sabato, febbraio 10, 2007

Uncle Sum & Gyuu Kaku

E' da un po' che non aggiorno, ma ho le mie buone ragioni.
Da quando ho iniziato il corso di storia americana all'universita', non ho piu' un attimo libero per fare niente, nemmeno le pulizie.

Storia e' diventata la mia materia incubo. Ogni settimana mi devo sciroppare una montagna di pagine da leggere e studiare, anche perche' il prof. fa fare quiz a sorpresa, quindi bisogna essere costantemente preparati.

Con giapponese va mooolto meglio. Non per niente e' la mia materia preferita. Pian pianino mi sto abituando sempre piu' ai metodi un po' incasinati della prof. La settimana scorsa c'e' stata la prima verifica che e' andata benissimo, infatti ho preso 51! Il voto massimo e' 50, ma lei mi ha dato un punto in piu' perche' non c'erano errori!! Evvai!

E giovedi' c'e' stata la seconda verifica di giapponese. Ancora non so il voto perche' ce lo dira' martedi', ma penso sia andata bene.

Ma a parte la scuola, voglio parlare un po' di questo mio adorato Giappone in cui vivo.

Continua a fare un freddo pazzesco. Sto sorseggiando una tazza di te' Earl Gray della Mabroc, una ditta indiana. Trovo questi splendidi e profumatissimi te' al Joyful, un supermercato di una grossa stazione qui vicino. Ci siamo andati giovedi' sera, dopo l'universita'.

Usciti dal supermercato, siccome era tardissimo, abbiamo pensato di fermarci a mangiare qualcosa li' intorno.
Non c'era granche' di aperto, ma alla fine abbiamo optato per questo localino che si chiama Uncle Sum - Sasebo Burgers.

Premetto che e' da davvero tanto tempo che non mangio piu' hamburger nei fast food perche' e' robaccia, e penso che su questo convengano tutti. Molto meglio un semplice pane e formaggio che non una di quelle bombe di unto.
Ma questo non significa che non mi piacciano gli hamburger. Fatti in casa, sulla griglia, sono spettacolari, ma mi secco a farli perche' poi mi tocca pulire il barbeque, per cui opto per posticini di qualita' dove l'hamburger non e' un cibo veloce (un fast food, quindi), ma un piatto come un altro, preparato sul momento e con ingredienti di un certo tipo.

E Uncle Sum e' un posto proprio cosi'. Hanno poco sul menu', ma quel poco che hanno lo preparano bene.
Il locale e' minuscolo, ma molto accogliente. E' tutto decorato con oggetti che ricordano l'America: vecchie pubblicita' degli anni '50, un grosso ritratto di Marylin Monroe che sponsorizza prodotti di una vecchia casa cosmetica hollywoodiana, banconote da $1 appese al muro, ecc.

Gli hamburger erano semplicemente divini! E chi ha detto che gli hamburger buoni si trovano solo negli States? I giapponesi sono persone in gamba anche in cucina, infatti posso tranquillamente dire che quello che ho mangiato da Uncle Sum e' uno degli hamburger piu' buoni che abbia mai assaggiato fino adesso.
Il pane era morbido, la carne leggera e non unta. C'era persino una fettina di bacon cotta al punto giusto e non grassa, un po' di lattuga, una fetta di pomodoro e maionese.
Le patatine fritte poi, erano da urlo! Leggermente salate e con un pizzico di pepe nero!

Inutile dire che intendo ritornare presto a sbafarmi un bel Sasebo burger!

Ieri, invece, siamo andati a farci un giro in macchina, ma dopo un po' ci siamo trovati in una zona che non conoscevamo.
Perdersi in Giappone puo' essere un'esperienza piu' frustrante che spaventosa, anche perche' non ci vuole niente a capitare in zone labirintiche, di casette e viuzze talmente strette che ci passa una macchina a malapena, ...peccato che siano a doppio senso, per cui bisogna sperare che nessuno decida di passare da li' in quel momento dalla parte opposta, altrimenti non si esce piu'.

Non sapevamo bene dove fossimo, anche se ci siamo accorti che c'era una grossa stazione (punti di riferimento fondamentali qui in Giappone), la Chuo-Rinkan.
Fortunamente avevamo una bella cartina di Tokyo e dintorni, in macchina, e cosi' abbiamo visto che non eravamo poi distanti dalle zone che conosciamo.

Mentre eravamo intenti ad uscire dal labirinto, abbiamo visto l'edificio di Nojima, un grosso negozio, per cui siamo andati li'. Nojima e' tipo Media World o Trony, un grosso negozio di elettrodomestici, computer, impianti stereo, televisori ecc.
Abbiamo fatto un bel giretto li' dentro e mio marito ha comprato alcuni cavi che gli servivano.

Usciti da li' ci siamo ritrovati nel labirinto, ma ci e' voluto poco per ritrovare il corso principale. Una volta arrivati sulla strada principale, che e' una tangenziale che attraversa una cittadina di nome Machida.
A Machida ci andiamo spesso, perche' e' li' che c'e' la Costco e c'e' anche il Carrefour!

