martedì, novembre 14, 2006

Vita frenetica

Chi l'avrebbe mai detto che un giorno sarei venuta ad abitare nientepopodimenoche' in Giappone, e che avrei pure avuto una vita ultra frenetica?

Ebbene si', e' proprio cosi'. Sono in Giappone e la mia vita sta diventando sempre piu' frenetica. Sembra che le ventiquattro ore in un giorno non bastino e che i sette giorni della settimana non siano sufficienti. Devo fare, devo andare, devo studiare. Questo e' diventato il mio nuovo ritmo.

E mi piace molto. Sono, di natura, una persona molto tranquilla che detesta la confusione e il rumore, pero' una vita frenetica non deve per forza significare trambusto e chiasso.
Lo studio, per esempio, mi sta dando una carica che non provavo dai tempi delle superiori. Il dover star dietro ad un programma che viaggia alla velocita' della luce, dover prendere tonnellate di appunti, dover ripassarsi il materiale svolto, prepararsi per le verifiche.

I dubbi di grammatica. La paura di non aver capito o di non ricordare i vocaboli appresi. Il timore che puntualmente assale gli studenti il giorno prima ed il giorno stesso della temuta verifica. Scariche di adrenalina che alla fine ci lasciano stanchi ma sollevati.

Ieri sono stata di nuovo a Chigasaki a dar lezione d'italiano ad Ikuko. Abbiamo preso un caffe' in un bel bar in stile occidentale.
Finita la lezione, la mia amica e' andata via e io mi sono fatta un breve giretto all'interno della stazione, a curiosare fra i negozi.
Ho visto un negozio che si chiama 3 Coin, dove vendono tutto a 300 yen. Ho visto una grossa farmacia con ogni medicinale possibile immaginabile, cosmetici di ogni genere, detersivi e casalinghi.
Ho visto un mini-market pieno zeppo, stipato direi, di prodotti stranieri. Si trova di tutto la' dentro, dalle caramelle al latte e miele Ambrosoli (che ho preso perche' mi piacciono molto!) a spezie indiane, dolci tedeschi ed austriaci. C'era un trionfo di formaggi italiani e francesi, un assortimento incredibile di salumi iberici e di vini italiani.

Finito il mio giretto per i negozietti della stazione, mi sono avviata verso il treno che mi porta a casa. Tornando a casa non sono piu' riuscita a vedere il Monte Fuji in lontananza perche' si stava facendo sera, ma l'ho visto all'andata, anche se non si e' visto bene come l'altro giorno!

Oggi sono andata a lezione. Tirava un venticello abbastanza forte fuori, ma c'era un sole splendido.
A me personalmente piace molto il sole del tardo pomeriggio: e' il piu' bello, perche' e' tiepido e dai colori caldi e confortanti. Non e' aggressivo ed arrogante come quello di mezzogiorno o delle prime ore del dopopranzo.

Camminavo e intanto respiravo l'arietta fresca e guardavo le piante che costeggiano il viale che percorro per andare a scuola. Si vedono tanti alberi, cespugli e piantine. Su ambo i lati della strada ci sono case e negozietti. Verso il fondo c'e' un parco abbastanza grande, ma per accedervi bisogna salire su per una collinetta.
Subito dopo il parco c'e' una galleria dove passano le macchine, ma dove possono camminare anche i pedoni, visto che c'e' un marciapiede su tutti e due i lati.

Mentre camminavo e mi avviavo verso la galleria, e' passata una bambinetta giapponese che avra' avuto sette-otto anni e con un faccino sorridente mi ha detto Konnichiwa! , che vuol dire salve, ciao, buongiorno, ma va usato mentre e' ancora giorno. Quando diventa buio, bisogna usare un altro saluto: Konbanwa.

Le ho risposto anch'io Konnichiwa e ho continuato a camminare verso l'universita'.

Oggi ho avuto una prova di verifica abbastanza complessa e spero sia andata bene. Dopo la verifica abbiamo iniziato dei nuovi argomenti di grammatica e, ovviamente, ho preso una montagna di appunti. Mi fa male la testa.

Mio marito non e' potuto venire a prendermi perche' deve lavorare. Questa settimana fara' degli orari un po' diversi dal solito.
La mia compagnia di universita', Tina, mi ha dato un passaggio per un pezzo di strada, ma poi ho continuato a piedi perche' lei doveva girare per andare in un'altra direzione, quella verso casa sua.

Andando verso casa, mi sono fermata al Famima, o Family Mart, un convenience store o conbini (in giapponese), dove mi sono comprata la cena, dato che non avevo per niente voglia di cucinare.
Ho preso un piatto di riso al vapore con tonkatsu (gnamm!!!!!) con la salsina marroncina sopra ed un'altra salsina a base di maionese, a lato.
Ho preso un brick di succo d'arancia, un gelato per me e uno per mio marito ed un dolcino per domani.

Mi piace comprare i gelati al Famima, anche se ne hanno sempre di cosi' tanti tipi che e' davvero difficile scegliere. Stasera ne ho preso uno al gusto panna e uva. Il gusto dell'uva dovrebbe ricordare quello del vino, ma preferisco pensare al frutto che non alla bevanda alcoolica se si tratta di gelato.

Ho finito poco fa di cenare e ancora sto finendo il mio gelatino panna e uva, dopodiche' mi mettero' a rivedere gli appunti di giapponese di stasera.