mercoledì, gennaio 13, 2010

Osenbei, influenza e varie

(Alcuni dei deliziosi e graziosi osenbei al gambero, ricevuti in regalo da Akiko. Tutte le foto di questo articoletto sono opera di mio marito e mia.)

Giocavo a nascondino con l'influenza da piu' di un anno, ed ingenuamente credevo non m'acchiappasse piu'.

Ma mi sbagliavo.

Lei, infatti, era rannicchiata in un angolino scuro, con sul volto un ghigno sardonico che prometteva febbre, dolori muscolari, sonnolenza perenne, incubi notturni, e quant'altro.

E l'altro ieri, infatti, sono venute a farmi visita tutte quelle prime avvisaglie che - senza ombra di dubbio alcuna - anticipano l'arrivo di un'influenza coi fiocchi.

Adesso la febbre, fortunatamente, se n'e' andata ma sono rimasti ancora alcuni sintomi che, tutti insieme, continuano ad indebolirmi senza sosta.

Influenza a parte, questi giorni sono stati ancora un po' sonnacchiosi; sono ancora i primi giorni dell'anno e sebbene i giorni abbiano sempre il brutto vizio di volare via con esasperante rapidita', questo 2010 e' davvero appena iniziato.

Mio marito ha ripreso il lavoro ieri e io ricomincero' la mia routine di universita' e lezioni private a partire da lunedi'.
Nel frattempo, pero', quasi non sembra vero che le Feste siano gia' passate. Sembra che quei giorni siano stati inghiottiti con avidita' da qualche creatura aliena che si ciba di tempo con la stessa inarrestabile ingordigia con cui mi abbuffo in presenza dei Ringo alla vaniglia oppure delle paste di meliga.

Il giorno prima che il mio patrigno ripartisse per l'Italia, e' venuta Akiko a pranzo da noi, e ci ha portato dei deliziosi regali tra cui questi stupendi おせんべい osenbei (cracker tradizionali di riso) aromatizzati al gambero ed abbelliti con decorazioni tipiche dell'oshoogatsu.

Ecco la bella scatola che li conteneva:
Sulla carta sono stampati i kanji 御年賀 onenga, ossia augurio di buon anno.

Sotto quel delicato incarto bianco, si nascondeva questa deliziosa scatola adornata da un'immagine dell'animale che rappresenta questo nuovo anno: la tigre.
La propiziatoria tigre e' accompagnata dal tradizionalissimo augurio d'inizio anno, ossia あけましておめでとうございます Akemashite omedetoo gozaimasu.
Gli osenbei contenuti dentro una scatola cosi' non potevano essere delle semplici gallette disadorne; e infatti, i miei occhi sono stati piacevolmente sorpresi da un assortimento di croccanti e fragranti gallette abbellite dai piu' tradizionali decori del Capodanno giapponese, come ad esempio le 絵馬 ema (tavolette votive), le こまkoma (trottole), le 手まり temari (palline colorate di pezza), ecc.
E' bastato scartare due di questi eleganti osenbei per ritrovare il sorriso in questi monotoni giorni all'insegna dell'influenza.

Su quell'osenbei e' stampata una frase davvero molto giapponese e che - tradotta in italiano - perde molto del suo vero significato, un significato tenacemente legato alla cultura di questo Paese.
La frase recita cosi': "今年もよろしくお願い致します" Kotoshi mo yoroshiku onegai-itashimasu.
Ossia: "Anche per quest'anno, perfavore".

Perfavore che cosa, vi starete chiedendo? E' una richiesta generica che non fa riferimento a nulla di specifico, ma che non tralascia niente al caso.

Senza addentrarsi troppo in complessi meandri sociologici, e' sufficiente notare come la societa' giapponese moderna (come quella antica, d'altronde) viaggi su di un sistema complesso di rapporti professionali, d'amicizia, di parentela, ecc. E' una societa' che non ama molto dare risalto al singolo individuo, ma che preferisce attingere la propria forza propellente dal gruppo.
Il successo del singolo individuo dipende quasi interamente dal livello di coesione e saldezza del gruppo a cui appartiene, ed e' proprio per questo motivo che diventa essenziale coltivare rapporti eccellenti con chi ci sta intorno e con chi fa parte del nostro ambiente famigliare, professionale, accademico, ecc.

