lunedì, ottobre 14, 2013

Pensieri ottobrini

La nobile arte cioccolatiera torinese
Ottobre e` il mese che fa da ponte fra settembre, e quindi i rimasugli e strascichi dell`estate, e l`inesorabile ingresso verso il lungo inverno.

E` il mese con le braccia tese da entrambe le parti e che tiene per mano tutte e due le direzioni.

Ottobre e` il tramite, il momento in cui ci si rende davvero e realmente conto che la temperatura e` cambiata e tutto di conseguenza si dovra` adeguare ai nuovi ritmi.
E` il promemoria che ci invita a ricordare la ciclicita` della natura.


Come annunciato nell`articoletto precedente a questo, il mio bazar ritornera`.
Il suo ritorno non solo sara` un vero e proprio rientro in scena dopo cosi` tanto tempo e dopo cosi` tante richieste da parte di voi che mi seguite dal lontano 2006, ma sara` un mio nuovo inizio.

Ogni giorno, che piova o che splenda il sole, affronto il mio giorno con occhi sempre nuovi e con nel cuore la voglia di rinascere. 
Esco di casa quando il cielo e` gia` chiaro ma l`aria e` ancora intrisa di notte, di sonni e sogni.

I miei occhiali, spesso inforcati alla svelta prima di uscire, non sempre mi aiutano a mettere subito a fuoco il mondo intorno a me, ma dagli odori che mi circondano ritrovo la fragranza della citta` che e` gia` sveglia da qualche ora e della vita che riprende il suo solito ciclo.

Saracinesche che si alzano, volti assonnati forse gia` affaticati ed appesantiti oppure carichi di ottimismo per quel nuovo capitolo di vita.

Strade che brulicano di persone intente a raggiungere ora questa ora quella destinazione. Solo il fiume continua imperterrito il suo corso alla stessa velocita`, piu` o meno, di sempre. Lo accompagnano gli alberi che ondeggiano, si adornano e si spogliano imperturbati dalle nostre paure, dai nostri desideri, qualunque essi siano.

Quelle stesse saracinesche che come occhi si erano spalancati al principio del nuovo giorno, la sera si abbassano a volte lentamente ed altre volte piu` impazientemente.

Quelle stesse strade che prima palpitavano di umanita` adesso vanno via via svestendosi, rivelando cosi` il loro volto grigioscuro.

In una domenica di pioggia ho ritrovato il luccichio della nobile arte cioccolatiera torinese la cui storia vanta abbaglianti origini gloriose.
Quelle stesse pasticcerie storiche davanti cui sono passata migliaia di volte senza avere mai il coraggio di entrarvi.

Smossa dal desiderio di assaggiare finalmente una signor cioccolata, con gli occhi entusiasti e l`emozione nel cuore ho acquistato due tavolette della famosa ed elegante pasticceria Pfatisch, uno dei vanti della sofisticata Torino che, come ci ricorda il dolce Guido Gozzano nella sua poesia dedicata alla mia citta`, e` dotata d`un tal garbo parigino.
Ma se con il cuore che ogni mattina ritrova un nuovo battito che mi aiuta ad andare avanti, certe volte - come stasera - mi sento pervadere dallo sconforto ripensando alla cattiveria di cui a volte e` capace l`essere umano il quale, non pago di aver gia` inflitto dolore ad un suo consimile, rincara la dose di veleno nella speranza di vederlo affogare.

Devo allora ricordare a me stessa che il male resta con chi lo fa. Certo, magari esso si ripercuote su chi lo riceve, ma chi lo fa ne rimarra` per sempre marchiato.

E allora rivolgo lo sguardo ai frammenti di Giappone che costellano sempre la mia esistenza, come questo inaspettato ricordo si 富士山 Fuji-san, trovato in mezzo a tanti oggetti polverosi in un posto dove il Giappone si percepisce piu` lontano del solito.


 Le varie cose che ho ripreso a fare sono state tutte conquiste. E` un po` come cadere, sbucciarsi un ginocchio, doversi medicare e mettere una garza prima di riprendere a giocare. E nel frattempo riprendi a giocare con maggior cautela, forse.

Ad esempio, per tanto tempo non riuscivo nemmeno a pensare all`idea di prepararmi di nuovo un o-bentoo.
Il famoso ricettario che mi regalo` Saku-chan, ad esempio, rimase sepolto tra le mie poche cose rimaste e che conservavo in un baule di plastica blu e rosso.

Non riuscivo nemmeno ad immaginare che un giorno avrei tolto - seppur lentamente e con difficolta` - quella garza che, intrisa di sangue ormai scuro, avrei poi gettato via e lontano da me.

