giovedì, gennaio 01, 2009

Notte d'incanto

(una delle lanterne di Capodanno del nostro tempio di zona)

あけまして
おめでとう
ございます


Questo e' il mio primo articoletto dell'anno, e con esso vi rinnovo i miei auguri di un buon principio!

Il nostro 2009 e' cominciato splendidamente; un inizio avvolto in una coltre di tradizione e profumo d'incenso; una coltre che cerchero' di descrivervi.

Il Capodanno e' sempre un momento strano per me; chissa', forse le mie sensazioni sono comuni a tante altre persone. Il 31 di ogni anno, inizio mentalmente a farmi una lista delle ultime cose che faro' nell'anno vecchio. Niente di straordinario, tutte cose semplici e normali: ad esempio, l'ultima volta in cui faro' colazione, l'ultima volta in cui riordinero' la camera da letto, l'ultima volta in cui faro' la spesa, l'ultima volta in cui ascoltero' questa canzone, e via discorrendo.

Cosi' facendo, mi preparo contemporaneamente alla fine di un ciclo temporale e all'inizio di uno nuovo di zecca.

E infatti ieri, oltre ad essere stata una giornata di grandi pulizie in cui ho addirittura ribaltato l'ofuroba per pulirlo a fondo, e' stata una giornata di "l'ultima volta in cui...".
Eppure in tutta questa mia rielaborazione di pensieri, non c'e' traccia di malinconia. Anzi. C'e' un qualcosa di elettrizzante nell'iniziare un nuovo anno. E' un po' come liberarsi di abiti smessi per acquistarne di nuovi. Certo, ci sono istantanee dell'anno passato a cui pensiamo con nostalgia e a cui ci aggrappiamo con un briciolo di malinconia, ma alla fine e' emozionante sapere che dietro l'angolo ci aspetta un principio brillante e carico di desideri ed aspettative.

E se poi quelle aspettative saranno disattese, non sta a noi preoccuparcene ora. Questo e' un caso in cui una generosa dose d'ottimismo e' ingrediente fondamentale per continuare bene se l'anno passato e' andato a gonfie vele, oppure per ritrovare la forza di rialzarsi in piedi se l'anno passato invece e' stato doloroso.

Come gia' accennato nell'articoletto precedente a questo, per la nostra cena di Capodanno abbiamo preparato la fondue bourguignonne e che noi chiamiamo semplicemente bourguignonne, un piatto che piace molto alla mia famiglia e a noi.

Ecco la nostra tavola apparecchiata:
Per chi non sapesse di che si tratta, spiego brevemente: al centro della tavola si mette un pentolino apposito e che si riempie d'olio caldo (e che io ho aromatizzato anche con erbe tipo rosmarino, timo e lauro). Su piatti vari, si servono carni assortite, tagliate a cubetti. So che per tradizione si usa il filetto di manzo, ma secondo me e' meglio fare di tutto un po'.

Sulla nostra tavola, come vedete, appaiono il manzo, maiale, pollo, wurstel vari e delle polpettine di pollo che sarebbero per il sukiyaki, ma che si sono rivelate eccellenti pure per la bourguignonne!

Ho preparato anche un contorno di verdure alla griglia e che ho poi fatto saltare in padella con un goccino di un certo divinissimo olio d'oliva.

Per accompagnare le carni, si preparano anche salsine varie. Ecco, nel campo delle salsine mi sbizzarrisco a piu' non posso e preparo tanti intruglietti vari che pero' si rivelano gustosi! Volendo, pero', si possono anche usare salse semplici tipo la maionese, il ketchup, la senape ecc, ma io amo strafare e allora ieri sul vassoio, a sinistra della pentola, sono apparsi scodellini contenenti: salsa al basilico, salsa al curry, salsa al sesamo bianco, salsa al pomodoro e rafano, salsina verde di maionese e wasabi, salsa di pomodoro con salsa di soia e e pepe nero, salsa benedicta (la mia preferita), ecc.

Ad ogni persona, poi, si danno due o tre forchettine apposite per fondue, e ognuno sceglie la carne che preferisce e mette a cuocere i propri pezzi nell'olio per poi intingerli, una volta cotti, in una delle salsine a disposizione.

