martedì, settembre 22, 2009

Dango, chiacchiere e curiosita'

(A sinistra: i mitarashi-dango ricevuti in dono da Sakura. Tutte le foto sono opera mia.)

Settembre inizia gia' a volgere al termine e a me non sembra vero.

Non mi sembra vero che davanti all'ufficio postale stiano gia' sventolando le bandierine rosse che pubblicizzano le 年賀状 nengajoo, ossia i biglietti d'auguri per l'anno nuovo.

Non mi sembra vero che nell'aria si senta gia' l'odore speziato dell'autunno e dei primi camini che, tossicchiando pigramente, riprendono la loro consueta attivita'.

Non mi sembra vero che in giro non ci sia piu' traccia di quell'afa che solo fino al mese scorso sembrava volerci tiranneggiare per chissa' quanto tempo ancora.

Non mi sembra vero che le foglie abbiano gia' iniziato la loro abituale danza che le separa dai rami dell'albero e le fa posare dolcemente sulla terra.

Le ore, i giorni, le settimane e i mesi passano con quella velocita' che da bambini ci sembrava impossibile. Eppure il tempo sta volando.

Da qualche tempo ho tolto sia il fuurin di casa che quello del blog, e oramai l'estate e' davvero solo un ricordo.

Questi giorni sono stati intensi e pieni d'impegni, e ho dovuto quindi rinviare a malincuore l'aggiornamento del blog.
Ringrazio pero' tutti voi che mi avete lasciato cosi' tanti commenti a proposito del mio articoletto sul matcha e della mia piccola - ma emozionante - collaborazione con l'illustre Grazia.

La settimana scorsa ho ricevuto una graditissima visita da parte della mia amica Sakura-san; la ricordate? Lei e' la figlia di Ishii-san, il nostro padrone di casa. Sakura e' venuta a trovarmi, accompagnata da una sua amica di nome Emi-san. Tutte e tre insieme abbiamo trascorso quasi tre ore a chiacchierare del piu' e del meno, e naturalmente a gustare alcuni dei wagashi che Sakurina mi ha portato in dono. Tra questi, dei mitarashi-dango e dei dango alla marmellata d'azuki:
C'erano anche dei dango ricoperti di una pasta verde che inizialmente pensavo fosse aromatizzata al matcha, ma che invece ho scoperto essere allo ずんだ zunda, ossia fagioli edamame cotti e ridotti in poltiglia in un mortaio. Non ho fatto in tempo ad immortalare i dango allo zunda perche' erano i piu' deliziosi dei tre, e quindi si sono velocemente dileguati nelle nostre pancine.

C'erano anche dei classicissimi mochi, spolverati pero' di cacao amaro! Era la prima volta che assaggiavo dei tradizionali mochi aromatizzati al cacao!
Chiacchierando, chiacchierando, siamo arrivate a parlare di fantasmi giapponesi, di vasellame, e di antiquariato in generale. Ho cosi' scoperto che questa Emi-san va spesso alla ricerca di vecchie scodelle da regalare a sua suocera che, a quanto pare, ha la mia stessa fissazione.
Naturalmente, Emi-san conosce diversi posti interessanti dove ha promesso di portarmi molto presto. E siccome ogni promessa e' debito, io attendo pazientemente la riscossione.

Il giorno dopo, invece, e' venuta a trovarmi Fusae-san; non ci vedevamo da piu' di un mese, forse due. Oramai avevo perso il conto delle settimane passate senza vederci. Purtroppo sua sorella ha avuto gravi problemi di salute, e per questo motivo abbiamo dovuto interrompere per qualche tempo le nostre consuete lezioni d'italiano settimanali. Fortunatamente, pero', la sorella si e' ripresa e nella loro vita e' ritornata quella serenita' a cui anelavano cosi' intensamente.

Fusae-san e' una signora giapponese d'altri tempi e davvero molto legata a quelle tradizioni e a quei piccoli accorgimenti che magari a noi sembrano del tutto insignificanti. Per esempio, la tradizione dell'omiyage: credo che per lei sia impensabile tornare da un viaggio - per quanto breve - senza portare qualche dono a chi le e' piu' caro. Ama sempre affiancare i suoi omiyage a qualche prodotto del suo orto, un orto a cui si dedica con tanta pazienza.

