mercoledì, febbraio 04, 2009

Frammenti di Edo e varie

Secondo il calendario lunare giapponese, oggi e' iniziata la primavera! E siamo solo al 4 febbraio! Oggi infatti qui in Giappone e' 節分 setsubun, cioe' la festa che celebra la fine dell'inverno. La parola setsubun, in realta', significa divisione delle stagioni, ma e' un termine con cui in genere si indica questo periodo dell'anno.
In occasione del setsubun, si osserva l'antica tradizione del 豆まき mamemaki, cioe' del lancio dei fagioli, un rituale purificatorio che ha lo scopo di allontanare gli spiriti maligni e di attirare la buona sorte.
Kanai-sensei ci diceva che in genere, nelle famiglie, i papa' indossano una maschera di un oni, cioe' di un demone, e gli altri membri della famiglia gli tirano addosso dei fagioli cotti gridando questa breve cantilena:


鬼は外
福は内
Oni wa soto
Fuku wa uchi


Il significato e' pressappoco questo: Fuori i demoni e in casa la fortuna!

I fagioli, che vengono tirati in casa oppure nei cortili di templi e santuari, andrebbero poi raccolti (tanti quanti il numero dei propri anni) e mangiati. Ovviamente, per questioni d'igiene al giorno d'oggi vengono venduti piccoli sacchetti contenenti questi fagioli cotti; si tirano dunque i sacchetti, e poi si raccolgono, si aprono e se ne consuma il contenuto.

Questa tradizione ha numerose varianti a seconda della zona o della famiglia, ma tutte avvengono essenzialmente nel modo in cui ve l'ho descritta.

Nell'immagine in alto, infatti, come vedete ci sono i nostri amici samurai che stanno compiendo il rito propiziatorio del mamemaki!

E quando si dice "la saggezza degli antichi"! Sara' un caso, ma io stamattina dalla finestra della mia cucina ho visto un albero con dei primissimi e fragili fiori di ume che e', combinazione, il fiore che indica il vero inizio della primavera.


Domenica, approfittando di una splendida giornata di sole, mio marito ed io abbiamo deciso di andare a visitare la citta' di 川越 Kawagoe, nella prefettura di 埼玉 Saitama, e che si trova a circa mezz'ora di treno da Ikebukuro, con la linea Tōbu Tōjō.

Era la prima volta che per un'escursione di un giorno ci spingevamo fino alla prefettura di Saitama. Per me trovarmi in un'altra prefettura e' sempre un'emozione; non so, e' un po' come quando in Italia mi capitava di andare da una regione ad un'altra! Dal mio Piemonte mi bastava oltrepassare i confini con la Liguria o con la Lombardia per sentirmi come se fossi chissa' dove. E qui e' lo stesso.

L'antica citta' di Kawagoe e' stato un importante avamposto militare nonche' dominio feudale per tutto il periodo Momoyama ed Edo (dalla fine del 1500 fino alla meta' del 1800), ed e' ora nota ai giapponesi col nostalgico nome di 小江戸 Ko-edo, cioe' Piccola Edo perche' e' riuscita, nonostante l'avanzare della modernita' e della frenesia di distruggere e ricostruire, a conservare una particolarissima atmosfera antica che purtroppo si e' persa in gran parte della grande Tokyo.

E' riuscita a far cio', conservando un grande numero di magnifici edifici tradizionali giapponesi chiamati kura, risalenti al Periodo Edo. Attraversando la strada principale di Ko-edo, la 倉づり通り la Kurazukuri-doori, infatti, e' come ritornare indietro di qualche secolo perche' entrambi i lati di questa vecchia strada sono abbelliti da superbi kura che con imponente solennita' e' come se osservassero i tanti visitatori (soprattutto giapponesi; gli stranieri sono pochissimi, a dire il vero) che ogni anno vanno li' con la speranza di catturare anche solo un briciolo di quell'antica atmosfera.