Intanto, l'olio continua a rimanere molto caldo grazie ad un fornellino (alimentato con alcool) che si trova proprio sotto la pentola. Ecco qui la nostra pentola piu' da vicino:
Noi avevamo comprato e preparato una quantita' esagerata di carne e salsicce, e infatti non siamo riusciti a finire nemmeno la meta' di tutto quello che vedete sul tavolo! Poco male. Ho congelato il resto e per un po' saro' a posto.

La bourguignonne non e' certo un piatto leggero, ma e' molto gustoso e divertente, e si addice alle famiglie, alle comitive di amici (se la comitiva e' numerosa conviene avere due pentole). Si cucina, si chiacchiera, si mangia, si chiacchiera, si cucina e si mangia. E tra un bocconcino e l'altro, ci si diverte e non ci si accorge che il tempo vola!

E come vi dicevo, per l'occasione avevo anche comprato dell'osechi-ryoori, ovvero dei piatti giapponesi preparati con ricette che si rispolverano solo in questo periodo dell'anno, e mai in altre stagioni.
Vi parlero' meglio dell'osechi-ryoori non appena avro' le foto di Akiko, ma intanto ecco il nostro vassoio:
Nel dettaglio:
黒豆 kuromame
Questo e' un elemento importante del pasto tradizionale giapponese di Capodanno. Sono fagioli neri di soia, fatti cuocere a lungo (Akiko mi ha detto che ci vogliono, all'incirca, dieci ore di cottura a fuoco bassissimo) e conditi con zucchero, sale e salsa di soia.
田作り Tazukuri
Sardine candite. Il condimento che si usa e' a base di zucchero, salsa di soia e mirin.
昆布巻き Kobumaki*
Involtini di alga konbu, legati con striscioline di kanpyoo (preparate con una specie di zucca che viene fatta essiccare).
Il condimenti dei kobumaki e' a base di zucchero, salsa di soia, sake e mirin.
Confesso che questo e' stato il piatto che mi e' piaciuto di meno in assoluto. Ho provato a mangiare questi involtini, ma erano terribili.
*Il nome e' proprio kobumaki, e non konbumaki.
海老とあさりの酒蒸し Ebi to asari no sakamushi
Questi sono spiedini di piccoli gamberetti e vongole, cotti al vapore e conditi con sake, sale e zucchero.

E il mio preferito...
栗きんとん kurikinton
Il kurikinton e' una sorta di pure' preparato con patate dolci giapponesi, castagne candite, zucchero e mirin.
Questo e' stato veramente delizioso!

I cibi che compongono l'osechi-ryoori tradizionale (tradizionale perche', al giorno d'oggi, esistono anche gli osechi-ryoori occidentaleggianti) sono moltissimi, e questi che abbiamo assaggiato noi non sono che una minima parte della grande varieta' di questi piatti festivi e dalle origini antiche.

Quando avro' le foto della cena di Akiko, vi parlero' in modo piu' approfondito di questi piatti, del perche' in genere contengano abbondanti quantita' di zucchero, e del profondo simbolismo di ognuna di queste specialita'.

Dopo questa nostra luculliana cena e dopo aver riassettato la cucina, abbiamo atteso la mezzanotte e fatto il consueto e tradizionale conto alla rovescia assieme ad un varieta' giapponese di musica jazz che trasmetteva da Yokohama.

cinque
quattro
tre
due
uno
。。。e qui nel Sol Levante e' arrivato un duemilaenove frizzante e che ci ha fatto battere forte il cuore!

Ci siamo imbacuccati con giaccone pesante, guanti e sciarpa e ci siamo avviati in direzione del nostro tempio di zona, il tempio 宗仲寺 Soo-chuu-ji.

L'aria era gelida, ma profumava d'incenso e il cielo era di un blu scurissimo e tempestato di brillantissime stelline.

Nell'oscurita' le lanterne appese alle mura che circondano il tempio risaltavano particolarmente.

Un po' di foto scattate da mio marito:


Il solenne tempio addobbato per l'occasione:

Non c'era molta gente, piu' che tutto famiglie che abitano in questo quartiere. E' bello venire in questo tempio a Capodanno perche' si respira tutta quell'aria di tradizione e misticismo che caratterizza quest'importante ricorrenza, senza dover per forza farsi largo a suon di gomitate fra centinaia e centinaia di persone accalcate l'una contro l'altra, come succede a Capodanno nei grandi templi come il santuario Meiji o il Sensooji di Asakusa dove la gente si accampa gia' dal mattino per potersi assicurare un posto privilegiato in fila per poter arrivare primi a suonare la campana sacra.

