lunedì, settembre 25, 2006

Il Grande Buddha di Kamakura


Ieri non ho poi avuto molta voglia di aggiornare il blog, e cosi' lo faccio oggi.

Non posso non raccontare la nostra visita allo splendido Buddha di Kamakura. E' stata un'esperienza favolosa!

Pero', prima di iniziare, mi sono ricordata che ho tralasciato un particolare riguardante la visita al tempio della Dea Kannon...me ne sono dimenticata e vorrei raccontarvelo ora:

All'interno del giardino Zen, c'era un cimitero buddista.
Di cimiteri buddisti se ne vedono molti in citta'....anche perche' non sono isolati e confinati all'interno di uno spazio riservato, ma spuntano cosi'...tra le case!

E spesso questi cimiteri non sono nemmeno tanto grandi....sono piccolissimi, con al massimo un 50-60 loculi al loro interno, pero' immaginate un quartiere affollato da case e improvvisamente, in mezzo ad esse si profila un bel cimiterino!

Io poi, che sono una grandissima fifona, non credo riuscirei a star tranquilla se dovessi abitare in una casa a pochissimi metri di distanza da un camposanto!
E' vero che bisogna avere piu' paura dei vivi che dei morti, pero' caspiterina blu...non andiamoci a cercar rogne!

Eppure sabato, dopo esser arrivati all'entrata di questo cimitero, ho voluto a tutti i costi entrare, spinta da una (macabra) curiosita'.
E vi diro'..non e' stato poi cosi' traumatico. Non ero mai stata in un cimitero del genere.

I loculi erano tutti o di marmo scuro o di pietra. Alcuni erano stati scolpiti e avevano preso la forma di alcune divinita'.
Ovunque spuntavano sottili stele funerarie con su incise iscrizioni in Kanji.

Certo, mi ha fatto una certa impressione passeggiare tra questi antichissimi loculi, pero' ho provato anche un forte senso di pace.

Una cosa che ho notato e' che sulle lapidi non ci sono le foto dei morti.

E' vero che alcune di queste lapidi erano molto antiche, ma ce n'erano delle altre che sembravano piu' recenti eppure nemmeno queste avevano una foto del defunto.
Probabilmente nella tradizione buddista l'usanza della foto e' sconosciuta.

Mio marito, che stranamente e' sempre il piu' temerario dei due, era un po' restio e non ha voluto addentrarsi piu' di tanto nel cimitero, cosi' mi ha aspettata e io sono andata a vedere alcune statue funerarie piu' da vicino.

Le lapidi giapponesi sono molto diverse dalle nostre. Anche nella loro arte funeraria si riconoscono elementi di arte orientale, non solo per quanto riguarda le iscrizioni e le immagini, ma soprattutto per quanto riguarda il taglio del marmo o della pietra.
Alcune assomigliano a piccole pagode, dai tetti spioventi e dagli angoli appuntiti.

Non ho voluto fotografare l'interno del camposanto per una questione di rispetto, ma se trovero' delle immagini di un qualche cimitero giapponese, magari le mettero' qui cosi' avrete un'idea di come sono fatti.

Usciti da li', abbiamo visto che poco piu' in la' c'era un Torii 鳥居 , ovvero un cancello sacro giapponese che indica l'ingresso ad un santuario shintoista.

Nell'immaginario collettivo, il Torii viene spesso associato al Giappone mistico e religioso.

Ogni qualvolta s'intravede un Torii, vuol dire che al di la' di esso ha inizio un territorio sacro.
Siccome gia' eravamo in terra consacrata buddista, suppongo che lo scopo del Torii fosse quello di avvertire che si stava per entrare in territorio sacro e shintoista.

Questa e' una fotografia di un Torii.
La foto non e' mia. L'ho trovata su questo sito.




Il Torii di cui sto parlando pero' era molto piu' piccolo.

L'abbiamo attraversato mantenendo sempre un comportamento molto riverente. Siamo cosi' giunti all'interno di una grotta molto scura e a malapena illuminata da qualche candela.

L'aria era immobile e calda. Si sentiva l'odore del tempo che passa inesorabilmente, l'odore dell'incenso e di tutto cio' che e' antico.

