mercoledì, gennaio 03, 2007

Benvenuto 2007!


Questa foto che vedete qui accanto e' stata scattata da mio marito la sera di S. Silvestro.

Sono lanterne giapponesi che adornano le mura di un antico tempio shintoista che si trova a pochi metri da casa nostra.

Quel pomeriggio alcuni monaci hanno appeso tutte queste lanterne, piu' tante altre decorazioni all'interno del giardino e del tempio stesso, in vista delle cerimonie che si sarebbero tenute quella sera.

Questa foto ci e' piaciuta talmente tanto che abbiamo deciso di metterla come sfondo sul nostro desktop!

Sono oramai diverse settimane che non aggiorno piu' Biancorosso, e di questo me ne dispiaccio grandemente, soprattutto perche' sono tante le novita' che avrei voluto raccontare! Ma e' meglio tardi che mai, quindi riprendo oggi a scrivere.

Abbiamo passato delle buone Feste, fantastiche direi!

Il 24, giorno della Vigilia, siamo stati a cena dalla nostra amica Ikuko. Lei ed il marito abitano in una cittadina a circa quaranta minuti di treno da casa nostra.
Avevamo appuntamento con lei alla loro stazione del treno piu' vicina, in modo che potessero venirci a prendere in macchina e portarci a casa loro.
Questo perche', sapersi orientare in Giappone e' un vero affare!

Innanzitutto quasi tutte le strade (tranne quelle centrali) non hanno un nome. Quindi non sara' possibile dire cose del tipo: abito in Via Suzuki piuttosto che in Corso Takashima.
E che si fa, allora? Beh, esistono dei punti di riferimento particolari che vengono usati per orientarsi e per dare indicazioni, piu' o meno precise, a coloro che vogliono venire a trovarci.

Questi punti di riferimento possono essere delle stazioni ferroviarie, un grosso centro commerciale, un concessionario di auto, ecc.
Rimane il fatto che trovare casa di amici, un ufficio o un altro luogo in cui non si e' mai stati e' una vera impresa.

Noi, ad esempio, quando dobbiamo dare indicazioni sul nostro domicilio, anziche' dire semplicemente il nome della via e il numero civico, dobbiamo menzionare alcuni di questi famosi punti di riferimento. Nel nostro caso c'e' il grande tempio shintoista a pochi metri dalla nostra abitazione.
Poco distante da li' c'e' la UNY, un grosso centro commerciale e, sempre in zona, una base militare.

Una volta forniti i nomi di questi posti, ecco che ci vuole poco prima che la gente si raccappezzi e sappia, all'incirca, dov'e' situata la nostra bella dimora.

Ma se siete stranieri come noi, a meno che non conosciate i quartieri come le vostre tasche, i nomi di questi posti vi potranno dire ben poco, e quindi e' meglio evitare problemi. La cosa migliore da fare, quindi, e' darsi appuntamento alla stazione piu' vicina al punto di destinazione e farsi venire a prendere.

Ecco perche' abbiamo preferito fare cosi' con Ikuko. Infatti sono certa che non avremmo mai trovato casa sua da soli, soprattutto perche' si trova in un quartiere molto residenziale, costellato da un numero infinito di casette e viuzze labirintiche.

Ikuko e Kuni, suo marito, sono venuti a prenderci all'entrata della stazione di Fujisawa. Dopo pochi minuti di auto, siamo arrivati a casa loro. E che meraviglia di posto!!!
Abitano in una casetta stupenda, di loro proprieta'.
Davanti hanno un adorabile laghetto che ospita tante varieta' di pesciolini colorati.

La facciata della loro casa e' di un arancione allegro, ma non accecante. Uno degli elementi che piu' mi ha colpita, pero', e' stata la porta principale: un'imponente porta blu, ma un blu vivo!
Che meraviglia quel contrasto tra l'arancione della facciata e il blu della porta!

Siamo entrati e ci siamo subito trovati nel genkan, cosa che capita in ogni casa giapponese che si rispetti, come la nostra ad esempio.
Il genkan e' una sorta d'ingresso, che pero' si trova ad un livello inferiore rispetto al resto della casa. Infatti per accedere al resto dell'abitazione, bisogna solitamente salire di uno o piu' gradini.