Ritorna l`amor proprio e t`investe con forza, ricordandoti che se non ami per primo te stessa non potrai amare gli altri.
Allora, per il lavoro, ho iniziato a rivolermi bene preparandomi questi pasti che mi confortano, oltre a nutrirmi.

Io mi voglio bene e chi non me ne ha voluto non mi ha mai meritata.

Ho aspettato un anno prima di scartare il bentoo-bako che mi porto` Akiko-chan.
Alcuni degli o-bentoo che hanno accompagnato le mie pause pranzo solitarie, ma serene.
Anche il bene resta con chi lo fa, ma non del tutto perche` una parte di esso si espande diffondendosi e contagiando coloro con cui viene a contatto.

Entro i prossimi dieci giorni penso proprio che il bazar avra` la sua prima boccata d`aria dopo tanto letargo.

Quale meraviglia sara` ritornare cosi`, un passo per volta sapendo che si puo` solo migliorare.

Una cosa e` certa: il mio non sara` un negozio gigantesco dove poter trovare migliaia di articoli in settantamila versioni diverse. Sara` un angolo molto piccolo e in un certo senso di nicchia. Ogni articolo e` e sara` scelto con tutto il mio cuore e con la consapevolezza che nulla e` lasciato al caso.

Continuate a seguirmi, mi raccomando. Vi invito inoltre a mandarmi le vostre idee, i vostri consigli, le vostre opinioni e le vostre parole a: biancorossobazar @ gmail. com

それでは、またね!
Soredewa, mata ne!


domenica, ottobre 06, 2013

La novita` che tutti aspettavate...

Una 美人 bijin del vecchio Giappone
Cari tutti voi che mi leggete da ogni dove, questo post / articoletto / lettera e` un modo per mettervi al corrente di alcune novita`.

Ma prima non ci si puo` soffermare, anche se per qualche istante, ad ammirare la bellezza struggente dell`autunno.

Un poeta che si trasforma in stagione prende le sembianze dell`autunno.

L`autunno e` la mia stagione preferita.

E` un dipinto dai caldi colori; e` una tazza di te` fumante sorseggiata guardando fuori dalla finestra: e` una sciarpa avvolgente attorno al collo mentre nell`aria annusi il profumo d`incenso; e` il sorriso meraviglioso della persona che ami; e` una sosta solitaria per un caffe` a Takadanobaba; e` l`odore della metropolitana ad Asakusa; e` il tuo volto riflesso in una vetrina; e` una domenica piovosa dove il grigiore attorno a te, nonostante tutto ma proprio tutto, rivela qualche venatura di colore; e` la camminata in solitaria sotto i portici di Via Po; e` uscire dal lavoro col buio nel cielo ma col sole nel cuore.

L`autunno e` la stagione dei sentimenti profondi, cosi` tanto da far male.

Le sue fragranze sanno essere una carezza e una pugnalata al tempo stesso.

E` la stagione dei poeti, dei sensibili, dei puri e dei delicati. E` la stagione pero` che paradossalmente richiede piu` forza proprio perche` in bilico.

Io in autunno scriverei sempre e andrei avanti a imbrattare pagine pulite di quaderni con frasi, pensieri e scarabocchi infantili.

Per me questa e` la stagione della linfa, della mia linfa.

Ed e` proprio in questi giorni che e` ritornata con forza la mia combattivita`, quella stessa forza che ha fatto si` che non cadessi per terra per sempre.

Una persona cara questa sera mi ha detto che ho avuto la mia Hiroshima e che ora, proprio come i giapponesi, mi sono rialzata e sto ritornando ad essere piu` forte di prima.

Mi e` piaciuta molto questa frase perche`, attraverso questo paragone che non merito assolutamente, ha espresso pero` l`esplosione devastante che ha messo la mia vita a soqquadro totalmente, tre anni fa.

Ci vuole cosi` poco a mandare in macerie qualcosa, ma per ricostruire quel qualcosa lo sforzo e i sacrifici necessari sono a volte immani. Tanto che ricascare a terra e gettar la spugna puo` diventare persino desiderabile.

 Ma la mia vita grazie a Dio mi sta riservando grandi gioie che sarebbero rimaste per sempre occultate ai miei occhi se tutto fosse rimasto immutato.

Cari lettori, cari tutti voi che mi seguite con cosi` tanto entusiasmo e passione da anni ormai...ebbene, riapre il mio bazar.

SI`! Avete letto bene. Dopo cosi` tanto tempo e dopo tanto dolore, riapre il mio bazar.

Chi di voi e` collegato alla pagina Facebook del blog ha gia` ricevuto in anteprima la notizia, ma gli altri forse l`apprenderanno ora.