Nelle pareti nere della grotta c'erano grosse statue di divinita', ognuna di esse scolpita nella pietra e protetta da una propria nicchia, anch'essa di pietra.

Davanti a noi c'era un gruppo di anziani signori giapponesi venuti in pellegrinaggio. A un certo punto si sono diretti, sempre all'interno della grotta, verso un ingresso ad un'altra grotta...pero' piu' angusta della precedente.

Quest'altra grotta era talmente scura che le persone davanti a noi sparivano, inghiottite dal buio, non appena vi mettevano piede.

Il cunicolo era talmente basso, che per accedervi si e' costretti a chinarsi di 90 gradi, a meno che non si voglia prendere una bella testata e nasata assieme.

Ero un po' titubante. Volevo entrare ma questo posto buio e stretto mi metteva un po' d'angoscia. Pero' abbiamo deciso di continuare il nostro cammino e di esplorare il cunicolo.

Grazie al cielo, dopo pochi metri, abbiamo potuto stiracchiarci un po' la schiena, ma non tantissimo.

Siamo arrivati al centro di questa grotta. Era un po' illuminata da candele sparse qua' e la'. Dal centro si diramavano altri sentieri sconosciuti. Ne abbiamo seguito uno che ci ha portati in un anfratto stranamente illuminato, quasi a giorno, dalla quantita' impressionante di candele.

Sempre in questo anfratto ci saranno state centinaia di minuscole statuine di legno chiaro, di divinita'. Un cartello invitava i fedeli a fare una piccola offerta, e in cambio a prendere una statuina da dedicare a chi si voleva e da posizionare in un qualunque punto della nicchia.

La superficie della nicchia era quasi interamente ricoperta da queste piccole statuine di legno chiaro, il cui colore indubbiamente contribuiva all'effetto luminoso che permeava in questo strano posto.

Siamo usciti da li' e abbiamo proseguito il nostro cammino (sempre da chinati a 90 gradi), verso un altro corridoio lungo, buio e stretto che pero' finalmente ci ha condotti verso l'uscita!

Sembrava di essere appena sbucati da un altro mondo, da un altro tempo e da un'altra dimensione. Sembrava di esser ritornati indietro nel tempo, in un tempo antico e dimenticato.

Dopo la visita a questo santuario shintoista, siamo usciti dal giardino Zen e abbiamo imboccato la strada che conduce a Kamakura.

Mentre camminavano, siamo passati davanti a tanti ristorantini di ramen e udon, con esposte in vetrina ogni sorta di squisitezza!
Avevamo fame, ma non volevamo fermarci a mangiare. Prima volevamo andare a vedere il Grande Buddha.

Ma per acquietare un po' il nostro stomaco, abbiamo deciso di fermarci in un negozietto dove un signore stava preparando dei Senbei.

I Senbei sono delle grosse cialde croccanti fatte di riso.

Abbiamo visto che il signore del negozio le grigliava su una fiamma, dopodiche' le intingeva in un grosso vaso di salsa di soia, e prima di servirle, le avvolgeva in un foglio di nori.

Ne abbiamo preso uno e ce lo siamo sgranocchiati per strada, mentre ci dirigevamo verso il Grande Buddha.

Ecco, questa e' la foto che si e' fatto mio marito mentre regge il Senbei fumante e pronto per esser divorato:





Il Senbei, come dicevo poco fa, e' molto croccante. So che ne esistono di vari tipi. Questo che abbiamo mangiato noi era abbastanza salato, essendo stato intinto in salsa purissima di soia.

Infatti penso sia impossibile mangiarsi un Senbei intero senza bere un goccio d'acqua! Pero' era davvero sfizioso e gustosissimo! Un ottimo snack da passeggio!

Tra sgranocchiamenti vari di Senbei, siamo finalmente giunti all'ingresso delle mura sacre di Kamakura.

C'e' un negozietto che vende souvenir vari, dei distributori automatici di bibite e snack (sulle macchinette giapponesi scrivero' un capitoletto a parte) e poi gli sportelli dove comprare il biglietto d'ingresso.

Abbiamo pagato 200 yen a testa e in cambio ci e' stato dato il biglietto e un altro bigliettino con una breve storia del Buddha.