Alcune immagini della strada principale di Ko-edo dove vedrete cosi' tante meraviglie architettoniche in un posto solo, introvabili nella pluri-urbanizzata Tokyo. Notate le splendide kura e le tante tradizionali botteghe al loro interno, ancora oggi in attivita':



Alcuni particolari delle finestre e dei tetti:



Particolare di un tetto, all'imbrunire:
Ma passeggiare per la Piccola Edo non vuol solo dire ammirare le maestose kura, ma anche vecchi templi. Adoro ammirare i templi e i santuari shintoisti quando sono baciati dal sole del tardo pomeriggio. Non so, ma secondo me in quel momento della giornata assumono un'aura magica. Eccone uno, abbellito proprio dal sole delle quattro e mezza del pomeriggio.
Il suggestivo campanile del tempo ( 時の鐘 Toki no kane ) nei secoli passati suonava piu' volte al giorno, indicando cosi' l'ora esatta ai cittadini di Kawagoe.
Si dice che il Giappone puro e tradizionale ora si trovi solo piu' a Kawagoe. Io credo che invece un po' di quella purezza sia dappertutto e basta saperla cercare, anche se indubbiamente respirando l'aria di Kawagoe e passeggiando con il naso un po' all'insu', e' impossibile non sorprendersi con una piccola lacrima d'emozione che scendendo, riga il volto e costringe ad asciugarsi goffamente il viso con una mano.

Ko-edo e' tempestata di tante piccole botteghe di wagashi il cui vanto sono dolci specialita' preparate ancora con le antiche ricette del periodo Edo. Tra le tante pasticcerie tradizionali, spiccano quelle di 亀屋 Kame-ya, una vecchissima azienda in attivita' da innumerevoli generazioni.
Forse non vi ricordate, ma a novembre ricevemmo da Ishii-san proprio un assortimento di wagashi proveniente da Kame-ya! Ecco qui.
E siccome kame in giapponese significa tartaruga, ecco due dorayaki che abbiamo comprato in una delle botteghe di Kame-ya, due dorayaki a a forma di....tartaruga!
Il dorayaki a sinistra ha un ripieno all'ume e l'altro alla fragola.

Le patate dolci sono un'altra golosa specialita' di Ko-edo, e infatti con esse viene addirittura preparata una birra che e' reperibile solo da quelle parti!

Dopo esserci accomodati in una piccola caffetteria nascosta in una delle kura che si affacciano sul corso principale, mio marito ha voluto non solo provare questa particolarissima birra, ma ha voluto anche assaggiarla nel modo tradizionale in cui la servono qui: molto tiepida quasi calda! E infatti gli e' stata portata in questa specie di bicchiere termico a doppio strato:
Beh, che dire? Non avendo mai bevuto della birra calda, ci ha fatto un effetto un po' strano e non ci ha lasciati particolarmente entusiasti, pero' probabilmente e' uno di quei gusti che si acquisiscono col tempo e che magari non si apprezzano subito cosi', al primo sorso.
Io ne ho approfittato per assaggiare il gâteau au chocolat, una delle specialita' della caffetteria...e che specialita', signori miei! Da leccarsi i baffi che non abbiamo!
Dalla Piccola Edo ovviamente ci siamo portati a casa qualche omiyage. Sulla Kurazukuri-doori c'e' una bottega che si chiama まめ屋 Mameya, cioe' la Bottega del legume. Li' vendono ogni sorta di legume possibile ed immaginabile, sia cotti che secchi, e sia al naturale che conditi con condimenti tipici della cucina giapponese. C'era una calca inimmaginabile da Mameya perche' davanti al negozio stazionava un banchetto su cui troneggiavano diversi assaggini, e i commessi sembravano davvero felici di far provare a tutti i passanti curiosi - e magari un po' affamati - un po' dei loro prodotti. Dopo esserci visti regalare diverse grosse fave ricoperte di sublime kinako, senza indugi ci siamo uniti alla famelica calca e, cercando di non spingere troppo prepotentemente, ci siamo fatti largo fino a giungere all'interno di questo piccolo ma ben fornito negozietto.