Il bazar avra` presto (spero) la sua pagina dedicata, mentre questo blog continuera` a vivere di vita propria e ad essere il mio angolo di riflessioni, scrittura introspettiva e descrittiva.

Il negozietto non ha ancora ufficialmente riaperto, ma questo perche` sono in attesa della merce.

Nel frattempo vorrei proporvi in anteprima speciale solo alcuni degli articoli che mettero` in vendita, con relativi prezzi. Se vedete qualcosa che v`interessa, vi prego di farmelo sapere nei commenti oppure mandandomi una mail a:

biancorossobazar @ gmail . com (ho lasciato gli spazi per evitare lo spam)

Non potrete ancora fare nessun ordine, ma potrete intanto farmi sapere cosa vi piace e quale di questi pezzi ordinereste non appena il negozio mettera` fuoril suo noren, aprendo cosi` ufficialmente le sue porte!

Devo pero` prima fare una premessa obbligatoria: rispetto a prima, ossia al bazar 1.0, nel nuovo negozietto i prezzi saranno un po` diversi perche` ora devo tenere conto dei costi d`importazione, IVA, imposte doganali e balzelli vari.
Pur tuttavia, potete star certi che faro` il possibile per tenermi il piu` bassa possibile coi prezzi facendo pero` l`altrettanto possibile per offrirvi solo articoli speciali e scelti - uno per uno - col cuore in mano.

Cominciamo!

Hako ben wa. Immagine di proprieta` di Bento&Co.
Questi sono dei bento elegantissimi che uniscono i colori e decori della tradizione con il design moderno ed occidentaleggiante di una semplice scatola.
Disponibile in entrambi i colori.
26 euro + spedizione.
Akafuji. Immagine di proprieta` di asien-harmonie.de
Akafuji, ossia il Fuji rosso, e` uno dei volti piu` amati e piu` leggendari del grande monte giapponese.
Fuji-san mostra a noi il suo volto vermiglio quando il cielo e` chiaro, limpido e pulito ed e` ora del tramonto.
Poeti e pittori hanno regalato parole e dolci pennellate ad Akafuji il cui fascino e` indubbio. Il grande maestro Hokusai amava Akafuji e cerco` tante volte di catturarne il fascino.
Euro 28 + spedizione.

Nanao. Immagine di proprieta` di Bento&Co.
Questo bento e` l`essenza della semplicita`, del minimalismo elegante giapponese. Decori raffinati e che ricordano quelli che si trovano in sofisticate ocha-ya di Kyoto.
Disponibile in blu.
Euro 28 + spedizione.

Higanbana rosso. Immagine di proprieta` di miyako.pl
L`eleganza del design giapponese si distingue per la sua capacita` nel non essere mai pacchiano, ma sempre delicato e raffinato.
Un bento tradizionale con un tocco di botanica nipponica.
Euro 21,50 euro + spedizione.

Queste sono solo anteprime. Vi ricordo che per ora non e` possibile fare alcun ordine, ma potete - anzi v`incoraggio a farlo - mandarmi un commento o un messaggio in cui mi dite se siete interessati ai bento in anteprima.

Con ogni ordine riceverete un omaggio. 

Tornate presto sul blog, oppure tenetevi in contatto con me via email oppure attraverso la pagina Facebook del blog per rimanere aggiornati sugli sviluppi del bazar. E` importante! Aspetto i vostri commenti.


Alla faccia di chi mi ha voluto male, io vado avanti.

Mata ne!

mercoledì, ottobre 02, 2013

Ricordo Pomeridiano

Devo annunciarvi una grossa novità, ma prima voglio condividere con voi che mi leggete, un mio ricordo pomeridiano.

Questa è proprio la casa. La casa di Ishii-san.
Torno spesso con la mente al ricordo dell'antica casa di samurai di proprietà del mio ex-padrone di casa in Giappone.

Una casa antica e tradizionale dove ho avuto il privilegio di andare molte volte.

Una casa dove si sentono il profumo pungente ed aromatico del tatami, la fragranza legnosa delle porte scorrevoli e dove si percepiscono solo la calma e la tranquillità di una casa di altri tempi.

Quella casa con quel vecchio solaio strano a cui, per accerdervi, bisognava arrampicarsi su per quella ripidissima scala di legno scuro. Quando ancora quella casa era abitata dai samurai, quel solaio serviva da nascondiglio per donne e bambini durante gli attacchi nemici.