All'entrata abbiamo visto un grosso cartello con su scritto un avvertimento del Priore del tempio, che intimava ai visitatori di ricordarsi che si stava per accedere ad una terra antica e sacra.

Ricordava inoltre che, a prescindere dalle proprie convinzioni religiose e credo, un atteggiamento di totale riverenza e' richiesto da chiunque.

Ovviamente vi sono sempre i soliti idioti che scambiano il tempio con il luna park e si comportano da selvaggi, con schiamazzi, risate inopportune e quant'altro.

Subito dopo essere entrati, abbiamo visto una grossa vasca di pietra, tipo un lavatoio, colma d'acqua. All'interno vi galleggiavano dei mestoli di rame che andavano riempiti d'acqua, coi quali bisognava lavarsi le mani o, se si voleva, rinfrescarsi la faccia.

Suppongo sia un rituale che simboleggia la purificazione necessaria prima di presentarsi al cospetto del Grande Buddha.

Ho lavato le mani a mio marito e lui le ha lavate a me, e insieme ci siamo incamminati in questo sentiero di ghiaia, ma tutto circondato da altissimi alberi verdi.

Poco dopo, abbiamo visto aprirsi davanti a noi uno spazio immenso in mezzo al quale regna il Grande Buddha di Kamakura!

Ecco una delle nostre foto:





Con uno sguardo strabiliato e sbalordito, ci siamo avvicinati sempre di piu'. Io ero al settimo cielo!
Abbiamo fotografato il Grande Buddha da diverse angolazioni. Veramente il fotografo di casa e' mio marito, che e' molto piu' bravo della sottoscritta nell'arte dell'immortalare immagini.
















Il Buddha di Kamakura (in giapponese noto col nome di Daibutsu 大仏 ) e' il secondo piu' grande del Giappone. Il piu' grande in assoluto si trova a Nara.

Daibutsu e' alto ben 13,35 m e pesa 93 tonnellate. Un tempo si trovava all'interno di un tempio che fu pero' spazzato via da un violentissimo tsunami avvenuto nel 1498.
Il Buddha pero' e' rimasto pressoche' intatto.

Trovarsi al Suo cospetto e' stata un'esperienza che vorremo ripetere senza dubbio. Nonostante la folla, abbiamo provato un profondo senso di serenita' e pace. Il Suo volto cosi' pacifico e rimasto cosi' immutato nel corso dei secoli, non puo' non trasmettere che tali sentimenti.

E' come se tutto cio' che vi e' attorno non importasse. E' come se sul suo volto ci fosse scritto il possibile destino del mondo. se solo c'impegnassimo a dedicare piu' tempo alla meditazione e all'applicazione dei sacri principi insegnatici dal Buddha, tutti un giorno potremmo godere di tale pace perenne ed eterna.

Il Daibutsu e' vuoto al suo interno, e quindi lo si puo' visitare. Per soli 20 yen (circa 15 centesimi) vi si puo' accedere al suo interno.
La scaletta che conduce dentro il Buddha e' strettissima, ripida e buia. Immaginate che affare dover scendere e poi salire, in mezzo a quella fitta folla di gente. Il posto ideale per i claustrofobici.

Ma arrivati in cima alla scala, ci si trova in una grossa stanza (che e' poi l'interno del corpo del Buddha), abbastanza buia. Guardando su si vedono il naso, la bocca e gli occhi che sporgono, ovviamente, verso l'esterno.
Proprio come lo e' fuori, anche all'interno le pareti del Buddha sono verdine.

Siamo finalmente riusciti a scendere quella scala ripida ed impervia, per sbucare di nuovo sul piazzale principale.

Ai lati del piazzale c'e' un porticato dove si trova un negozio di souvenir vari e libri. Vicino ad esso un cartello con una breve storia del Daibutsu e due grossi sandali di paglia intrecciata, appesi alla parete.


Poco dopo ci siamo avviati di nuovo verso la grossa vasca di pietra coi mestoli di rame, cioe' verso l'uscita, ma prima abbiamo salutato il Daibutsu. Sicuramente ritorneremo in questo splendido angolo mistico di Giappone.