Come ho gia' detto, il nostro padrone di casa ogni mese ci regala una scatola con un delizioso assortimento di wagashi, ovvero i tradizionali dolcini giapponesi.
Questi che vedete nella foto sono quelli che ci ha regalato pochi giorni fa. L'assortimento e' decisamente primaverile, ma al tempo stesso fa anche gia' pensare all'estate.
Alcuni di questi dolcini sono delle vere opere d'arte che ho voluto fotografare piu' da vicino per farveli vedere meglio:
Questi non ho ancora avuto il coraggio di assaggiarli perche' sono talmente belli (la foto non rende loro giustizia!) che mi dispiace persino toglierli dalla scatolina!
Qui vedete quelli viola coi fiorellini lilla' e quelli che mi ricordano quei bei ciottoli lisci che si trovano sulle spiagge o in riva ai fiumi.
Questo che vedete in alto e' un altro dei dolcini che ci sono nella scatola. E' un mochi. Questo l'ho assaggiato ed e'....squisito! All'interno ha un ripieno delicatissimo di marmellata di fagioli azuki e zucchero. A prima vista, il ripieno sembrerebbe nauseabondo perche' e' spesso e dall'aria zuccherosa, eppure ha un sapore leggero e per niente stucchevole. Gnam! Quasi quasi dopo me ne mangio uno con una bella tazza di sencha!
Se avrete la possibilita' di visitare il Giappone, vi consiglio caldamente di assaggiare qualunque tipo di wagashi vogliate: ve ne sono di talmente tanti tipi che e' impossibile non trovarne uno che catturi la vostra attenzione!
Tutto subito possono sembrare strani, ma ricordatevi che questi sono dolcini di una tradizione molto lontana dalla nostra, ma non per questo peggiore o migliore: semplicemente diversa.
Chi l'ha detto che un mochi non possa fare concorrenza ad una fetta di crostata alla marmellata? O che un monaka non possa competere con un baba'?
Forse e' sbagliato parlare di competizione. Chissa'. E forse e' sbagliato voler paragonare queste delizie fra di loro. Magari e' come voler paragonare un ananas con un panino al prosciutto. Non ha molto senso. In ogni caso, non siate prevenuti nei confronti di tutto cio' che e' diverso, e questo ovviamente non vale solo per i wagashi ma per tanto altro ancora!
Non dite che i wagashi non vi piacciono se non li avete prima assaggiati. E non dite che non vi piacciono se li avete assaggiati solo una volta: questi sono sapori diversi dai nostri, e magari per un palato occidentale ci vuole un pochettino di tempo per abituarsi alla delicata dolcezza della marmellata di azuki, alla leggerezza quasi onirica delle cialde di riso dei monaka, o alla consistenza gelatinosa dei warabimochi e al sapore di noci del kinako (farina tostata di soia).
E colgo l'occasione per parlarvi, brevemente, dei warabimochi, uno dei miei wagashi preferiti in assoluto:
Ho assaggiato per la prima volta i warabimochi in una sala da te' giapponese, con la mia amica Ikuko a Chigasaki. L'aspetto era strano ma invitante: piccoli cubetti gelatinosi; alcuni ricoperti di una farina marroncina e altri di polvere di maccha.
Dopo averli provati, ho scoperto una delle prelibatezze piu' speciali che abbia mai assaggiato in tutta la mia vita.
Ho poi gustato nuovamente i warabimochi nella stessa sala da te', con mio marito. Dopodiche' non ho piu' pensato a questi favolosi dolcetti, fino a che non li ho ritrovati in un kaiten-zushi (non Sushiroo) dove siamo stati per la prima volta alcune settimane fa. Da quel momento non mi sono piu' potuta scordare di queste piccole meraviglie dolci, e li ho cercati. Li ho trovati freschi (sono quelli che vedete nella foto, sul piatto nero) da Sanwa, un supermercato qui vicino.
I warabimochi si chiamano cosi' perche' sono a base di estratto di warabi, cioe' di felce. Sono dolcini tipici estivi, originari del Kansai.
Pare che la preparazione originale (cioe' con l'estratto di felce) sia laboriosa e costosa, e che quindi molte pasticcerie (specialmente in altre parti del Giappone) preferiscano farli usando ingredienti piu' economici, tipo la farina di tapioca, amidi vari ecc.
Non so se quelli che ho mangiato io fino adesso siano i warabimochi autentici, ma vi posso dire che vanno assolutamente assaggiati perche' non basterebbe un intero libro per descriverli a sufficienza!
E come se questo non bastasse, sui warabimochi viene versato una specie di sciroppo brunastro, a base di zucchero. Pare che lo sciroppo di zucchero migliore provenga da Okinawa dove sono numerosissime le piantagioni di canna da zucchero.
Questo sciroppo e' di una bonta' infinita che aggiunge ulteriore squisitezza ai warabimochi!