Faccio riferimento a storia americana, che e' la materia che ho appena iniziato al corso di lunedi'.
Lunedi' sera sono andata in Facolta' per l'inizio, appunto, del corso di Storia.
Sono arrivata con largo anticipo, come e' mio solito fare quando ho impegni accademici. Sono arrivata e, con mia grande sorpresa (e un bel po' di spavento!) ho visto che nell'aula dove sarei dovuta andare io, c'era gia' un'altra lezione in corso.
Non sapevo bene come fare, anche perche' speravo non si trattasse del mio corso, iniziato prima dell'ora stabilita. Ma, dopo aver dato una rapidissima occhiata al numero degli studenti, ho capito che non poteva essere il mio corso: erano in troppi li' dentro, in piu' sentivo la voce del professore che rimbombava nel corridoio, e da come parlava, sono sicura stesse insegnando una qualunque materia ma non storia.
Per ammazzare un po' il tempo sono andata prima in bagno, e poi mi sono fatta una passeggiatina avanti e indre' per il corridoio. Sono andata a leggermi tutti i volantini con i programmi ed iniziative universitarie.
Dopo poco, pero', mi sono accorta che quelli dell'aula avevano finito la lezione e stavano per uscire, il che significava che non avevo sbagliato orario. Pffuiii..che sospiro di sollievo!
E' arrivata poi una ragazza, anche lei mia compagna di corso, con la quale ho fatto subito un po' di amicizia. Si chiama Valerie e abbiamo piu' o meno la stessa eta'.
Valerie e' da tre settimane soltanto che si trova qui in Giappone, ma gia' ha voluto darsi da fare con gli studi.
Si preoccupava per questo corso, soprattutto perche' dice di non aver piu' preso un libro in mano dai tempi delle superiori, e quindi si sente decisamente fuori allenamento.
Ho cercato di incoraggiarla, anche se, come lei, temevo leggermente questo corso di storia.
Il nostro insegnante, il professor Jack Conway, ha iniziato a parlare con una velocita' impressionante, dandoci tutta una serie di dettagli ed informazioni che, secondo lui, dovremmo ritenere utili.
Abbiamo due testi: il primo e' quello principale, il Tindall-Shi intitolato "America - A narrative history", mentre l'altro e' una sorta di antologia che funge da approfondimento ed arricchimento per le unita' svolte nel primo, l'Oates, intitolato "Portraits of America".
Del Tindall-Shi abbiamo dovuto leggere tre capitoli, per un totale di circa 140 pagine, mentre dell'Oates una settantina di pagine, piu' un centinaio di altre pagine dell'appendice del Tindall.
Sono arrivata a casa lunedi' sera che mi sentivo morire. Ho pensato che non ce l'avrei mai fatta a leggermi tutto quel malloppone di roba, anche perche' si tratta di una lettura non tanto leggera, anzi per niente.
Mi sono portata il Tindall-Shi in camera e ho iniziato a leggere il primo capitolo, prima di andare a dormire ma non riuscivo a capirci niente. Esausta, ho spento la luce e mi sono addormentata, rimandando tutto il quintale di materiale da leggere all'indomani.
E martedi', cioe' ieri, ho iniziato a leggere verso le 10:30 -11 del mattino e sono andata avanti fino alla sera tardi. Avevo gli occhi che mi uscivano dalle orbita!
E ieri sera, prima di dormire, sono riuscita a leggermi l'ultimo capitolo del Tindall, mentre oggi ho terminato i capitoli dell'Oates piu' le appendici.
E se penso che tanto, stasera, ci carichera' di un altro migliaio di capitoli da leggere, mi piglia male.
In piu' domani ho una verifica di giapponese, per cui spero di riuscire a star dietro ad entrambe le materie.
Prima, pero', ho fatto una pausa per mangiare e nel mentre mi sono guardata un pezzo della celebre operetta (in versione cinematografica) de La vedova allegra con Lana Turner.
Adesso vado a farmi una tazza di te' e poi ripassero' giapponese. E stasera sara' di nuovo ora di andare a storia! Ho appena iniziato sto corso, e gia' non vedo l'ora di finirlo!!!