Questo perche' nel genkan si lasciano le scarpe ed ombrelli prima di entrare, poiche' solitamente vi e' almeno una scarpiera o armadio, piu' un portaombrelli.

Secondo la concezione giapponese, la casa deve essere pulita, sempre. E le scarpe rappresentano sporcizia, per cui non possono entrare.

Il genkan, quindi, svolge una funzione importantissima in questo senso, perche' e' il luogo in cui vengono lasciate le proprie scarpe, stivali, ombrelli gocciolanti, impermeabili ecc.
Il pavimento del genkan, addirittura, e' diverso da quello del resto della casa. Nel nostro caso, per esempio, abbiamo uno stupendo parquet giapponese quasi dovunque (tranne nei bagni, dove c'e' il PVC) e, ovviamente, tranne nel genkan, dove ci sono delle piastrelle grigio scuro, di un materiale tipo pietra, quindi piu' in armonia con l'esterno.

Nelle case giapponesi NON si entra MAI con le scarpe che sono state usate per camminare fuori.
Fuori si trova ogni sorta di sporcizia che entra inevitabilmente nelle nostre case, a meno che non si decida di lasciare le scarpe in un luogo separato.

Da quando siamo venuti ad abitare qui in Giappone, abbiamo immediatamente accolto a braccia aperte questa filosofia. Sara' perche', dopo aver sopportato per anni un'orribile moquette a casa nostra negli Stati Uniti, non ne potevo piu' di dover pulire il sudiciume che le scarpe si portano appresso dall'esterno.

Ha molto piu' senso entrare in casa senza scarpe o con pantofole pulite: la casa stessa si mantiene piu' pulita a lungo, e i pavimenti, i tappeti e l'eventuale moquette rimarranno piu' belli e curati.
Tanto per farvi capire quanto sia importante questo divieto delle scarpe in casa, vi bastera' sapere che nel nostro contratto d'affitto c'e' una regola ben specifica che PROIBISCE a tutti gli inquilini, l'uso di scarpe all'interno dell'abitazione.

Possiamo, ovviamente, girare scalzi, con calze oppure con delle pantofole pulite che usiamo SOLO ed esclusivamente in casa. Questo significa che anche per andare sul balcone, usiamo un altro paio di ciabatte. Il balcone si trova all'esterno, quindi si sporca come le strade.
Puo' sembrare esagerato, ma secondo me tutto questo ha perfettamente senso.

Tornando al mio racconto.
Ikuko ci ha dato delle comodissime ciabatte da metterci per entrare.
Una casa accogliente, calda ed invitante. Una casa squisitamente giapponese, ma con un nonsoche' di southwestern e d'italiano assieme!
Infatti, Kuni, il marito, e' un illustre fisico, professore all'Univesita' di Tokyo, che ha vissuto per alcuni anni in Arizona, a Santa Fe, mentre Ikuko e' una pianista e per il suo lavoro va spessissimo in Italia. E' innamorata della nostra cultura e lingua, e la sua casa rispecchia questa sua passione.

Il loro amore per Santa Fe, quella citta' immersa in un intreccio di culture ispaniche e degli indiani d'America, ha fatto si' che un po' di quell'atmosfera arrivasse fino qui nel Sol Levante, tramite i colori sapientemente scelti delle pareti, decorazioni e oggetti autentici.

Intanto sia mio marito che io avevamo una fame pazzesca! Non vedevamo l'ora di metterci a tavola!
Io, poi, ero curiosissima, perche' sapevo che Ikuko avrebbe preparato solo piatti giapponesi. Eravamo davvero emozionati al pensiero di poter, finalmente, assaggiare la cucina indigena di tutti i giorni, e non solo i piatti eleganti che vengono serviti nei ristoranti: la cucina giapponese dei ristoranti non rispecchia di certo cio' che i giapponesi mangiano normalmente, a casa loro e con le loro famiglie.