Di tutti i prodotti in esposizione era possibile fare un assaggino, e ogni varieta' di legume sembrava piu' buona dell'altra. Non riuscivamo a deciderci, e continuavamo ad aggirarci tra gli scaffali con quella curiosita' mista ad emozione che ci faceva assomigliare a due bambini in un negozio di caramelle.
Alla fine siamo usciti da quel piccolo paradiso di delizie vegetali con due vaschette di ふらいびーんず furai-biinzu (notare come sia stato usato l'hiragana per scrivere questo nome d'origine inglese, cioe' fried beans) aromatizzati al koshoo (pepe nero) e al wasabi.
E io, in una bottega di oggettistica tradizionale, ho acquistato un furoshiki che, pur essendomi costato un occhio della testa, non potevo assolutamente pensare di lasciare li' in negozio dopo che aveva incrociato il mio sguardo. Nossignore.
Oltre al furoshiki, ho comprato anche due bellissimi hashi-oki 箸置き, cioe' poggiabacchette.
Senza nemmeno accorgermene, ho iniziato da un po' di tempo a collezionare sia i furoshiki che gli hashi-oki, ed ecco qui dunque i nuovi pezzi delle mie collezioni:
Quello che vedete qui sopra e' una parte del mio furoshiki in chirimen (un tipo di seta giapponese), il poggiabacchette a forma di 花見 hanami-dango (ma non e' stupendo?), ed un altro a forma di fiore di sakura con all'interno un pezzo di stoffa di kimono abbellito da un decoro tradizionale del periodo Edo.

Qualche giorno fa, proprio per rimpolpare ulteriormente la mia crescente collezione di hashi-oki, ho acquistato questi due adorabili poggia-bacchette a forma di 鯛焼き tai-yaki (un tipo di wagashi a forma di orate fatte di una specie di wafer friabile e ripieni di marmellata d'azuki).
Guardate che meraviglia! Sembrano veri! Hanno addirittura un po' di marmellata d'azuki che fuoriesce da una parte, proprio come i tai-yaki veri!

Volete vedere dei tai-yaki veri? Ecco quelli che mangiammo noi verso la fine del 2007, da 牛角 Gyuu-kaku, uno dei nostri ristoranti preferiti dove al nome di questi dolcini viene attaccato il suffisso kun, chiamandoli quindi, all'incirca, i signori tai-yaki.

Buon inizio di primavera a tutti voi, dunque, e non dimenticatevi di andare a far visita al sito di Acilia e al mio nuovo articolo!

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando leggo i tuoi post mi sento sempre catturata, smarrita in un vortice di spazio e tempo che mi conduce lontano.
Ho appreso altre informazioni interessanti, le tradizioni del popolo nipponico mi intrigano per la loro bellezza e originalità.
Molto belle anche le foto e delicata la tua sensibilità nella scelta del punto di vista.
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Che meraviglia!! Questa piccola Edo lascia veramente senza fiato..immagino che atmosfera incantata e fuori del tempo si respiri a passeggiare per le sue strade! Il Giappone del periodo Edo mi ha sempre affascinata tanto. grazie per questo regalo! ^_^
Ele

aerie ha detto...

Che belle le foto dei tetti, anche io mi incanto quando vedo dei particolari così curati!
Complimenti per il nuovo articolo, ho già fatto una volta i dorayaki, ma non mi hanno soddisfatto completamente (probabilmente ho messo troppo impasto nel padellino ^_^); sicuramente proverò la tua ricetta .

Alessandra ha detto...

Allora mi aggiungo ai festeggiamenti per la primavera,perchè ne ho davvero bisogno!
Grazie per il bellissimo post!

Anonimo ha detto...

Urca ecco un 'altra fantastica meta che non mi lascerò sfuggire la prossima volta che vengo in giappone!ormai mi stosegnado tutte le tue gite per organizzarmi nel mio prossimo viaggio,perchè visiti sempre dei posti fantastici che mi catturano completamente!Visiterò tutti i posti a costo di andarci anche da sola sta volta!non farò come l'altra volta!
il poggia bacchette a rorma di dango sono fenomenai la anche quelli di tai-yaki!!!!

Unknown ha detto...

Devo dire che ti invidio per tante cose: oltre al vivere in Giappone e mangiare molte cose buone, hai anche la possibilità di vedere posti così belli! (non è giusto! ^__^). La piccola Edo sembra essere una città molto particolare, e pensare che credevo ce ne fossero di più così in Giappone (intendo al di fuori delle metropoli).

Comunque la cosa che mi colpisce di più è il vedere delle case così antiche affiancata ad un asfalto impeccabile: non so, mi sembra davvero strano!

Per festeggiare la primavera avevo già intenzione di preparare i dorayaki con la ricetta di Acilia.
perciò buona primavera!

G ha detto...

è molto bello venire del tuo blog, imparo sempre tante cose di una cultura che conosco poco

Anonimo ha detto...

l'età EDo mi ha sempre affascinata a partire dai manga famosissimi ambientati in questo periodo,.
La birra calda? oddio non vi è venuto mal di stomaco? un effetto davvero strano e singolare