Riprendendo il discorso di prima, legato al libro della giornalista della Stampa, Renata Pisu, vorrei inoltre aggiungere alcune altre riflessioni che mi frullavano per la testa stamattina, mentre mi facevo il caffe'.
Gli aspetti che troviamo scioccanti, difficili da comprendere e persino strambi di una cultura diversa dalla nostra, se osservati / analizzati / o semplicemente discussi al di fuori del contesto a cui appartengono, tendono a diventare ancora piu' scioccanti, difficili da comprendere e strambi.
Quando pero' questi elementi vengono rivisti all'interno del loro contesto, in qualche modo hanno senso.
E' evidente che non si tratta di una folgorazione sulla via di Damasco o di un miracolo bello e buono, ed e' anche evidente che e' necessaria una buona dose di apertura mentale affinche' questi aspetti culturali possano aver senso.
E' d'obbligo la volonta', da parte di chi osserva, di capire o di semplicemente accettare cio' che e' nuovo e sconosciuto laddove la nostra comprensione non arriva.
Con cio', vorrei azzardare una mia teoria (o forse e' una banalita', per cui sto scoprendo l'acqua calda) e cioe': nessuna cultura al mondo e' strana o particolarmente diversa da tutte le altre. Sono TUTTE diverse ed uniche nel loro genere.
Ogni cultura, se presa in considerazione singolarmente, avra' elementi che ci faranno trasecolare, addirittura inorridire. Persino la propria, anche se forse non siamo sempre disposti ad ammetterlo.
Dal mio modestissimo punto di vista posso dire che il Giappone e', senza ombra di dubbio, un Paese veramente unico nel suo genere, ma non per questo meglio o peggio di altri. Semplicemente ha un'identita' sua e basta.
Il modo, poi, con cui ciascuno di noi si relaziona con un Paese piuttosto che un'altro..e' un altro discorso e ha a che vedere con i propri gusti, preferenze personali, carattere, insieme di valori morali che ci sono stati trasmessi dalle nostre famiglie ecc.
Tra i milioni di libri e guide sul Giappone-fai-da-te esiste sicuramente del materiale preciso, ben scritto ed attendibile, ma tra la folla si nasconde molta carta straccia a mio avviso.
Sono anni che non vivo piu' in Italia, ma ogni tanto torniamo a far visita alla mia famiglia.
Nelle nostre visite piu' recenti ho notato una certa tendenza che gia' notai piu' di sette anni fa, cioe' quest'attrazione da parte di molti italiani nei confronti dell'Oriente, ma soprattutto del Giappone e un po' meno degli altri Paesi, specialmente la Cina, come probabilmente pensera' / dira' qualche sardonico lettore.
Peccato, perche' penso proprio che la Cina per molti versi (non tutto eh! Badi ben!) non ha proprio nulla da invidiare al suo vicino di casa.
Negli USA, per esempio, esiste una quantita' apparentemente infinita di libri sul Giappone, scritti da scrittori di professione, esploratori, professoroni illustri, autorevoli personaggi ed esperti di cultura nipponica, gente comune che per un motivo o per l'altro si e' trovata a visitare questo Paese.
Ho sempre sospettato che, essendo il Giappone diventato un argomento di tendenza, ci fossero in giro personaggi che non avrebbero esitato a cogliere quest'occasione per improvvisarsi espertoni.
E' un fenomeno molto particolare che non riesco bene a descrivere, forse perche' non riesco a comprenderlo appieno.
Non so se in Italia si stia verificando la stessa cosa e in che modo. In tutto questo discorso, secondo me, c'entra molto l'influenza che hanno (e stanno avendo tuttora) i manga sugli aficionado in giro per il mondo.
Sui manga so poco o niente, per cui probabilmente ho un'opinione distorta, e se cosi' dovesse essere, mi scuso fin d'ora con chi di quest'argomento ne sa molto piu' di me.
Non attribuisco un significato negativo al mondo dei manga, anzi...io stessa ne sono molto incuriosita e non vedo l'ora di andare ad esplorare queste grosse librerie giapponesi specializzate esclusivamente nella vendita di questi fumetti.
Penso che l'unica nota negativa sia dovuta alle varianti ose' ed inadeguate di questa forma artistica. Non ne ho mai lette e non m'interessano nel modo piu' assoluto, ma penso siano inadeguate non solo ad un pubblico giovane ma per chiunque!
Non reputo sbagliata la curiosita' che una forma artistica puo' suscitare in una persona nei confronti del Paese d'origine dell'arte in questione. Assolutamente no! Perche' se cosi' fosse, non dovrei avere un senso di curiosita' ed ammirazione nei confronti della Cina, visto che ho una grande passione per gli hanzi (caratteri cinesi), come per la pittura, letteratura e arte cinese in generale.
Forse, pero', e' sbagliato idealizzare quel Paese tramite gli elementi propostici dai fumetti piuttosto che da una poesia Tang o da un mistico paesaggio montano cinese, dipinto magari su un'antica pergamena.
Mi auguro che questo mio minestrone di osservazioni personali, raggruppate sotto "Alle radici del sole", parte 1 e 2, sia in qualche modo riuscito a darvi spunti di discussione e riflessione.
Credo di essermi andata a ficcare in un ginepraio con questo discorso, ma concludo dicendo che non sono un'esperta, ma ho tanta voglia di imparare, capire e anche accettare tutto cio' che incontrero' in questo Paese, anche se non sempre e' facile e non sempre mi fa sentire a mio agio.