Lo stesso discorso vale per i cinesi. Credete proprio che in cinesi si cibino, tutti i santi giorni, di riso alla cantonese, involtini primavera, ravioli al vapore, anatra laccata alla pechinese ecc.? Certo che no.
Quella e' la cucina delle occasioni speciali. Quelli sono i piatti che venivano e vengono serviti ai banchetti, ai pranzi di matrimonio, feste varie, pranzi imperiali ecc.
Per i giapponesi e' lo stesso.

Purtroppo non ricordo con esattezza i nomi delle pietanze, pero' provero' a descriverli uno per uno.

- Una sorta d'insalata di alghe scure. A vederle cosi' mi facevano una certa impressione, poi dopo averle assaggiate sono rimasta stupita dal sapore gustoso e delizioso che avevano! Il sig. Kuni mi ha detto il nome di queste alghe, ma non me lo ricordo piu'. Sgrunt.

- Delle fette di daikon (un tipo di rapa asiatica), cotte al vapore e servite con anelli di totano, anch'essi al vapore. Deliziosi entrambi! Il daikon aveva una consistenza leggermente acquosa e un sapore che mi ricorda il cavolo lesso. Detto cosi' sembrera' strano, ma era squisito!

- Degli scodellini con dentro una stranissima salsina bianca dalla consistenza leggermente viscida. Dentro questa salsina c'erano dei pezzetti di maguro, ovvero tonno crudo.
Adoro il tonno crudo, per cui mi ci e' voluto davvero poco a divorarmelo. La salsina bianca, pero', e' stata un po' piu' difficile da gustare ed apprezzare forse. Non era il gusto che mi infastidiva, anche perche' non ne aveva molto, ma era quella consistenza viscida che mi impressionava abbastanza.
Era a base di un altro tubero molto usato dai giapponesi, dalla consistenza simile a quella della patata, ma dal sapore piu' delicato. Questo tubero viene tritato e ridotto in poltiglia, in crema e servito col tonno.
In alcuni ristoranti viene servita questa crema di tubero, mescolata ad un uovo crudo (mi pare sia crudo), come contorno.

- Una pietanza cinese, a base di taccole saltate in padella con funghi e gamberi. Slurp!

- Del delizioso pollo marinato in una salsa di aglio e zenzero, e poi cotto al forno.

- Spinaci al vapore e conditi con semini di sesamo.

- Un vassoio di inari-zushi, piccoli fagottini ricoperti di sottili fette di tofu fritto, ripieni di riso per sushi. Questi vennero chiamati cosi' in onore del dio shintoista Inari, il cui messaggero, una volpe, pare fosse estremamente golosa di tofu fritto.

- Un leggero brodino a base di pesce.

Purtroppo avremmo dovuto fare delle foto alla bella tavolata che e' stata imbandita quella sera, ma accecati com'eravamo dalla fame, non ci abbiamo neppure pensato.
Prima di andare via, Ikuko mi ha dato un vassoietto di alcuni avanzi della cena da portare a casa. Ho una fotografia di quel vassoio, le cui delizie non sono durate a lungo!
Ecco, quella e' un'altra delle foto che mi devo ricordare di aggiungere qui sul blog. Purtroppo i problemi col computer e la macchina fotografica non sono ancora finiti, per cui ogni volta serve il cavetto. Sgrunt!

Dopo cena ci siamo scambiati i regali. Noi abbiamo portato ad Ikuko e al marito una grossa busta di prodotti italiani e americani, dolci e non.
Ikuko a noi ha regalato un servizio da te' in porcellata Aritayaki, un tipo di porcellana estremamente pregiata, proveniente dalla cittadina di Arita, che si trova nella Prefettura di Saga.
Mi ha poi regalato uno splendido libro tutto scritto in hiragana, cosi' posso leggerlo!! Il libro s'intitola:  ねずみの でんしゃ。

Piu' un paio di altre cosine cariniiiissime! Davvero かわいい!!