Ricordo come mi arrampicai fin lassù e strizzai gli occhi non abituati all'oscurità nel tentativo di vedere cosa ci fosse. E quando le tenebre di quel buio si dipanarono, vidi solo una grande stanza dal soffitto bassissimo, ceste, e qualche oggetto qua e là. Ma respirando a pieni polmoni quell'aria antica pensai alle corse a perdifiato su per quella scaletta e alle fughe dal nemico..queste fughe antiche.

Ripenso con piacere a quella volta, forse l'ultima in cui ebbi l'ennesimo privilegio di stare in quella casa.

Era estate e fuori le cicale cantavano la loro struggente melodia...

L'aria era quella tipica dell'estate giapponese: calda, umida e pesante.

Ma quella stessa aria pesante era però carica di festa perché era il periodo dei matsuri, ossia delle feste estive di quartiere.

Con la scusa di dover andare in bagno, Sakura ed io ci fermammo in quella casa dove non vedevo l'ora di far ritorno.

Ci sedemmo sul tatami della stanza principale dove ci aspettavano dei rinfrescanti gelati agli azuki ed una tazza di mugicha (tè d'orzo).

Ricordo come non c'era bisogno nemmeno di parlare. Sorseggiare quel tè accompagnato dal profumo del tatami su cui ero timidamente seduta è stato uno dei più bei regali che il Giappone mi abbia fatto.

domenica, agosto 04, 2013

Note di cardamomo, Yixing...e pensieri

Caffe` egiziano
Ogni stagione porta con se` un dono. Non esiste stagione piu` bella di altre, anche se i nostri gusti personale possono portarci a preferirne una anziche` l`altra.

Ogni stagione ha un suo scrigno di profumi, sapori, colori.

L`estate, ad esempio, arriva un po` prepotentemente portando dietro se` una scia di profumo di ginestre.

Le ginestre si abbigliano di giallo e iniziano ad abbellire gli alberi della citta`, regalando a chi passa intense nuvole del loro inconfondibile profumo.

Il sole cocente, spesso arrabbiato, caratterizza questa stagione che proprio per la sua afa molte volte e` amata / odiata contemporaneamente.

Eppure, anche in quel frangente, nell`estate troviamo la gratitudine per ogni sbuffo di brezza, per ogni folata di vento che viene a portarci un po` di sollievo.

L`estate ci regala la lavanda e l`anguria.

A me l`estate ha regalato e sta regalando momenti di riflessione. Il potermi sedere e riflettere su varie cose e` un lusso che ho deciso di concedermi non appena fosse iniziata la mia pausa estiva.

Una pausa addolcita da doni che come sempre ricevo dalle belle persone che caratterizzano la mia vita ora.

Una di queste persone e` M. la quale, un giorno, mi ha portato i due pacchetti di caffe` egiziano che vedete nella foto in alto a sinistra.
La torrefazione Vakakis e` una delle piu` antiche d`Alessandria d`Egitto, risalente infatti agli inizi del Novecento.

M. mi dice che Vakakis produce tre tipi di miscele: la miscela rossa che e` quella normale; la miscela verde che e` quella al cardamomo (e al momento la mia preferita); e infine quella blu, aromatizzata al cioccolato.

Dopo aver riposto questi bellissimi pacchettini in dispensa, nel giro di poco la mia casetta ha iniziato a profumare di cardamomo e caffe`, un`accoppiata assolutamente vincente...un po` come lo sono arancia e cioccolato.

Al cardamomo mi sono affezionata molto tempo fa. Chissa` se vi ricordate quando vi parlai della mia passione per i film Bollywood e per il garam chai? Proprio qui.

Ritrovare, dunque, il cardamomo tempo dopo e in un contesto inaspettato ha reso ancor piu` dolce la sorpresa.

Il caffe` egiziano si prepara mischiando la polvere del caffe` (due cucchiaini non colmi, a persona) con un bicchiere d`acqua per persona. Al tutto si aggiunge un cucchiaino di zucchero, sempre per persona.
Si mescola bene bene per evitare che si formino grumi e si mette il composto in un pentolino, a fiamma media.

Si continua a mescolare per un minuto circa, dopodiche` si lascia che il tutto inizi a bollire. Dal momento dell`ebollizione si contano due minuti, si spegne, si serve e si lascia che il caffe` riposi per dare il tempo alla polvere di depositarsi sul fondo delle tazze.

Non vi posso nemmeno descrivere la fragranza che pervade la mia cucina e la mia piccola casetta ogni volta che preparo questa bevanda. E` un profumo antico e che sa di sole, sa di saggezza, sa di tradizione e di benevolenza.

Alcune sere fa l`ho gustato accompagnato da un paio di dolcetti marocchini.

Il dolcino ricoperto di sesamo e`, in particolar modo, il mio prediletto tra tutti quelli del panorama dolciario del Marocco.