Ecco, dunque, che la frase di cui sopra agisce come una sorta di promemoria tra chi da' e chi riceve.

Se poi a cio' accostiamo l'innato senso estetico dei giapponesi e la loro predilezione per tutti quei garbati e premurosi gesti di quotidiana gentilezza, il risultato che ne consegue e' sempre qualcosa di favolosamente disarmante.

Alcuni giorni prima della fine di quello stanco 2009, mio marito ed io abbiamo portato il mio patrigno a fare un giro ad Enoshima, approfittando di una giornata di sole brillante. Ricordate il mio articoletto di qualche tempo fa dedicato proprio a quest'incantevole isola del Kanagawa? Eccolo qua.

Nel giardino botanico che si trova a pochi metri di distanza dall'osservatorio dell'isola, siamo stati accolti da una moltitudine d'incantevoli tulipani, di tutti i colori e di tutte le forme!
Mio marito ed io, a turno, abbiamo scattato qualche fotografia a questi splendidi fiori.
Eccone alcune:


Passeggiando per quei sentieri ormai cosi' famigliari della vecchia Enoshima e' stato un po' come ritornare a casa. Ho sentito quella sensazione di pace e di serenita' che ci accompagna quando si fa ritorno in un luogo conosciuto e amato.

Le foto del magnifico panorama scattate da lassu' hanno colori che mi ricordano le antiche e malinconiche tonalita' che Hiroshige regalo' ai suoi dipinti, soprattutto alle sue stampe che ritraggono i paesaggi della strada costiera del Tokaido 東海道.

Sono sfumature che conservano ancora adesso quel fascino e quell'incantesimo del vecchio Giappone di Hiroshige.
Alcune lanterne di uno dei santuari dell'isola:
Quel magnifico giorno che profumava di salsedine stava volgendo al termine ed una dolce melodia proveniente dall'Osservatorio dell'isola ci ricordava che era quasi ora del tramonto; come, dunque, non immortalare qualche immagine di uno degli ultimi tramonti del 2009?

Dall'Osservatorio di Enoshima...
...abbiamo catturato gli ultimi raggi di quel tramonto che ci ha regalato mille pennellate gialle, arancioni, grigie, blu e nere.

Credetemi, ho salutato quel caldo sole dicembrino con profondo affetto perche' esso se n'e' andato assieme ad un anno generoso e colmo di gioie.

6 commenti:

luby ha detto...

ancora una volta fai iniziare le mie giornate con un senso di pace ed invidia per quei doni meravigliosi!
grazie.

auguri di pronta guarigione!

TheWallOfUraganomary ha detto...

Ciao Mari :)è sempre un piacere leggere i tuoi articoli così ben scritti che fanno sognare e, inevitabilmente, mi riportano a ricordi di cose che ho visto anche io.... e le foto, che dire? Sono una più bella dell'altra, tant'è che ho pensato che sarebbe bello raccoglierne un bel pò in un foto-libro, che ne dici? Complimenti vivissimi e..... continua così!!!! mamma

Unknown ha detto...

Ciao Mari,
qualche giorno fa, ho visto un documentario sul Giappone, fra i tanti argomenti trattati ciò che mi ha sorpresa è stato, come affermi tu, che in Giappone l'individualismo non esiste. quando un ‘azienda va avanti e ha successo, il successo non viene dato al singolo ma al gruppo aziendale. lasciare un lavoro è un'azione disonorevole, perchè è il gruppo che va danneggiato e non il singolo.
Il Giappone è una terra particolare, dove colori, sapori, profumi e panorami si sposano in un'elegante danza senza tempo né spazio.
un caro saluto
Aria

miche ha detto...

davvero deliziose qst cialdine...i giapponesi hanno un senso dell'estetica sviluppatoissimo, nulla è lasciato al caso!!!!bacio

A.F.M.D. ha detto...

Wow... semba tutto così curato e limpido, che invidia ><.

Anche se non conosco ancora l'autore del blog auguro buon recupero dall'influenza.

Buon Anno

Tizy ha detto...

Stranissimo vedere il sole a dicembre. Da noi ha nevicato è stata un'emozione strana perhcé solitamente in città, non capitava da più di vent'anni...