Ikuko ci ha poi portati a fare un giro della loro bellissima casa. Vorrei descriverla tutta, ma ci metterei un eterno. Diro' pero' che lei ha dei gusti davvero raffinati.
Pensate che, tutte le porte di casa sono di legno massiccio e, su ognuna di esse ha fatto mettere dei piccoli motivi di vetro dipinto fatti da lei! Ogni porta ne ha uno diverso, e tutti quanti raffigurano o fiori oppure uccellini.

Da uno dei bagni si accede all'esterno, dove c'e' una vasca di pietra! Ne hanno pero' una anche all'interno.
Questa vasca esterna viene utilizzata d'estate, ma con mio grande stupore, anche d'inverno!
I giapponesi coltivano da sempre la passione per le terme e per i bagni all'aria aperta, anche nei periodi piu' freddi dell'anno. L'importante e' che l'acqua arrivi ad una temperatura tale da essere ideale per il nostro corpo, in modo da permetterci un relax totale, senza il rischio di prendersi una polmonite.

E comunque sia, la loro vasca esterna e' talmente vicina alla porta del bagno, che una volta usciti da li' ci sono solo pochi centimetri di strada da percorrere per entrare in casa.
La vasca di pietra e' circondata da un bellissimo recinto di bambu' che offre molta privacy.

Non abbiamo resistito, e abbiamo quindi fotografato questa vasca. Ecco qui:




Come potete vedere e' vicinissima alla porta che conduce al bagno.
Dimenticavo un'altra cosa importante! Prima di cena, ci e' stata offerta una bevanda particolare, nonche' preziosa: un distillato di prugne, o vino di prugne.
I nostri amici hanno un albero di susine nel giardino. Un albero, pare, estremamente generoso che ogni anno regala kili di frutta.
E ogni anno loro preparano in casa questo distillato.

Ma quello che abbiamo bevuto noi e' di ben dieci anni fa! Quando ce l'hanno detto siamo rimasti a bocca aperta e li abbiamo ringraziati per aver voluto condividere con noi una bevanda cosi' preziosa.

Ci hanno detto che, dieci anni fa appunto, raccolsero tanti dei quei frutti che hanno ancora adesso del vino di quel periodo!
E prima di andare via, Ikuko ha riempito alcuni barattoli con questo incantevole distillato, da portare a casa.

Vi diro', a me piace il vino di prugne. Abbiamo assaggiato uno dei tanti che ci sono in commercio al giorno d'oggi, piu' precisamente l'Akadama. Pero' nessuno di questi puo' essere, neppur lontanamente, paragonato a quel magnifico distillato naturale e puro che abbiamo avuto la fortuna di assaggiare a casa di Ikuko!

La serata si e' poi conclusa con una squisita torta al cioccolato che aveva preparato la mia amica, piu' alcuni baci di dama che avevo preparato io.
Ce ne siamo poi ritornati a casa, felici e contenti!

E siccome a noi piace scartare i regali la sera del 24, appena arrivati a casa abbiamo immediatamente curiosato tra le cosine che ci aveva portato Babbo Natale.
Mio marito mi ha regalato il Nintendo DS Lite, una piccole consolle giapponese che serve per videogiochi ma non solo. Si puo' usare anche a mo' di agenda. Insomma ha tanti usi.
Era da un po' che ne volevo una, soprattutto perche' qui giapponesi di tutte le eta' sembrano averne uno! Assiema al DS, mi ha anche regalato il Nintendogs Chihuahua & Friends, un simpaticissimo giochino in cui ci si prende cura di un cucciolo virtuale, proprio come nella realta'.

A mio marito, invece, ho regalato una giacca mooorbida morbida, un maglione grigio altrettanto morbidoso ed una sciarpa troppo elegante e che gli dona incredibilmente!

Da parte della mia amica Natsuki, invece, ho ricevuto la crema mani e il profumo alla rosa dell'Occitane en Provence. A lei ho regalato un set di crema e spray corpo al Key Lime di Victoria Secret.

Per ora mi fermo qui. Ho gia' scritto un poema. Domani riprendero' a raccontare cos'abbiamo fatto a Capodanno e i primissimi dell'anno.