Noi ci siamo messi in fila, e nel giro di una decina di minuti e' stato il nostro turno. Ma nel frattempo, respiravamo a pieni polmoni quell'aria fredda ma deliziosamente profumata di antico. Mi guardavo intorno e l'unico pensiero che mi veniva voglia di dire, anzi, di urlare al mondo era "Sono felice!!".

Avevo il volto quasi ghiacciato, eppure non riuscivo a smettere di sorridere.

E poi finalmente e' arrivato il nostro turno. Prima e' andato mio marito e poi sono andata io. Sono salita su per la scaletta di pietra, mi sono voltata verso il monaco e ci siamo fatti un inchino a vicenda, dopodiche' ho afferrato la catena attaccata al tronco di legno e con esso o dato un rintocco alla campana sacra.

Un rintocco purificatorio con un suono cupo ma affascinante.

Ma siccome sono una timidona, eccovi la foto della campana con la signora che c'era dietro di noi:
Siamo poi andati nell'hondoo 本堂, ovvero nell'edificio principale del tempio. Li' c'era un banchetto gestito da due bellissimi bambini che distribuivano gratuitamente, a tutti i visitatori, un talismano benedetto, con attaccato un piccolo bue di plastica colorata: rosa per le donne e azzurro per gli uomini.
In un altro banchetto fuori dal tempio ho comprato un paio di altri talismani. Eccoli qui tutti insieme:
Ci siamo poi tolti le scarpe e ci siamo seduti sul tatami, e qui e' iniziata la parte piu' bella e piu' suggestiva: dopo esserci seduti, abbiamo iniziato a prender parte alla recitazione del sutra, seguendo i rintocchi che il monaco faceva su di una specie di grosso tamburo di legno. Ognuno di noi aveva davanti a se' un 木魚 mokugyo che, tradotto in italiano, significa "pesce di legno".
Siccome nell'hondoo durante le funzioni non e' consentito far foto, vi devo mostrare un mokugyo usando una foto che appartiene a questo negozio. Ecco qui:
Con la mano destra, si usa quella specie di bacchetta per tamburellare sulla testa del pesce, e si va a tempo seguendo il ritmo scandito dal monaco. Il suono dei mokugyo ha un qualcosa d'ipnotico. Da lontano, mentre ci avvicinavamo al tempio, si sentiva gia' questo particolarissimo suono e che mi viene difficile descrivervi; assomiglia un po' al galoppo di un cavallo.

Mentre suonavamo il mokugyo, abbiamo meditato senza nemmeno rendercene conto. Io ho chiuso un po' gli occhi, ma poi li ho riaperti e ho ammirato, in una specie di trance, le intricate decorazioni dell'hondoo, le statue d'oro dei Buddha, gli altari neri laccati e impreziositi da sapienti intagli.
Due monaci, uno molto giovane e uno molto anziano, erano seduti a sinistra dell'altare, recitavano i sutra e si davano il cambio per suonare il mokugyo.

Avevo il cuore rigonfio di beatitudine e giubilo.

Il profumo d'incenso era inebriante in quel solenne hondoo, ed io seduta sul tatami a tamburellare sul mokugyo, con davanti a me antichissime statue, mi sono sentita la mente alleggerita. Era come se solo i buoni pensieri riuscissero a raggiungermi, mentre tutto il resto rimaneva intrappolato in un filtro invisibile che era oltre le mura del tempio.

Siamo rimasti cosi' per un arco di tempo che non saprei quantificare: forse dieci minuti o forse un'ora. Non lo so. Il tempo aveva cessato di avere la sua solita valenza in quel momento.

Abbiamo lasciato l'hondoo in uno stato di avvolgente stupore, e ci siamo avviati verso le bancarelle vicino alla piazza del tempio. Li' ci hanno servito dei bicchierini di freddissimo sake benedetto, dal sapore e dal colore cristallini.

Credetemi, sorseggiare quella sublime bevanda in un contesto cosi' poetico e suggestivo e' come assaporare una coppa d'ambrosia di divina e mitologica memoria.

Tutti i pensieri negativi e tristi svaniscono. Tutto svanisce e resta solo cio' importa veramente.

Vorrei terminare questo primo articolone dell'anno, mostrandovi dei wagashi molto speciali che avevo acquistato l'altro ieri, in occasione dei nostri festeggiamenti.

