venerdì, marzo 13, 2009

Bocchan-dango e varie

(Alcuni dei deliziosissimi bocchan-dango che Akiko mi ha portato come omiyage da Matsuyama)

Dopo giorni e giorni di assenza, arieccomi qui con un po' di aggiornamenti e chiacchiere varie.

Annalisa e' qui gia' da due settimane, caspita! 時の経つのは早いものですね。 Toki no tatsu no wa hayai mono desu ne! Il tempo vola!

Naturalmente, sto cercando di passare tutto il tempo possibile assieme a lei nel tentativo di rimediare alla dolorosa lontananza che ci separa continuamente.

Nel frattempo, ho dovuto preparare anche alcuni esami, tra cui l'esame finale di giapponese che ho dato ieri. Come gia' vi dicevo, questo corso di giapponese era l'ultimo...sigh. L'ultimo. Ancora non riesco a capacitarmene.
Ho studiato fino a farmi bollire il cervello; ho dato tutta me stessa per quest'esame perche' volevo concludere in bellezza questo ciclo di studi che mi ha cambiata e che mi ha dato cosi' tante soddisfazioni.

L'esame e' stato molto ma molto piu' semplice del previsto, e nel giro di tre quarti d'ora l'ho terminato. In classe eravamo rimasti in tre, e nessuno di noi tre voleva andarsene perche' ci dispiaceva chiudere quel capitolo accademico. Finalmente, dopo tanto esitare, ci siamo alzati, abbiamo consegnato le nostre prove a Kanai-sensei, abbiamo fatto un inchino e con un malinconico 先生、さようなら sensei... sayoonara, ci siamo voltati e ci siamo incamminati per il corridoio buio e silenzioso che ci ha condotti fino fuori.

Certo, per i miei compagni il distacco e' stato piu' triste perche' entrambi lasceranno il Giappone fra non molto, mentre io potro' continuare a studiare giapponese grazie alle lezioni private che iniziero' con Kanai-sensei fra non molto. Comunque sia, e' stato triste. La nostra era una bella classe, piccolina ma affiatata.

Martedi' scorso, invece, Kanai-sensei ci ha sorpresi dando ad ognuno di noi questo attestato che certifica il nostro completamento - e con voti eccellenti- di tutti i corsi di giapponese offerti dalla nostra Universita'.

Ho trattenuto a stento le lacrime quando mi sono vista consegnare questo dal sensei:
Non immaginate quanto grande sia stata la soddisfazione. Enorme. Ma che dico...immensa.

Passiamo ad un paio di altre novita'! Innanzitutto, dal 6 marzo, Annalisa ed io abbiamo iniziato ad insegnare italiano in un liceo artistico. La classe a cui facciamo lezione si sta preparando per andare in Italia, e la scuola aveva bisogno che qualche italiano madrelingua andasse ad insegnare ai ragazzi un po' di frasi ed espressioni utili. Tramite Akiko che conosce la professoressa d'italiano del liceo, mi e' stata offerta questa preziosa ed irripetibile opportunita', un'opportunita' che naturalmente ho afferrato al volo. E sapendo che Annalisa sarebbe venuta di nuovo qui in Giappone, ho pensato di coinvolgere anche lei dandole cosi' la possibilita' di vivere un'esperienza che indubbiamente non dimentichera'.

Abbiamo quasi quaranta studenti, perlopiu' ragazze, tutti molto disciplinati ma molto simpatici e aperti nei nostri confronti.

Vi parlero' meglio di questa nostra esperienza non appena avremo terminato il ciclo delle nostre lezioni. Ho cosi' tanto da raccontarvi che sicuramente scrivero' un mezzo poema!

Concludo l'articoletto di oggi mostrandovi i meravigliosi (e deliziosi!) omiyage che mi ha portato Akiko, di ritorno da un viaggio nello Shikoku, e piu' precisamente nella citta' di Matsuyama.

Delle delicatissime scorze candite di un agrume indigeno giapponese, tipico dello Shikoku: lo いよ柑 iyokan.
Queste scorze hanno un sapore che ricorda l'arancia, ma senza quella nota spigolosa che e' caratteristica delle arance o dei mandarini. Piccoli bocconi zuccherini e meravigliosamente delicati.

E poi una scatola di splendidi ぼっちゃん団子 bocchan-dango:

Come tutti i wagashi che si rispettino, anche questi sono elegantemente ed accuratamente confezionati. Sulla carta che avvolge la scatola appare persino una fotografia in bianco e nero del celebre scrittore giapponese Natsume Sooseki. Questi dolcini sono stati dedicati a lui perche' una delle sue opere e' proprio intitolata Bocchan (scritto anche botchan), ma soprattutto perche' l'autore ha vissuto nella cittadina di Matsuyama, lavorando come insegnante di matematica. Nel suo romanzo Bocchan, attraverso la voce del protagonista della storia, l'autore condivide molte sue riflessioni sulla vita a Matsuyama e su come la gente di quella regione sia cosi' diversa dai veri tokyoti, ossia gli 江戸っ子 edokko. Non a caso, infatti, Natsume stesso era proprio un edokko.

Ed ecco due dei miei bocchan-dango, pronti per essere divorati!
E qualche giorno fa, al supermercato di zona, ho trovato i veri dorayaki di Doraemon! Come potevo, secondo voi, resistere? Infatti, non ho resistito e ne ho comprato uno!
La primavera e' davvero alle porte. La sentiamo avvicinarsi a passi silenziosi, ma decisi. Eppure, l'aria continua ad essere fredda; un cielo nuvoloso promette pioggia e sembra voler ostacolare l'arrivo della mia stagione preferita.

Presto riaggiornero' il blog, raccontandovi della mia esperienza nei panni di una sensei, in quel bel liceo dove sto avendo la fortuna di poter insegnare.

A presto!
またね!
Mate ne!