Siamo andati proprio vicino al Carrefour, anche se a quell'ora era gia' chiuso, e ci siamo fermati da Gyuu-Kaku. Ora vi parlo di questo magnifico posto che spero vogliate provare, doveste mai capitare qui nel Sol Levante.

Qui in Giappone vanno molto i ristoranti yakiniku, parola che significa semplicemente "carne alla griglia".
La moda degli yakiniku arriva da qui vicino, cioe' dalla Corea.
Ho gia' parlato di questo genere di ristoranti, un po' di tempo fa, dopo che eravamo stati in uno di questi, ma Gyuu-Kaku e' infinitamente piu' buono!

Gyuu-Kaku (http://www.gyukaku.ne.jp/) e' una catena di ristoranti yakiniku, giapponese. In realta' hanno reinventato il barbeque coreano, ma alla maniera giapponese.
Io, personalmente, lo preferisco a quello coreano, ma di gran lunga. Ecco un altro motivo per cui sono una fan sfegatata di Gyuu-Kaku.
Tra l'altro ho scoperto che hanno aperto alcuni loro ristoranti persino negli States!

Gyuu-Kaku non e' un ristorante vegetariano, ma nella maniera piu' assoluta. Quindi, se non mangiate carne o pesce, purtroppo questo non e' un locale che fa per voi.
Anche se, vorrei precisare una cosetta..perdonatemi il breve excursus, ma la cucina giapponese, contrariamente a quanto si pensi, e' una delle cucine meno vegetariane che esistano sulla faccia della Terra.
Molti fanno l'errore di pensare ai piatti giapponesi (salvo il sushi e qualcos'altro) come alla quintessenza del vegetarianismo. Niente di piu' sbagliato.
E' ovvio che si possono apportare modifiche ad una ricetta per far si' che sia in linea coi principi vegetariani, ma bisogna appunto fare dei cambiamenti.

Nella cucina giapponese, anche il piatto piu' semplice di verdure, e' quasi sempre a base di qualche condimento non-vegetariano. Le verdure stesse, per esempio, possono essere state cotte in un brodo di pesce.
Quindi, cari lettori vegetariani, fate attenzione nei ristoranti giapponesi e non andate a colpo sicuro solo perche' vedete un innocente tempura di verdure che vi tenta.
Se necessario, chiedete allo staff del ristorante e fatevi dare le opportune informazioni relative agli ingredienti utilizzati.
Diversamente, preparatevi certi piatti a casa vostra cosi' sarete sicuri di non mangiare niente di origine animale. Altrimenti optate per la cucina indiana, che e' senza dubbio piu' vegetariana di quella giapponese.

Terminata questa digressione culinaria, ritorno a parlarvi di Gyuu-Kaku.
Innanzitutto il menu' e' vastissimo. Sono a disposizione ogni tipo di carne, da quella classica di manzo a quella piu' esotica di cavallo (bleah!).
C'e' il pesce (gnam!), verdure miste, onigiri ecc.

Vi vengono portati i cibi crudi che voi penserete a cuocere sull'apposita griglia che c'e' sul tavolo.
Se fate un giro sul sito che ho messo poco piu' su, vedrete come sono fatti i tavoli.
Ieri sera mio marito, che e' un gran carnivoro, ha preso delle fettine di manzo marinate in una salsa di aglio e altre spezie.
Io, che adoro il pesce e le verdure invece, ho preso degli squisitissimi gamberi che vengon serviti con uno scodellino di salsa Benedicta. Per chi non lo sapesse, la salsa Benedicta e' quella rosa a base di maionese e ketchup.

Ho anche preso dei pezzetti di pollo e un vassoietto di verdure miste: funghi, fettine di zucca (quanto l'adoro!), cipollotti verdi, piccoli peperoni verdi, cipolle a fette, foglie di cavolo.
Chi l'avrebbe mai immaginato che le foglie di cavolo alla griglia fossero cosi' buone!!

Ho preso pure un piatto di salsicce affumicate, servite su un elegante piatto nero con un goccio di senape piccante.

Per finire, abbiamo preso degli onigiri (palline di riso) triangolari, cosparse di semi di sesamo.
Assieme agli onigiri ci hanno portato un contenitore con una salsa marroncina ed un pennello. Abbiamo messo a grigliare gli onigiri e ogni tanto davamo una spennellata di salsina.
I semi di sesamo hanno cominciato ad abbrustolirsi...e che profumo!!!
Inutile dire che gli onigiri erano una cosa dell'altro mondo! Pero' peccato che eravamo pieni da scoppiare, infatti li abbiamo finiti a stento!

Solo a pensare alle meraviglie di Gyuu-Kaku mi viene una fame mai vista. E' meglio che finisca l'articoletto.
Fra non molto iniziera' una nuova settimana di studio. Ahhh...e giovedi' ho pure il Midterm di giapponese! Mi faccio un bell'in-bocca-al-lupo da sola! Crepi!