domenica, agosto 04, 2013

Note di cardamomo, Yixing...e pensieri

Caffe` egiziano
Ogni stagione porta con se` un dono. Non esiste stagione piu` bella di altre, anche se i nostri gusti personale possono portarci a preferirne una anziche` l`altra.

Ogni stagione ha un suo scrigno di profumi, sapori, colori.

L`estate, ad esempio, arriva un po` prepotentemente portando dietro se` una scia di profumo di ginestre.

Le ginestre si abbigliano di giallo e iniziano ad abbellire gli alberi della citta`, regalando a chi passa intense nuvole del loro inconfondibile profumo.

Il sole cocente, spesso arrabbiato, caratterizza questa stagione che proprio per la sua afa molte volte e` amata / odiata contemporaneamente.

Eppure, anche in quel frangente, nell`estate troviamo la gratitudine per ogni sbuffo di brezza, per ogni folata di vento che viene a portarci un po` di sollievo.

L`estate ci regala la lavanda e l`anguria.

A me l`estate ha regalato e sta regalando momenti di riflessione. Il potermi sedere e riflettere su varie cose e` un lusso che ho deciso di concedermi non appena fosse iniziata la mia pausa estiva.

Una pausa addolcita da doni che come sempre ricevo dalle belle persone che caratterizzano la mia vita ora.

Una di queste persone e` M. la quale, un giorno, mi ha portato i due pacchetti di caffe` egiziano che vedete nella foto in alto a sinistra.
La torrefazione Vakakis e` una delle piu` antiche d`Alessandria d`Egitto, risalente infatti agli inizi del Novecento.

M. mi dice che Vakakis produce tre tipi di miscele: la miscela rossa che e` quella normale; la miscela verde che e` quella al cardamomo (e al momento la mia preferita); e infine quella blu, aromatizzata al cioccolato.

Dopo aver riposto questi bellissimi pacchettini in dispensa, nel giro di poco la mia casetta ha iniziato a profumare di cardamomo e caffe`, un`accoppiata assolutamente vincente...un po` come lo sono arancia e cioccolato.

Al cardamomo mi sono affezionata molto tempo fa. Chissa` se vi ricordate quando vi parlai della mia passione per i film Bollywood e per il garam chai? Proprio qui.

Ritrovare, dunque, il cardamomo tempo dopo e in un contesto inaspettato ha reso ancor piu` dolce la sorpresa.

Il caffe` egiziano si prepara mischiando la polvere del caffe` (due cucchiaini non colmi, a persona) con un bicchiere d`acqua per persona. Al tutto si aggiunge un cucchiaino di zucchero, sempre per persona.
Si mescola bene bene per evitare che si formino grumi e si mette il composto in un pentolino, a fiamma media.

Si continua a mescolare per un minuto circa, dopodiche` si lascia che il tutto inizi a bollire. Dal momento dell`ebollizione si contano due minuti, si spegne, si serve e si lascia che il caffe` riposi per dare il tempo alla polvere di depositarsi sul fondo delle tazze.

Non vi posso nemmeno descrivere la fragranza che pervade la mia cucina e la mia piccola casetta ogni volta che preparo questa bevanda. E` un profumo antico e che sa di sole, sa di saggezza, sa di tradizione e di benevolenza.

Alcune sere fa l`ho gustato accompagnato da un paio di dolcetti marocchini.

Il dolcino ricoperto di sesamo e`, in particolar modo, il mio prediletto tra tutti quelli del panorama dolciario del Marocco.

Sono gli chebakia (sono varie le traslitterazioni, tra cui: chebbakia, shebakia).

Alcuni chebakia ricevuti in dono proprio ieri da S. e pronti per essere divorati senza pieta` alcuna!


Sono biscotti fritti a base di farina, farina di mandorle, zafferano, cannella anice, acqua di fiori d`arancio, ecc. e poi cosparsi (il giusto, non troppo!) di sesamo e miele.

Un lavoraccio assolutamente fuori dalla mia portata poiche` le mie capacita` culinarie non arriverebbero a quei livelli. Indi per cui, li acquisto senza vergogna!

I chebakia sono inoltre i dolci tipici del periodo di Ramadan, periodo in cui ci troviamo ora.

M. e` ritornata in Egitto proprio prima del colpo di Stato e l`inizio delle fortissime ed incessanti proteste che hanno portato milioni di egiziani in rivolta per le strade del loro Paese.

Sapendo di M. li` la mia preoccupazione aumentava di giorno in giorno, soprattutto quando non sempre riuscivo ad avere sue notizie.

Quando poi, grazie a Dio, e` ritornata in Italia sana e salva, con gioia l`ho rivista e l`ho abbracciata. Ma come mi capita tanto spesso, piu` spesso di quanto io meriti in realta`, ricevo sempre magnifiche dimostrazioni di affetto, amicizia e generosita` dalle persone che mi stanno vicine...soprattutto ora che la mia vita e` cambiata radicalmente.

M. mi ha ricoperta di doni tra cui ecco alcuni frutti del suo orto, proprio fuori Torino:

Brillanti e succosi pomodori; fragranti mazzetti di basilico, rosmarino e salvia; delicati fagiolini bianchi; croccanti cetrioli dissetanti.

Tra le meraviglie, e nella mia incredulita`, una scorta gigante di altro caffe` Vakakis al cardamomo!!!

Credo che, a questo punto, non rischiero` di rimanere a secco per diversi mesi!

Son pur sempre italiana, e quindi ogni tanto - anzi, direi ogni giorno - non posso a fare a meno del nostro classico caffe` il cui aroma mi riporta quasi in vita dopo una notte di sonno, specie se comatoso o agitato.