Da un suo recente viaggio nella Prefettura di Okayama, Fusae-san mi ha portato alcune confezioni di ざるうどん zaru-udon tipici della zona, accompagnati da una tsuyu proveniente anch'essa dalla stessa regione.
Siccome ci teneva affinche' avessi tutto l'occorrente per preparare dei deliziosi zaru-udon, ecco che tra i regali non mancava dell'ottima yaki-nori, conservata in una bella latta di metallo:
...e per finire, del ミョウガ myooga (zenzero giapponese) proveniente dal suo orto!! L'aveva raccolto poco prima di venire a casa mia! Era la prima volta che assaggiavo del myooga cosi' fresco, e non immaginate che delizia! L'anno scorso vi parlai del myooga. Ricordate? Ecco qua.
Ed ecco qua il myooga di Fusae-san:
Due giorni dopo ho preparato gli zaru-udon utilizzando tutti gli squisiti ingredienti di Fusae-san, e il risultato e' stato eccellente!
房江さん、ありがとうございました!Fusae-san, arigatoo gozaimashita!

Una sera, mentre eravamo nella caotica stazione di Shinjuku ad aspettare il treno che ci riportasse qui nel Kanagawa, stavo pensando ad un modo per passare un po' il tempo in maniera divertente ed utile. Intanto, la fila di passeggeri in attesa del treno sembrava allungarsi sempre di piu' e l'aria della stazione stava diventando sempre piu' pesante ed insopportabile. Insomma, mi ci voleva un qualcosa che mi tenesse la mente occupata senza farmi rischiare d'addormentarmi in piedi o di ritrovarmi in preda di un inarrestabile susseguirsi di vistosi sbadigli.

Dopo una rapida occhiata, ho avvistato un chioschetto che vendeva bibite, caramelle e riviste. Riviste!!! Ma come avevo potuto non pensarci prima?? Mi sono immediatamente avviata in direzione dei tanti giornali ordinatamente sistemati vicino ad un espositore di caramelle profumate e colorate. Cercando di resistere la tentazione dei dolci, ho concentrato lo sguardo sulle tante riviste che sembravano dirmi "prendi me! prendi me!".
Dopo alcuni secondi d'indecisione, ho scelto オレンジページ Orenji-peeji (La pagina arancione), una famosissima rivista giapponese dedicata alla buona cucina.

Naturamente, Orenji-peeji e' stracolmo non solo di splendide ricette, ma anche di consigli vari sulla casa.
Tra i vari articoli, ce n'era uno dedicato alla posta dei lettori in cui si chiedeva loro di parlare brevemente di un cibo che prima detestavano e che ora, invece, adorano alla follia. Una delle lettrici ha raccontato di quanto odiasse l'avocado, e di come non riuscisse nemmeno a guardarlo talmente le faceva senso!
Per puro caso, pero', un giorno ha scoperto che intingendo delle fettine di avocado fresco in un po' di salsa di soia e wasabi, il sapore non solo e' tremendamente delizioso, ma e' incredibilmente simile a quello del sashimi di tonno!

Da quella volta, ha iniziato ad appassionarsi all'avocado, utilizzandolo in svariate ricette.

Ovviamente, la faccenda dell'avocado che ha il potere di trasformarsi in una specie di sashimi di tonno mi ha affascinata all'istante, e cosi' qualche giorno dopo mi sono messa all'opera.
Per preparare un sashimi di avocado (finto tonno), e' sufficiente procurarsi:

un avocado maturo
della salsa di soia giapponese (meglio se tamari)
una punta di wasabi

Pelare delicatamente l'avocado ed eliminare il nocciolo centrale. Con un coltello, affettare la polpa dell'avocado e formare delle fettine sottili, ma non troppo. Disporre le fettine di avocado sopra un piattino, e servirle accompagnate dalla salsa di soia e dal wasabi.

Et voila'!
Il sapore dell'avocado preparato in questo modo e' a dir poco strabiliante poiche' e' veramente molto simile a quello del sashimi di tonno! La consistenza morbida e burrosa dell'avocado si avvicina in maniera impressionante a quella del tonno. Intingendo poi le fettine di avocado nella salsa di soia e wasabi, si otterra' la stessa combinazione di sapori che generalmente si assapora con del buon sashimi.

Insomma, vi piace da morire l'avocado e state cercando una ricetta un po' diversa dal solito? Oppure avete un debole per il sashimi di tonno ma non avete il coraggio di svuotare il portafoglio in pescheria oppure nel vostro ristorante giapponese di fiducia? O magari nutrite un po' di curiosita' nei confronti del sashimi, ma l'idea di assaggiarlo vi spaventa? Allora questa ricetta fa per voi!
Provare per credere!