Sono gli chebakia (sono varie le traslitterazioni, tra cui: chebbakia, shebakia).

Alcuni chebakia ricevuti in dono proprio ieri da S. e pronti per essere divorati senza pieta` alcuna!


Sono biscotti fritti a base di farina, farina di mandorle, zafferano, cannella anice, acqua di fiori d`arancio, ecc. e poi cosparsi (il giusto, non troppo!) di sesamo e miele.

Un lavoraccio assolutamente fuori dalla mia portata poiche` le mie capacita` culinarie non arriverebbero a quei livelli. Indi per cui, li acquisto senza vergogna!

I chebakia sono inoltre i dolci tipici del periodo di Ramadan, periodo in cui ci troviamo ora.

M. e` ritornata in Egitto proprio prima del colpo di Stato e l`inizio delle fortissime ed incessanti proteste che hanno portato milioni di egiziani in rivolta per le strade del loro Paese.

Sapendo di M. li` la mia preoccupazione aumentava di giorno in giorno, soprattutto quando non sempre riuscivo ad avere sue notizie.

Quando poi, grazie a Dio, e` ritornata in Italia sana e salva, con gioia l`ho rivista e l`ho abbracciata. Ma come mi capita tanto spesso, piu` spesso di quanto io meriti in realta`, ricevo sempre magnifiche dimostrazioni di affetto, amicizia e generosita` dalle persone che mi stanno vicine...soprattutto ora che la mia vita e` cambiata radicalmente.

M. mi ha ricoperta di doni tra cui ecco alcuni frutti del suo orto, proprio fuori Torino:

Brillanti e succosi pomodori; fragranti mazzetti di basilico, rosmarino e salvia; delicati fagiolini bianchi; croccanti cetrioli dissetanti.

Tra le meraviglie, e nella mia incredulita`, una scorta gigante di altro caffe` Vakakis al cardamomo!!!

Credo che, a questo punto, non rischiero` di rimanere a secco per diversi mesi!

Son pur sempre italiana, e quindi ogni tanto - anzi, direi ogni giorno - non posso a fare a meno del nostro classico caffe` il cui aroma mi riporta quasi in vita dopo una notte di sonno, specie se comatoso o agitato.

Dopo una traumatica esperienza con il pessimo caffe` Suerte della Lavazza -il peggior mai bevuto da che parlo e cammino - sono passata oltre il prezzo non proprio "amico" e mi sono trattata bene acquistando una latta del grande Illy.

Mi dite quali sono state le vostre esperienza col Suerte? No perche` era talmente cattivo da farmi quasi credere di aver trovato un pacchetto difettoso!

E` come passare dalla stalle alle stelle.

E chi se lo ricordava quasi piu` l`Illy? Caro, troppo caro, pero` ragazzi...che bonta`!

Ricordo ancora come, in un pomeriggio sereno ed assolato di anni e anni fa, assaporai una tazzina di magnifico Illy in un posto inaspettato: a Julian, California, nella contea di San Diego.

Julian non e` nemmeno un paesino, ma una frazione di frazione sperduta fra campi sconfinati. E` un pugnetto di case con una strada che arbitrariamente le ha messe alcune di qua e altre di la`.

Julian e` un posto di cui nessuno si ricorderebbe se non fosse per...le sue mele!

Ecco, diciamo che Julian e` un po` la Cavour piemontese, con il suo festival delle mele, le sue pasticcerie e botteghe devote e dedicate interamente a questo nobile frutto.

E proprio in una di queste pasticcerie, non ricordo se a destra o a sinistra dell`unica strada di Julian, un buon Illy ha accompagnato la miglior apple pie che io abbia mai avuto il privilegio di gustare.

Ma il Giappone, mia costante quotidiana, non scompare e adorna la mia vita.

Alle prime avvisaglie di torrido calore, sono corsa ai ripari con del buon o-cha in bottiglia preso da Yukiko-san, nel suo delicato ed elegante negozio di Via Monginevro, qua a Torino.
Vicino all`o-cha giapponese, del buon 茉莉花茶 molihuacha (te` al gelsomino, in cinese). 

L`o-cha, splendidamente senza zuccheri ed edulcoranti di sorta, e` delizioso proprio per la sua semplicita`. Non ha bisogno di fronzoli, di aggiunte e di maschere per farsi piacere. 
Eppure e` praticamente impossibile trovare del te` verde in bottiglia SENZA zucchero (e senza nemmeno quella porcheria di aspartame). 

Ma perche`?