Dopo una traumatica esperienza con il pessimo caffe` Suerte della Lavazza -il peggior mai bevuto da che parlo e cammino - sono passata oltre il prezzo non proprio "amico" e mi sono trattata bene acquistando una latta del grande Illy.

Mi dite quali sono state le vostre esperienza col Suerte? No perche` era talmente cattivo da farmi quasi credere di aver trovato un pacchetto difettoso!

E` come passare dalla stalle alle stelle.

E chi se lo ricordava quasi piu` l`Illy? Caro, troppo caro, pero` ragazzi...che bonta`!

Ricordo ancora come, in un pomeriggio sereno ed assolato di anni e anni fa, assaporai una tazzina di magnifico Illy in un posto inaspettato: a Julian, California, nella contea di San Diego.

Julian non e` nemmeno un paesino, ma una frazione di frazione sperduta fra campi sconfinati. E` un pugnetto di case con una strada che arbitrariamente le ha messe alcune di qua e altre di la`.

Julian e` un posto di cui nessuno si ricorderebbe se non fosse per...le sue mele!

Ecco, diciamo che Julian e` un po` la Cavour piemontese, con il suo festival delle mele, le sue pasticcerie e botteghe devote e dedicate interamente a questo nobile frutto.

E proprio in una di queste pasticcerie, non ricordo se a destra o a sinistra dell`unica strada di Julian, un buon Illy ha accompagnato la miglior apple pie che io abbia mai avuto il privilegio di gustare.

Ma il Giappone, mia costante quotidiana, non scompare e adorna la mia vita.

Alle prime avvisaglie di torrido calore, sono corsa ai ripari con del buon o-cha in bottiglia preso da Yukiko-san, nel suo delicato ed elegante negozio di Via Monginevro, qua a Torino.
Vicino all`o-cha giapponese, del buon 茉莉花茶 molihuacha (te` al gelsomino, in cinese). 

L`o-cha, splendidamente senza zuccheri ed edulcoranti di sorta, e` delizioso proprio per la sua semplicita`. Non ha bisogno di fronzoli, di aggiunte e di maschere per farsi piacere. 
Eppure e` praticamente impossibile trovare del te` verde in bottiglia SENZA zucchero (e senza nemmeno quella porcheria di aspartame). 

Ma perche`?

Quando sono tornata in Italia, ero felicissima di vedere il te` verde della San Benedetto nelle bottigliette. Pensando di aver trovato un corrispondente dell`o-cha freddo che bevevo in Giappone, mi sono invece imbattuta in un`amara (anzi no, che dico? magari fosse stata amara!) sorpresa: un te` verde stradolce. 

E lo stesso mi e` capitato a Pechino dove pare non esistano te` in bottiglia che non contengano due tonnellate di zucchero. 

Faceva un caldo disumano, e in una drogheria confusionaria ho trovato un frigo con delle bottiglie di bibite varie: dalle piu` note tipo Coca Cola e Sprite a quelle locali. Senza indugio, afferro un te` verde cinese pensando di andare cosi` sul sicuro.

Solo dopo il primo mega sorso da assetata guardo schifata l`etichetta su cui, in caratteri cinesi leggibili, appariva la parola ZUCCHERO.  

Rimanendo in tema bevande e in tema Cina, non potendomi permettere una teiera giapponese con tutti i crismi e non volendo ripiegare su robaccia dozzinale di quel genere di roba Asian style che io aborro con tutte le mie forze, ho trovato una via di mezzo.

Proprio una via di mezzo proveniente dal Regno di Mezzo: la Cina.

Ho scelto una teiera in terracotta di Yixing, un materiale pregiato e unico al mondo poiche` ricavato solo dalle zone terrose intorno alla citta` di Yixing, nella provincia del Jiangsu. 

Sono diverse le varieta` di argille di Yixing e a seconda del tipo utilizzato si ha un risultato diverso (e un nome diverso).

La mia teiera e` una Zisha poiche` creata con dell`argilla bruna tendente al violetto.

Le teiere di Yixing sono oggetti particolari perche` necessitano di molte cure ed attenzioni, anche se in cambio regalano bellezza, grazia e naturalmente del delizioso te`.

Prima di essere utilizzate per la prima volta, vanno lavate bene e poi fatte bollire in acqua a cui e` stato aggiunto del te`. La terracotta, cosi` facendo, assorbe il sapore del te` e quindi si puo` considerare da quel momento in avanti pronta all`infusione.

Approfittando di sconti speciali e ribassi non indifferenti, sono andata a fare un salto in solitaria in uno dei miei posti preferiti a Torino: il MAO, ossia il Museo d`Arte Orientale...da cui sono uscita con questo volume (l`unico in negozio!):

La scrittura del Giappone Antico, del prof. Aldo Tollini.

Sto iniziando lo studio di questo volumetto e vorrei quindi, nei prossimi articoletti, condividere qualcosa con voi sull`argomento.

Vado a ritemprarmi un po` sul balcone da cui vedo un cielo blu scuro, ingioiellato di stelline, e con sullo sfondo la Basilica di Superga nel suo dorato splendore architettonico.

Vado sul mio balcone da cui vedo una luna sempre piu` affilata e sempre piu` bella.

Vado sul mio balcone a respirare il profumo della sera che sa di brezza, di piante, di estate e di citta` un po` abbandonata dai suoi abitanti trasformatisi, ora, in villeggianti chissa` dove.

Ma io resto qua. Con il mio cuore, i miei pensieri, e la forza di non ricadere piu` a terra.