martedì, settembre 12, 2006

Inaspettatamente a Yokohama Chukagai



La vita, quando vuole, sa essere piena di sorprese!

Giusto ieri mi stavo un po' rammaricando per il fatto che il nostro giretto a Yokohama Chukagai (Chinatown) fosse dovuto saltare un'altra volta.

E invece....ieri all'ultimo momento abbiamo saputo che dovevamo recarci a Yokohama per sbrigare una commissione, ma non sapendo a che ora ci saremmo disimpegnati e soprattutto se ci sarebbe stato abbastanza tempo per capire come arrivare a Chinatown (perche' non e' molto semplice il tragitto), siamo andati dritti spediti dove dovevamo andare, senza prima fare troppi progetti.

Ma nel giro di breve tempo siamo arrivati a Yokohama e poco dopo avevamo gia' trovato l'ufficio che cercavamo.

Vicino alla stazione di Yokohama, in un giorno di pioggia:


Eravamo liberi di decidere cosa fare, visto che erano appena le 17 e avevamo ancora alcune ore per andarcene a spasso.

All'interno della stazione di Yokohama, che peraltro e' gigantesca e perennemente affollata, abbiamo trovato per purissimo caso una Little Italy! Purtroppo non ci sono negozietti di alimentari, ma solo ristorantini e mini pizzerie.

Il tutto e' all'interno di uno dei milioni di corridoi che compongono il mastodontico edificio della stazione principale di questa grande metropoli.

Ma avevamo troppa voglia di ritornare a Yokohama Chukagai (Chinatown) e di gustare un po' di buona cucina cinese e quindi siamo andati a chiedere un aiutino al box informazioni della stazione, per come fare ad arrivare a Chinatown.

Per arrivare a Chinatown, bisogna per forza prendere la metropolitana.

Sempre all'interno dell'edificio della stazione, andando nel sotterraneo, si puo' accedere alle varie linee della metropolitana.


Sottopassaggio che porta alla metropolitana - Yokohama

Da Yokohama bisogna prendere la metropolitana della linea Minato-Mirai, e dopo circa 5 fermate si arriva a quella dove bisogna scendere, ovvero Motomachi Chukagai.

Usciti dalla stazione, bisogna girare a sinistra e andare sempre dritto. Dopo pochi metri si cominciano a sentire nell'aria i profumi irresistibili della cucina cinese.
Si scorgono le nuvole di vapore provenienti dalle ceste di bambu' in cui cuociono lentamente deliziosi baozi, grossi panini bianchi farciti con ogni sorta di ripieni saporiti.

Le insegne luminose su cui risaltano coloratissimi caratteri cinesi, ci fanno capire, senza ombra di dubbio, di essere arrivati nel posto giusto.

Appena entrati a Chinatown, ho avuto come l'impressione di essere appena salita su di un grosso palcoscenico dove, tutti i giorni, si svolge un coloratissimo spettacolo.

E' impossibile riuscire a vedere tutto. Chinatown e' un quartiere abbastanza grosso, in cui ogni singolo cm 2 e' occupato da un negozio, da un ristorante, da una bancarella e persino da mini alloggi ai piani di sopra.

I lati della strada principale di Chinatown si diramano in tanti vicoletti, alcuni bui e un po' solitari, e altri pieni di vita e in festa.
Luminosi lampioni di carta rossa e gialla adornano le entrate dei ristoranti, delle botteghe, delle facciate dei palazzi che vogliono ricordare l'antico splendore imperiale di quella capitale, considerata nell'antichita', essere la piu' bella e affascinante del mondo: Pechino.

Statue dorate raffiguranti draghi irosi e leoni imperiali dall'aria minacciosa e feroce, troneggiano all'entrata di ristoranti e hotel.

Non e' difficile venire avvicinati dai dipendenti di alcuni ristoranti / botteghe che per invogliarti ad andare a mangiare da loro, ti fanno assaggiare ora questo e ora quello.
Ieri queste persone camminavano su e giu' con grosse ceste di castagne bollite, che io adoro.

Castagne fumanti che accolgono trepidanti l'arrivo dell'autunno.

Il cuore mi scoppiava di gioia e contentezza. Ero felice di essere li'. Camminavo un po' col naso all'insu', cercando di catturare con lo sguardo e far mie immagini di edifici sapientemente decorati, hanzi sfavillanti e colorati...alcuni a me familiari e altri misteriosamente arcani.