Quando sono tornata in Italia, ero felicissima di vedere il te` verde della San Benedetto nelle bottigliette. Pensando di aver trovato un corrispondente dell`o-cha freddo che bevevo in Giappone, mi sono invece imbattuta in un`amara (anzi no, che dico? magari fosse stata amara!) sorpresa: un te` verde stradolce. 

E lo stesso mi e` capitato a Pechino dove pare non esistano te` in bottiglia che non contengano due tonnellate di zucchero. 

Faceva un caldo disumano, e in una drogheria confusionaria ho trovato un frigo con delle bottiglie di bibite varie: dalle piu` note tipo Coca Cola e Sprite a quelle locali. Senza indugio, afferro un te` verde cinese pensando di andare cosi` sul sicuro.

Solo dopo il primo mega sorso da assetata guardo schifata l`etichetta su cui, in caratteri cinesi leggibili, appariva la parola ZUCCHERO.  

Rimanendo in tema bevande e in tema Cina, non potendomi permettere una teiera giapponese con tutti i crismi e non volendo ripiegare su robaccia dozzinale di quel genere di roba Asian style che io aborro con tutte le mie forze, ho trovato una via di mezzo.

Proprio una via di mezzo proveniente dal Regno di Mezzo: la Cina.

Ho scelto una teiera in terracotta di Yixing, un materiale pregiato e unico al mondo poiche` ricavato solo dalle zone terrose intorno alla citta` di Yixing, nella provincia del Jiangsu. 

Sono diverse le varieta` di argille di Yixing e a seconda del tipo utilizzato si ha un risultato diverso (e un nome diverso).

La mia teiera e` una Zisha poiche` creata con dell`argilla bruna tendente al violetto.

Le teiere di Yixing sono oggetti particolari perche` necessitano di molte cure ed attenzioni, anche se in cambio regalano bellezza, grazia e naturalmente del delizioso te`.

Prima di essere utilizzate per la prima volta, vanno lavate bene e poi fatte bollire in acqua a cui e` stato aggiunto del te`. La terracotta, cosi` facendo, assorbe il sapore del te` e quindi si puo` considerare da quel momento in avanti pronta all`infusione.

Approfittando di sconti speciali e ribassi non indifferenti, sono andata a fare un salto in solitaria in uno dei miei posti preferiti a Torino: il MAO, ossia il Museo d`Arte Orientale...da cui sono uscita con questo volume (l`unico in negozio!):

La scrittura del Giappone Antico, del prof. Aldo Tollini.

Sto iniziando lo studio di questo volumetto e vorrei quindi, nei prossimi articoletti, condividere qualcosa con voi sull`argomento.

Vado a ritemprarmi un po` sul balcone da cui vedo un cielo blu scuro, ingioiellato di stelline, e con sullo sfondo la Basilica di Superga nel suo dorato splendore architettonico.

Vado sul mio balcone da cui vedo una luna sempre piu` affilata e sempre piu` bella.

Vado sul mio balcone a respirare il profumo della sera che sa di brezza, di piante, di estate e di citta` un po` abbandonata dai suoi abitanti trasformatisi, ora, in villeggianti chissa` dove.

Ma io resto qua. Con il mio cuore, i miei pensieri, e la forza di non ricadere piu` a terra.

martedì, giugno 25, 2013

Scie di zucchero

Le scie di zucchero sono quelle sorprese inaspettate che - proprio perche` inattese - addolciscono la quotidianita`.

Possono essere piccoli gesti; una parola buona e gentile; un dono; l`affetto che ti mostra un animale venendoti vicino oppure guardandoti con occhi espansivi; una chiacchierata a cuor leggero; un sorriso; un paesaggio terribilmente incantevole; una folata di vento rinfrescante; un caffe` sorseggiato in solitudine; un libro che per te ha un valore particolare; i gridolini entusiasti di bambini che, nelle loro lunghe ed interminabili ore estive, rispecchiano l`euforia per un gioco.

Anche a costo di essere banale e forse persin noiosa, non mi stanco di ripetere quanto importante sia ogni tanto rallentare il passo e fermarsi ad apprezzare queste scie di zucchero, queste gemme che rendono un pochettino piu` lieta la nostra vita quotidiana.

Ieri il sole ed un monello temporale si sono rincorsi senza sosta. Sembrava di assistere ad uno strambo spettacolo in cui gli scenari vengono cambiati ininterrottamente da personaggi invisibili.

Quando toccava al sole giocare allora l`aria si faceva calda e ogni cosa brillava fino quasi ad accecare.
Quando, invece, toccava al temporale ecco che quella brillantezza di prima si tramutava velocemente in grigiore, mentre il calore si trasformava in un venticello frizzante che si divertiva a scompigliare capelli e a capovolgere ombrelli poco robusti.

