Il ciclone che doveva travolgerci e' arrivato.
L'assaggio che ci e' giunto giu' dal cielo ieri e' stato abbastanza spaventoso da non voler nemmeno immaginare come potesse essere il vero ciclone.
Ieri, nonostante piovesse a singhiozzi, siamo usciti per sbrigare alcune commissioni e poi per rifocillarci da Yokohama-ya.
Mentre eravamo sulla strada che porta al nostro beneamato ristorante, e' venuta giu' tanta di quell'acqua che nemmeno cinquanta tergicristalli sarebbero riusciti a rendere decente la visuale.
E come se non bastasse, siamo finiti nella solita trappola che attende gli stranieri sprovveduti e che hanno l'arrogante pretesa di scovare scorciatoie: siamo capitati in un labirinto di stradine, ma che dico, di vicoli dove un'auto passa per puro miracolo senza grattugiarsi inevitabilmente contro i muri.
In posti come quelli, oltre a chiedersi come facciano i residenti a parcheggiare, avere ospiti motorizzati, traslocare, farsi far consegne, chiamare pompieri ed ambulanze, tutto senza farsi venire un esaurimento nervoso ogni volta, si tengono le ditina incrociate affinche' non arrivino veicoli dalla parte opposta.
Ma poi si sa, come prevedono sempre le precisissime leggi di Murphy, se qualcosa puo' andar male lo fara', ...e infatti. Siamo arrivati in un punto in cui ci si e' parato davanti un trivio composto da viuzze ancora piu' strette di quelle appena percorse, e come se questo non bastasse ad imperlare le nostre fronti di sudore freddo, da una di queste stradine sono arrivate un macchinone (non poteva essere una Smart, no) ed un Pony Express.
Volevamo andar dritto, ma far cio' avrebbe significato due cose: 1)rischiare di andare ad incartarsi in una via troppo stretta oppure 2) spingere entrambi i veicoli fino al fondo della strada (o farsi spingere da loro).
Abbiamo preferito svoltare (a fatica) a sinistra.
Grazie al cielo, si e' poi profilata davanti a noi una strada principale. In che zona ci trovassimo, lo ignoravamo completamente, infatti non avevamo la piu' pallida idea di dove fossimo, ma questo poco importa: l'importante e' stato uscire da quel dedalo di viuzze.
La pioggia continuava a venir giu' continuamente, ed e' stato cosi' per tutto il santo giorno. Nell'aria c'era talmente tanta umidita', che si faceva persin fatica a respirare.
Quando c'e' cosi' tanta umidita', generalmente preferisco tenere tutte le finestre di casa chiuse in modo che l'aria all'interno si mantenga piu' secca, e poi perche' di solito accendiamo il condizionatore per cui tenere le imposte aperte sarebbe un riprovevole spreco di corrente.
Ma ieri avevo dimenticato la finestra del bagno aperta, e infatti ho scoperto, con grande orrore, che la mia pietra pomice aveva fatto la muffa!! Eh?!?! Proprio cosi'.
Incredibile, ma vero. Fino all'altro giorno era perfetta. Ovviamente, e' finita subito in pattumiera.
Ogni volta che si sta preparando un ciclone o qualche altra catastrofe, vengono ovviamente trasmessi avvertimenti alla televisione che caldamente consigliano alla popolazione di non muoversi da casa, se possibile.
Ma la cosa piu' curiosa e' che di solito il giorno prima e' sempre il peggiore, ma il giorno in cui il ciclone dovrebbe dar sfogo a tutta la sua ira, passa normalmente come una giornata qualunque di noioso maltempo.
In questo momento la pioggia va e viene, ma non mi sembra che la situazione sia peggiore di quella di ieri. Bah. Spero solo che quest'ondata ciclonica passi il prima possibile, e che al suo posto non torni il calore soffocante dell'estate. Insomma, noi siamo pronti a dare il benvenuto all'autunno e a tutta la sua poesia.
giovedì, settembre 06, 2007
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2 commenti:
La pietra pomice ti ha fatto la muffa??? :DDD
Troppo da ridere!
Dai consolati, l'umidità fa bene alla pelle...
Un abbraccio!
Konnichiwa, Mari-san!Sì, che buffa la pietra pomice con la muffa!(fa anche rima eheh ^u^)...comunque anche qui si inizia a respirare un po' d'autunno, anche se senza eventi "ciclonici"...ed è bello scaldarsi con una tazza di caffeone lungo o un té verde...ciao, passa a farmi una visitina!
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