Venerdi' verra' a trovarci mia cognata (noi in famiglia la chiamiamo tutti Titti)! Sono molto emozionata e non vedo l'ora di rivederla dopo tanto tempo! Cerchero' comunque di pubblicare aggiornamenti con piu' frequenza.

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Un pensiero ed un fiore in ricordo dei nostri valorosi caduti a Kabul.

martedì, settembre 08, 2009

Collaborazione con Grazia

Oggi avevo velocemente fatto riferimento ad una mia piccola collaborazione con una famosa rivista italiana. Ebbene, vi annuncio che sono l'ospite di questa settimana sulla rivista Grazia! Il n.37 del settimanale che trovate in edicola parla molto brevemente di me e vi rimanda al blog ufficiale di Grazia dove, nei prossimi giorni, verranno pubblicati alcuni miei articoli scritti appositamente per loro.

Sono molto emozionata e spero che i miei articoli vengano ben recepiti dai lettori.

Colgo l'occasione per ringraziare Miti' Vigliero e Gaia Giordani!

Ecco qui il link.

Matcha e pensieri

(A sinistra: il mio matcha pomeridiano accompagnato da un eccellente もなか monaka ripieno di marmellata d'azuki. Come sempre, tutte le foto sono opera mia.)

Queste ultime due settimane si sono rivelate particolarmente intense, tanto da riuscire avidamente a risucchiare ogni ritaglio di tempo che generalmente riesco a tener da parte.

Sono stati giorni colmi d'idee; di pensieri da scrivere e pensieri su cui meditare; di un inaspettato e meraviglioso angolo di Piemonte proprio nella grande Tokyo (di cui vi parlero' in seguito); d'inizio di un nuovo e coinvolgente corso universitario che mi sta appassionando con grande forza; di giornate fredde e nuvolose; di giornate calde che sembravano voler contraddire quei timidi inizi autunnali; di esplorazioni, assieme alla mia adorata Akiko, in una magnifica libreria nascosta in un dedalo di viuzze della vivace Machida.

E sono stati anche giorni imbevuti di una nuova ed elettrizzante collaborazione con una famosa rivista italiana di cui vi parlero' prossimamente.

Questi giorni frenetici sono stati anche piacevolmente inframezzati da un piccolo e delizioso rituale a cui ho iniziato a dedicarmi ogni pomeriggio, e che affianca il mio consueto appuntamento coi vecchi film giapponesi: il matcha.

Come forse gia' sapete, il matcha e' un tipo di te' verde molto particolare, nonche' uno dei piu' costosi e pregiati. Ma la notorieta' di questo prezioso te' deriva dal fatto che ad esso e' riservato il ruolo principale all'interno della cerimonia del te' giapponese. Il te' utilizzato nelle cerimonie e' infatti proprio il matcha.

Il matcha, inoltre, e' l'unico te' giapponese che permette di consumare l'intera foglia di te', e non solo il frutto di un'infusione. Il matcha, infatti, e' prodotto da una delicata macinatura delle foglie di te' e che le trasforma in una polvere finissima e di un colore verde brillante.

Molte persone, anche qui in Giappone, si sentono spesso in soggezione davanti al matcha perche' lo collegano subito alla complessa e celebre cerimonia che ne esalta le qualita'. In realta', pero', il matcha si puo' gustare ed assaporare in un qualunque momento della giornata, con o senza cerimonia.
Negli ultimi tempi, infatti, ha iniziato ad apparire sui menu' di molte caffetterie che cercano di rendere questo te' accessibile a tutti.

Spesso, pero', il matcha preparato in questi locali, per quanto delizioso, e' abbastanza costoso, e siccome questo e' il mio te' preferito fra quelli giapponesi, ho pensato d'imparare a prepararlo e di cominciare cosi' un mio rituale giornaliero che mi sappia regalare serenita' e chiarezza di pensiero.

Ho pensato, dunque, di mostrarvi come avviene il mio rituale del matcha pomeridiano.