Ecco la meravigliosa scatola incartata:

La bellissima carta rappresenta il celebre 雷門 kaminari-mon che fa da ingresso all'antichissimo Sensooji di Asakusa.
Il nome di questi wagashi e' 人形焼 ningyoo-yaki che, se tradotto in italiano, assume un che di darioargentesca foggia: bambole alla griglia.
Ma qui non c'e' nulla di horror, solo deliziosi dolci giapponesi che ci provengono dal lontano - e per me irresistibilmente affascinante - Periodo Edo.

Ecco la scatola scartata:
I ningyoo-yaki sono dolci squisitamente tokyoti e che vi consiglio di assaggiare.

Sono preparati con una pasta dolce lievitata e sono ripieni (ma non sempre) di marmellata di fagioli azuki. La bellezza di questi wagashi e' la loro forma che cambia a seconda della pasticceria o dell'occasione. Tra le forme tipiche dei ningyoo-yaki ci sono volti di tradizionali bambole, di personaggi della mitologia giapponese oppure personaggi dei cartoni animati.
L'impasto viene versato in intricatissimi stampi di ferro e viene fatto cuocere ad alte temperature per un lasso di tempo molto breve.

Ecco uno dei miei ningyoo-yaki...pronto per essere divorato:
E per finire, ecco lo しめ飾り shimekazari che ho attaccato alla porta per dare il benvenuto al duemilaenove e per tenere lontani gli spiritelli maligni e sogghignanti.
Possa questo duemilaenove regalarvi tutta quella serenita' che meritate.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono felice perchè sento che il tuo cuore ha ritrovato un po' della serenità e dell'equilibrio che sempre ho trovato nei tuoi articoli.
AUGURI!
Mooolto belle le "bambole grigliate"
Valella

Anonimo ha detto...

una serata dell'ultimo dell'anno mistica allegra e piena di emozioni. IL cibo che hai descritto e fotografato mi affascina molto, e le foto delle lanterne sono bellissime. Auguri anche a te per un nuovo anno sereno e frizzante. Ciao!

FrancescaV

Anonimo ha detto...

Ciao Mary,
ti rinnovo gli auguri anche se ieri t ho mandato una mail spero li hai ricevuti :)
Fantastico capodanno sarebbe piaciuto anche a me provare i piatti che hai cucinato. La bourguignonne di cui parli somiglia troppo alla fonduta di carne che fan i francesi.
Io xò amo quella al formaggio beh io adoro il formaggio son un topolino nato eheheheheh.
Bellissime le stradeee le illuminazioni e quel tamburello a forma d pesce certo che i Nipponici ne san una più del diavolo.....:)))
Kisu mata ne e ancora un buon anno vorrei scriverlo in giapponese ma purtroppo nn so come s trovan i caratteri a parte scopiazzarli su google ma fa traduzioni talmente odiose, che alla fine devo sempre metterci mano io per correggerle......

Anonimo ha detto...

Leggo spessissimo il tuo blog..grazie a te riesco a respirare l'aria del Giappone anche con così tanta distanza. Ti faccio tanti auguri di cuore per un 2009 pieno di tranquillità, felicità e amore. Ho letto poi che domani sarà il tuo compleanno e così ne approfitto e ti faccio anche gli auguri per questo :
Otanjoubi omedetoo!!!!!
Ilaria

Anonimo ha detto...

Tanti tanti auguri per un buon 2009 pieno di tranquillità e amore. Leggo spessissimo il tuo blog e grazie alle tue parole riesco a sentire il profumo del giappone anche nella mia stanza. Ti faccio anche tanti auguri per il tuo compleanno : otanjoubi omedetoo!!!!!!
Ilaria

Il paese dei balocchi ha detto...

Auguri! E che bella l'esperienza del capodanno al tempio. Forse in questo brutto periodo servirebbe anche a me per riflettere.
Anche la cena diversa dal solito è un grazioso diversivo.
Inoltre mangio spesso anche io la bourghignonne ma chinoise (con il brodo al posto dell'olio e la carne a fettine tipo carpaccio) che rimane più leggera. E anch'io eccedo nelle salsine! Eh eh!
Io invece per capodanno cena valtellinese. Pizzoccheri e polenta taragna. Gnam gnam.
Valeria

Anonimo ha detto...

Vorrei essere lì per abbracciarti e darti gli auguri di persona... Ma sissà... resto ancorata alla mia isoletta... chè costa troppo per me viaggiare...
Buon Anno. Che sia propizio e pieno di novità desiderate.
Anna-chan