii-san un assortimento di osenbei e caramelle tradizionali, non ho potuto non fermarmi a pensare soprattutto a quest'ultime e a come dei semplici confetti zuccherini abbiano iniziato a deliziare i delicati palati nipponici gia' nel XV secolo.
Tra queste delicate caramelline, le piu' celebri forse sono le 金平糖 konpeitoo:

Le delicate konpeitoo cominciarono lentamente a divenir parte dell'allora emergente repertorio zuccherino nipponico, fino a diventare uno dei capisaldi di ogni 駄菓子や dagashi-ya (botteghe di dolciumi a prezzi popolari) che si rispettasse.
L'assortimento di dolciumi delle dagashi-ya divenne via via sempre piu' fornito, includendo non solo caramelle dure ma anche snack salati e dolci, caramelle gommose, gelatine, noccioline, piccoli budini, e molto altro ancora.
Le konpeitoo non hanno un sapore particolarmente forte: in fondo non sono che semplici pastigliette di zucchero colorato al cui impasto vengono aggiunte alcune gocce di aromi di frutta e fiori.
Assieme alle konpeitoo, nella scatola di dolci ricevuta in dono da Ishii-san c'erano anche queste 飴 ame alla frutta.


Sabato sono stata, assieme a mio marito, a visitare uno splendido museo a Shibuya e che si chiama たばこと塩博物館 Tabako to shio hakubutsukan, ossia il museo del tabacco e del sale.
Shibuya e' una delle zone di Tokyo per cui provo poca simpatia; forse e' il soffocante caos che vi regna quasi sempre, o forse e' perche' e' una zona che incarna proprio quella smania di volersi lanciare a tutti i costi verso un'occidentalizzazione ingorda e che si ciba famelicamente di effimero.
Eppure, fortunatamente, anche a Shibuya sopravvive - magari a fatica - qualche brandello di memoria polverosa. Uno di questi e' proprio questo museo che abbiamo avuto la fortuna di visitare e che vi consiglio caldamente per vari motivi:
- E' un museo in continuo aggiornamento, soprattutto l'ultimo piano che e' dedicato a mostre itineranti.
- Pur trovandosi in una zona molto caotica, e' molto poco frequentato (sabato ci saranno stati quattro o cinque visitatori in tutto!) forse perche' non e' un museo particolarmente conosciuto, o forse affronta un argomento che non interessa piu' di tanto alla maggior parte delle persone.
- E' un museo veramente curato, pulito ed organizzato.
- E' situato a due passi dalla statua di Hachiko, e quindi dalla stazione di Shibuya.
- L'ingresso e' di soli 100 yen a persona, e nel biglietto e' sempre incluso l'accesso al quarto piano dove si svolgono le mostre itineranti ed altri eventi speciali. In questo periodo, ad esempio, e' in corso un'affascinante mostra che narra dei mille aneddoti che hanno contribuito al rafforzamento dei rapporti commerciali e diplomatici tra Giappone e Messico, due Paesi diventati amici inseparabili in seguito ad un curioso incidente avvenuto secoli or sono.
E viste le origini geografiche di mio marito, questa mostra speciale proprio non potevamo perdercela!
Purtroppo era severamente proibito scattar fotografie all'interno del museo, e quindi non potro' mostrarvi nessuna immagine degli splendidi oggetti in esposizione. Sul sito ufficiale del museo, pero', troverete non solo maggiori informazioni, ma anche alcune fotografie.
Questo museo si propone di approfondire il solido legame tra l'uomo e due sostanze antichissime: il sale e il tabacco. Il tabacco, per esempio, arrivo' qua in Giappone nel Seicento e da quel momento in avanti divenne sempre piu' parte della vita quotidiana prima delle classi sociali agiate, raggiungendo poi col tempo tutti i ceti sociali, anche quelli piu' modesti.
La mia inguaribile passione per le anticaglie mi ha condotta, come un fedele ed affidabile segugio, davanti a queste due cartoline che ritraggono due vecchie pubblicita' di sigarette giapponesi:
la prima pubblicita' reclamizzava le sigarette みのりMinori del 1930, mentre nella seconda cartolina e' raffigurato un poster pubblicitario delle sigarette ヒーロー Hero del 1894.

Tra le innumerevoli cose apprese durante questa visita, ho scoperto l'esistenza di un antico e semplice gioco giapponese: 変り絵 kawari-e, ossia immagine mutevole.
Le kawari-e erano dei semplici giochini di carta, molto in voga a partire dagli inizi del Settecento.
Sono fogli di carta su cui e' stampata un'immagine che, a seconda di come si pieghera' il foglio, cambiera'. Sul retro del foglio stesso, infatti, sono stampati alcuni dettagli che contribuiranno al mutare dell'immagine principale, creando cosi' un effetto carino e senz'altro molto curioso.
Al museo era possibile acquistare, per davvero pochi spiccioli, una copia del kawari-e in esposizione.
Giocando un po' con questo kawari-e, mi e' tornato in mente un giochino che avevo da bambina e che era composto da tante piccole tessere di cartone spesso. Su ogni tessera era raffigurata una porzione di un paesaggio; questi pezzi di paesaggi, pero', erano disegnati in modo tale da poter essere avvicinati ad altri (anche se scelti a casaccio) riuscendo pur tuttavia a dar continuita' all'immagine.
Erano giochi semplici e che forse, al giorno d'oggi, verrebbero probabilmente disprezzati da molti bambini moderni ed abituati a balocchi ben piu' sofisticati, eppure erano giochi che riuscivano ad intrattenermi per ore, senza mai stufarmi. Erano giochi che consentivano alla propria
Lascero', dunque, che sia questo bel kawari-e del Periodo edo (il cui autore, purtroppo, e' sconosciuto) a raccontarci una graziosa storiella e che avra' indubbiamente allietato ore di gioco di chissa' quanti bambini di un tempo.
Questa e' l'immagine principale del kawari-e: una principessa Edo intenta a leggere una pergamena. Notate come, vicino alla principessa, ci sia un posacenere tradizionale.







E' un incantesimo!!!
La nostra principessa non era una vera principessa, ma era una...

E si sa, le sagaci kitsune sono maestre indiscusse del travestimento e degli astuti stratagemmi!