Ogni tanto appaiono bottegucce stipate di scatoline di te', vasi contenenti erbe e radici ed altri rimedi della Zhongyao, l'arte dell'erboristeria cinese nonche' la piu' importante branca della medicina tradizionale della Cina.
Da questi negozietti esce un effluvio di cose antiche, di una sapienza e conoscenze remote e segrete, di medicinali ed unguenti balsamici.

Mobili antichi e ricoperti da grigiastre coltri di polvere, racchiudono pergamene, libri e volumi ormai ingialliti dall'inesorabile passare del tempo, che pero' ne risalta la preziosita' e il valore.

Ogni tanto vedevo piccole drogherie dove si puo' trovare di tutto, dalle spezie piu' rare ed oscure fino ad arrivare a serie di varieta' infinite di spaghettini, riso, te', frutta, verdura, salse, condimenti vari e molto, ma molto altro ancora.

La nostra passeggiata esplorativa di Chinatown e' stata resa ancora piu' emozionante dalla mancanza di un percorso predefinito da seguire. Ci siamo fatti guidare dal caso.
A turno decidevamo dove andare e che vicolo imboccare.

Nelle viuzze piu' nascoste ma luminose, abbiamo visto minuscoli ristoranti di capienze microscopiche ma forse, proprio per questo, ancora piu' affascinanti dei grossi ristoranti un po' altezzosi, i cui imponenti edifici spadroneggiano sulla via principale del quartiere.

In ogni angolo c'era qualcosa che bolliva in una qualche pentola. Statue ed immagini religiose e propiziatorie adornavano anche i muri piu' solitari e scuri.

Brillanti nodi rossi cinesi della fortuna penzolavano ora di qua' e ora di la', delicatamente cullati da un venticello tranquillo che, come uno spirito bonario ed invisibile, percorreva tutte le stradine del quartiere.

Da un lato, si profilo' ai nostri occhi una strada, un po' piu' spaziosa delle altre, caratterizzata da tanti lampioncini cinesi di carta gialla che emanavano una luce fievole ed enigmatica.


Il nostro stomaco, ad un tratto, ha cominciato a brontolare e reclamare qualche delizia cinese. La scelta di un ristorante, in un luogo come questo, e' impresa ardua.

Dovunque ci si giri, i propri occhi incontrano invitanti ristorantini dalle vetrine altrettanto allettanti, in cui sono esposte fedelissime riproduzioni in plastica dei piatti e delle specialita' servite nel locale in questione.

Non appena eravamo sicuri d'aver trovato il posto giusto dove rifocillarci con gran piacere, ecco che poco piu' in la' intravedevamo un altro localino ancora piu' invitante del precedente.

E' in questo clima d'indecisione, di crescente appetito misto a curiosita' e voglia di scovare il ristorante "migliore di tutti" che finalmente siamo approdati, sempre per puro caso, in un localino a due piani dove, all'entrata, giovani cameriere ci hanno accolti con molta affabilita'.

Io ero un po' accigliata poiche' avrei voluto andare nel ristorantino accanto, ma mio marito era incuriosito dal suddetto locale e cosi' ho ceduto. E ho fatto bene, anzi benissimo.

Abbiamo mangiamo splendidamente bene e abbiamo speso una cifra a dir poco irrisoria. Le portate continuavano ad arrivare senza sosta, ed ogni piatto era una piacevole scoperta o riscoperta.

Saporite zuppe, coloratissimi piatti di riso alla cantonese, fragranti verdure miste saltate in padella, raffinati dian xin (noti anche col nome cantonese di dim sum - antipasti e fagottini misti farciti di carne, verdure, pesce), spaghettini trasparenti di riso in brodo, e tanto altro ancora.

Ogni singolo piatto era piu' squisito dell'altro. Era difficile decidere quale fosse il migliore.
Siamo andati via, soddisfatti e con la pancia piena, giurando di ritornare, anche se so gia' che la prossima volta che ci ritroveremo a Yokohama Chukagai, lo charme irresistibile di questo incantevole quartiere, ci spronera' a tornare alla ricerca di un altro angolino di paradiso culinario...cinese ovviamente!