Un mercatino delle pulci, nascosto in una piazzetta molto ordinata, mi ha naturalmente attirata.

Da un ragazzo e sua mamma e poi da un signore anziano ho acquistato i libri che vedete in alto a sinistra:

- Vivere del prof. Leone Maurizio. Un libro del 1945, pubblicato da una casa editrice fiorentina.

"Alla ricerca di un`arte che si perde: Vivere". Questo e` il titolo per esteso di questa piccola opera che emana una sensazione d`innocenza e delicatezza molto forti.

Il prof. Maurizio, con un linguaggio semplice ma dal sapore antiquato e nostalgico, affronta varie "arti" o virtu` necessarie per saper appunto vivere. Arti tipo quella di essere pazienti, di saper amare, di essere felici in famiglia, di leggere, di pensare, ecc.

- Il palanchino delle lacrime di Chow Ching Lie. Questo mi ha attratta perche` ha bersagliato la mia antica, ma ancor viva, passione per la storia cinese soprattutto quella relativa al periodo maoista. Una materia, questa, che ho studiato per anni in maniera del tutto indipendente e che su di me ha sempre esercitato grande fascino.

Ho avuto il privilegio d`intrattenere una rapida ma piacevole conversazione con la signora da cui ho acquistato Vivere. Una signora originaria di Agrigento ma trapiantata qui a Torino da tantissimi anni da il via a questa conversazione con una graziosa risata attraverso cui confessa - con un lieve imbarazzo - di essersi messa a rileggere Piccole Donne nonostante la sua eta`.
Mi chiede, piu` volte, se la cosa non mi faccia venir voglia di ridere, al che le rispondo che in realta` questo mi fa tenerezza. E molta.

Allora iniziamo a parlare di come siano cambiati i tempi e di come la lettura della celebre opera di Louisa May Alcott la faccia in realta` sorridere (amaramente, credo io) pensando a quanto e come tutto sia mutato.

Mi parla di pieta` filiale e della figura - un tempo tanto temuta e rispettata - della madre.

Mi racconta del suo trasferimento da Agrigento a Torino, in anni quando ancora era possibile finire le scuole dell`obbligo e trovare un inserimento lavorativo immediato quasi ovunque si desiderasse.
Mi racconta dell`incessante supporto ricevuto dalla famiglia e della sua gratitudine verso persone che in effetti si erano sacrificate, e non poco, per renderla felice.

E inevitabilmente si arriva all`amaro paragone con cio` che vediamo al giorno d`oggi ed io improvvisamente mi accorgo del peso dei miei anni.

Il mio pomeriggio prosegue con una pigrissima camminata in una zona verde della mia citta` dove l`odore delle magnolie, delle ginestre e degli abeti non ha rivali e dove l`umida frescura del fiume mi accoglie ad ogni passo.

Da un ponte mi fermo a scattare una foto di una stampa dal vivo che la mia citta` decide di regalarmi:
A ritroso coi pensieri, rievoco una scia di zucchero del giorno precedente quando - in occasione di un dolce incontro con Silvana, un`affezionata lettrice di questo blog - condivido con lei un momento di inadulterato Giappone, con lo struggente sapore di onigiri accompagnati da del te` verde ed un daifuku al matcha.
Abbiamo fatto merenda da Kokoro-ya, in Via Piave 9 a Torino.

Silvana, una ragazza dal cuore raro, mi ha portato due meravigliosi regali che aveva ordinato per me dal Giappone qualche tempo fa.

La famigliare eleganza e cura nei pacchetti e` per me una carezza al cuore:
ありがとう arigatoo.
いつもありがとう itsumo arigatoo.

Cosi` mi accolgono i due delicatissimi pacchetti.

Al loro interno, due furoshiki incantevoli.

Un tradizionalissimo furoshiki in tessuto chirimen, abbellito da fiori di ume.

Un altro stupendo furoshiki, anche questo in tessuto chirimen (il tessuto, a mio avviso, migliore per un furoshiki perche` ben si presta ad essere annodato), raffigurante i classici ornamenti da Hina-matsuri ひな祭り.

Conosco molto bene l`intenzione con cui Silvana mi ha presentato questi tesori. Un`intenzione nobile e preziosa, come il suo cuore.

Approfittando del giorno di festa, oggi 24 giugno, e quindi di rilassanti pulizie, ho ritrovato e riscoperto questo ヒョウタン hyootan decorato, acquistato per pochi spiccioli l`anno scorso in una bottega polverosa di Riva Ligure, in provincia d`Imperia.

Adesso il mio hyootan fa da delicato fermaporta.