Innanzitutto, riunisco l'occorrente:
Da sinistra verso destra:

del matcha di qualita'
un 茶筅 chasen (un tradizionale attrezzo di bambu' per mescolare il te')
un contenitore di ceramica che serve a raffreddare un po' l'acqua prima dell'uso
una 抹茶椀 maccha-wan, ossia una scodella da matcha
un 茶杓 chashaku, ossia un apposito cucchiaino di bambu' con cui dosare il matcha

La mia teierina di 織部 Oribe per raffreddare l'acqua, e la mia maccha-wan

Ed ecco un po' del buon matcha che utilizzo:
Questa varieta' di matcha non e' esageratamente costosa, ma e' di buona qualita'. Ho da poco acquistato, pero', del matcha un po' piu' pregiato e che assaggero' presto.

Colgo l'occasione per ricordarvi che non tutti i te' in polvere sono matcha. Fate attenzione poiche' in commercio esistono varieta' di te' sencha in polvere, ma il sencha e' un'altra cosa. Le foglie di sencha crescono con la luce del sole, e dopo essere state cotte al vapore, vengono fatte essiccare. Le foglie di gyokuro (usate per il matcha), invece, vengono fatte crescere all'ombra per stimolare la produzione di clorofilla e per favorire, quindi, quel verde brillante che caratterizza questo pregiato te'. Qui trovate l'immagine di un te' verde in polvere molto diffuso qui in Giappone, prodotto dalla 伊藤園 Itoo-en, che pero' non e' matcha.

Se avete dubbi (e se l'etichetta in giapponese non vi dovesse venire assolutamente in aiuto), allora fate caso al rapporto quantita'-prezzo: se la confezione e' decisamente troppo grande e il prezzo troppo basso, vi posso quasi garantire al limone che cio' che avete davanti non e' un matcha, ma probabilmente un sencha.
Ricordatevi che il matcha e' un te' costoso anche qui in Giappone e che viene prodotto in quantita' molto limitate, quindi se trovate del "matcha" economico, insospettitevi!

Ed ecco il mio chashaku contenente un po' di matcha. In genere, per una persona, se ne utilizza un chashaku e mezzo.
Per evitare che si formino dei grumi durante la preparazione, volendo si puo' setacciare un po' il matcha.

Durante la cerimonia del te', la dose necessaria di matcha viene setacciata e poi trasferita in un なつめ natsume, ossia un contenitore laccato utilizzato appositamente per questo scopo.
Fra i tre natsume che posseggo, uno di questi ha gia' un colino incorporato e che facilita il setaccio.

Eccolo:
Sebbene non sia obbligatorio setacciare il matcha, diventa pero' necessario farlo se, a causa di troppa umidita' nell'aria, doveste notare molti grumi nel barattolino del te'.

Setaccio, dunque, un chashaku e mezzo di di matcha:
Metto a scaldare l'acqua (all'incirca 100ml per persona), avendo l'accortezza di spegnere la fiamma poco prima che questa inizi a bollire.

Nel frattempo, inumidisco leggermente il chasen con dell'acqua tiepida:
Quando l'acqua e' pronta, la verso prima in un contenitore di ceramica e poi nella teierina verde dove si raffreddera' un poco prima di incontrare il matcha. Se versassi subito l'acqua calda sul matcha, la temperatura potrebbe rovinare il delicato sapore del te'. E' necessario, dunque, lasciarla raffreddare per pochi secondi.

Dopo aver delicatamente versato l'acqua sul matcha setacciato, aiutandomi con il chasen inizio a tracciare un 8 sulla superficie del te' per eliminare possibili ed eventuali grumi. Dopodiche', inizio lentamente a mescolare il te' formando tante M.

S'inizia lentamente e poi si prosegue ad un ritmo crescente fino ad ottenere la classica schiuma.

出来上がりです! Dekiagari desu! E' pronto!
Ho accompagnato il mio delizioso matcha di oggi pomeriggio con un 和菓子 wagashi che si chiama もなか monaka, composto da una friabile cialda di farina di riso farcita di marmellata di azuki.
Un aggraziato rituale, dunque, che grazie alla sua bellezza e genuinita' sa trasmettere serenita' e pace. Un rituale che, senza bisogno della cerimonia, si adatta perfettamente ad ognuno di noi, aiutandoci a ritrovare quella tranquillita' interiore che molto spesso si riscopre soltanto attraverso le cose piu' semplici.

Colgo l'occasione per ringraziare tutti voi che continuate a leggere questo blog e che, con perseveranza, avete pazientemente atteso un aggiornamento. Grazie anche a tutti voi che commentate! Non sempre rispondo ai vostri commenti, ma sappiate che li leggo tutti!

Buona settimana!