Come ho gia' detto in precedenza, ho una grande passione per le porcellane e per tutto il vasellame in genere. L'importante e' che sia di qualita' e ben fatto.
Le due graziose coppette per il te' , raffigurate nella foto a sinistra, sono di mia proprieta' e le ho acquistate qui in Giappone, in un negozio di articoli per la casa.
Il Giappone e' un vero paradiso per le persone come me.
I giapponesi hanno uno spiccatissimo senso dell'estetica: credo che l'abbinamento di un cibo con un certo piatto piuttosto che un altro non avvenga cosi' per caso.
Sul libro di Renata Pisu, "Alle radici del sole", l'autrice dedica un capitoletto proprio a questo affascinante aspetto dei giapponesi.
Racconta che mentre viveva a Tokyo, le venne insegnato che mai e poi mai bisogna usare un piatto bianco per servire del tempura, una frittura giapponese leggerissima che puo' ricoprire, per esempio, verdura o pesce.
I piatti bianchi, quindi, non sono indicati per servire fritture, in quanto il pallore della porcellana sbiadirebbe il color oro dorato di questa delicatissima impanatura.
Meglio usare un piatto nero o marrone. Infatti, facendo caso a questo particolare nei ristoranti, ogni volta che abbiamo ordinato del tempura, questo ci e' sempre stato servito su bellissimi piatti neri non lucidi. Mai su un piatto bianco.
Queste sono sofisticate sottigliezze a cui molti di noi nemmeno pensano, eppure questi sono i particolari che rendono la cucina giapponese, e soprattutto il modo in cui viene presentata, una delle piu' incantevoli dal punto di vista estetico.
In questo senso poi, penso che la maestria del Kaiseki Ryori raggiunga livelli altissimi.
Kaiseki e' un tipo di cucina giapponese estremamente particolare e raffinata.
Inizialmente nacque come cucina utilizzata durante la cerimonia del te', il cui scopo era quello di servire un pasto molto leggero ma anche molto ben presentato esteticamente, per poter deliziare non solo il palato ma anche gli occhi dei commensali.
Al giorno d'oggi si puo' assaporare la cucina Kaiseki in ristoranti specializzati in quest'arte. Ancora non abbiamo avuto l'immenso piacere di assaggiare quest'antica forma gastronomica, ma sono sicura che lo faremo al piu' presto.
Kaiseki non e' un modo per rimpinzarsi, ma per ammirare la maestria di chi prepara il piatto, perche' sa sistemare e presentare i cibi con grande eleganza e sofisticatezza.
In un piatto Kaiseki nulla viene messo a casaccio. La posizione di ogni singolo elemento viene attentamente studiata, affinche' il risultato finale sia un magnifico intreccio armonico di colori, forme e sapori. Una vera arte.
Un esempio di cucina Kaiseki (foto di proprieta' del sito web-japan.org) :
Il giorno che avremo l'onore di assaggiare questa cucina, penso mi ci vorra' un po' prima di decidermi a prendere le bacchette e cominciare a gustare queste piccole meraviglie.
Sembrera' quasi di fare un torto a chi ha messo cosi' tanta pazienza ed amore nel creare un piatto di questo genere.
Ma sarebbe comunque un gran peccato non assaggiare: in fondo Kaiseki non e' solo raffinatezza estetica ma anche un insieme di ineguagliabili sapori.
E' impossibile resistere al fascino giapponese dei colori e dei motivi sapientemente dipinti su tazze, piatti, caraffe e altro ancora.
Ieri sera, ad esempio, mentre curiosavamo in un negozietto di cose vecchie e antiche, ho trovato uno stupendo vassoio rotondo nero laccato, con un motivetto dipinto a mano, raffigurante delle foglie di felce, se non erro.
Il nero ebano del vassoio contrasta in modo molto armonioso con i colori caldi utilizzati: il giallo senape dorato del bordo, le foglie alcune di color vermiglio e altre leggermente dorate.
Ecco, ho fatto una foto a questo graziosissimo oggetto:
Dietro c'e' addirittura la firma in kanji, sempre dipinta a mano con lo stesso color oro delle foglie, dell'artista che ha creato questo vassoio.
Il vassoio mi ha subito colpita per il modo molto raffinato ed armonioso con cui sono stati accostati i colori. L'immagine dipinta ha un nonsoche' di autunnale, ma senza quella nota malinconica che solitamente caratterizza questa stagione dell'anno.
Sempre nello stesso negozio ho trovato un oggettino carino a cui la bambinetta che c'e' in me non ha saputo resistere: un portachiavi di Doraemon, il gatto-robot, mentre medita seduto su una nuvola!
Qui in Giappone un oggetto di questo genere non piacerebbe solo ai bambini ma anche ai piu' grandi.
Anch'io sono vittima degli oggettini かわいい , ovvero kawaii, un aggettivo giapponese che significa "carino".
I giapponesi amano molto adornare se' stessi, le proprie case e automobili con oggetti simpatici, che spesso si rifanno a personaggi dei cartoni animati.
Non tutti sono contagiati da questa mania, speciamente le persone di una certa eta' sembrano non essere troppo interessate a questo genere di articoli, ma le generazioni piu' giovani, ancora fino sui 30 e 40 anni (e in certi casi anche oltre), non resistono al fascino sbarazzino di Hello Kitty, Doraemon, Sailor Moon, Chococat e tanti, tantissimi altri personaggi coloratissimi della fantasia.