Sono grata a chi ringrazio sempre, a chi ringrazio raramente per pigrizia, e a chi - peggio ancora - non ringrazio mai.

sabato, giugno 15, 2013

Pensieri che sgattaiolano

Settecentomila pensieri affollano la mia mente.

Dal finestrino di un autobus qualunque, intento ad attraversare affannosamente le strade piene e poco pazienti della citta`, osservo la vita intorno a me percependone solo in parte il suo trambusto acustico.

Quei tanti pensieri che fra di loro si annodano ed intrecciano forse uno o due arrivera` a destinazione, prendendo la forma di una riflessione magari scritta.

Gli altri si perdono chissa` dove, andando a finire in un grande scatolone immaginario dove si ammucchiano disordinatamente tutte le mie idee.

Ogni volta mi illudo di poter dare ad ognuna di loro un posto in prima pagina, sulla prima pagina della mia mente, ma inevitabilmente la gran parte di questi pensieri si perdono sgattaiolando via da me non appena distolgo lo sguardo dalla fonte d`ispirazione.

Scrivo poco ormai, ma mi viene impossibile dimenticare questo blog.

Un lavoro mi tiene occupata tutta la settimana, per molte ore al giorno. Il tempo che riesco a ritagliare per me stessa si sta facendo ahime` esiguo, e quando ne trovo un po` allora lo trascorro in solitudine oppure in compagnia di poche persone speciali.

Negli ultimi due o tre mesi suppergiu` ho avuto il piacere e l`onore di stare in compagnia di amiche che non vedevo da tempo oppure che non avevo mai incontrato di persona, ma che conoscevo attraverso questo mio amato blog oppure grazie a preziosi contatti stretti su Facebook.

Tanti sono stati i doni ricevuti.

Da L. e U. , due meravigliose amiche dalle parti di Milano, mi hanno regalato un grande gioia con questo fantastico biglietto:

Quell`opera d`arte a forma di biglietto accompagnava una profumata saponetta tunisina al miele ed una saponetta di Aleppo al limone
Tra i doni, ve n`era uno davvero davvero particolare e che mi ha tolta letteralmente il fiato.

Ve la presento?? Si? Eccola.

Un`autentica bambola giapponese da ひな祭り Hina-matsuri, con pure un bel po` di annetti di servizio alle spalle.
Una gemma rara e di una bellezza indescrivibile.

Non so dove U. l`abbia trovata, ma so solo che non e` stato facile e la sua ricerca - avvenuta completamente a mia insaputa - alla fine e` stata premiata.

Ningyoo-sama, permette una foto alla Sua acconciatura? Onegai-itashimasu.
Sua Maesta` Imperiale non sembra opporre particolare resistenza.
Credo sia l`aria di Torino a metterla di buon`umore.
Ora la principessa se ne sta buona buona sulla mia libreria, seduta forse non troppo comodamente (stare seduti in 正座 seiza con un kimono cerimoniale non e` proprio il massimo del comfort) su un libro intitolato Dominique, di Eugene Fromentin.

Tra i vari doni, che includevano anche il libro "Il Profeta" di Khalil Gibran, una radice di siwak, un profumo in pasta al gelsomino,

c`era anche questo preziosissimo prodotto: del khol artigianale per gli occhi. Un kajal fatto a mano e contenuto in una boccettina di legno, anch`essa artigianale.

Da M. cara amica torinese, ho ricevuto tantissimi regali tra cui questo delizioso 招き猫 maneki-neko con al suo interno un simpatico sonaglietto:
Il felino sorridente fa compagnia al mio caro carissimo maneki-neko, dono di Akiko. Ve lo ricordate? Ve ne parlai qui.
E sempre rimanendo in tema di gatti, a inizio primavera ho avuto il piacere di ricevere la visita di due persone splendide: S. e L.
Queste due fanciulle, provenienti da Roma, erano qui a Torino per la prima volta. S. e` una cara amica e veterana lettrice di questo blog da questo questo era proprio agli inizi.

S. mi ha portato questa bellissima scodella, un dono scelto assolutamente non a caso sapendo della mia passione per il vasellame:
Sempre in primavera, un giorno, mentre ero in solitaria a passeggiare in un tiepido pomeriggio al Valentino, ho immortalato alcuni fiori di ciliegio bellissimi e soli.

Erano soli e io ho voluto avvicinarmi a loro per esprimere la mia ammirazione per questa loro delicatezza e grazia che ogni volta sa riportarmi in Giappone in un istante.

Vi regalo questi scatti col cuore.

Dimenticavo: se qualcuno di voi e` a Torino e ha piacere di frequentare un piccolo corso introduttivo e di base alla lingua giapponese, me lo dica per favore. Vi spieghero` poi perche`.